Capitolo 29

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Mi scuso per la terribile attesa!!! Spero che il capitolo vi piacciaaa!!! <3

Amy

«Non posso crederci...»
Sofi entra nell'appartamento tappezzato da fiori di ogni genere.
«Amy, questa storia deve finire, non possiamo neanche più stenderci sul divano».
Già.
Daniel.
Sta diventando una presenza costante anche quando non può esserci fisicamente.
Se usciamo mi sta sempre accanto, cerca costantemente un contatto con me cercando di non farsi notare dagli altri, mi manda i messaggi della buona notte e del buongiorno, viene spesso al locale per aiutarmi portandomi sempre cose buone da mangiare e oggi ha riempito il nostro appartamento di fiori.
"So che i regali materiali non servono ma sono passato davanti ad un negozio di fiori, ne aveva così tanti e non so... ho pensato a te e ho fatto una pazzia. Ne ho preso uno per ogni giorno trascorso insieme da quando ci siamo conosciuti ad oggi, spero che questo ti faccia sorridere. So che forse è azzardato ma stasera ti aspetto sotto casa, e se accetterai ti porterò in un posto magico. Ps: Buongiorno Amy... ti amo.
«Non esagerare, non sono poi così tanti» dico.
«Ah no?» sposta un cesto di fiori e mi chiede di raggiungerla in cucina.
«Tesoro, credo che tu debba prendere una decisione».
Sbuccio una mela e fingo di non aver capito. «Non so di che parli».
«Amy non potete continuare così».
Sbuffo «Lo so...»
«È pazzo di te. Sono sicura che non commetterebbe lo stesso errore».
«E chi me lo garantisce?» chiedo nervosamente.
«Il fatto che ti ama tanto e che è davvero pentito ad esempio». «Ha sofferto per davvero mesi fa e sai benissimo che non te lo direi se non fossi convinta che Daniel vuole te e soltanto te».
Su questo non ho nulla da ribattere, conoscendola mi direbbe di lasciar perdere se pensasse il contrario.
«È che... non so...»
«Amy la domanda è molto semplice: lo ami?»
Dritta al sodo, eh?
«Si...» rispondo subito. È ovvio che lo amo.
«Come ti vedi tra un anno? Con lui accanto o no?»
Appoggio una mano sotto il mento «È questo il punto, il futuro mi fa paura».
«Ok ma tu meglio di chiunque altro sai che la vita è imprevedibile e che potrebbe succedere qualsiasi cosa, devi cominciare vivendo il presente lasciando andare via il passato. Esci con lui, passa questa serata insieme a Daniel. Solo stando da soli potrai capire se puoi fidarti ancora di lui, vedrai le cose diversamente. Se non ci provi neanche allora forse non lo ami così tanto». E quest'ultima frase è quasi una pugnalata al cuore.
Io amo Daniel, ne sono sicura e forse davvero dovrei dargli una possibilità e darla anche a me stessa ma la paura, a volte prende il sopravvento.
«Allora, vuoi prepararti o no per questo appuntamento?»
«Sono solo le quattro del pomeriggio».
«Lo so mia cara, ma tra il locale e il lavoro in queste ultime settimane non credo tu abbia avuto molto tempo da dedicare a te stessa... o per meglio dire, al tuo aspetto».
«Che vuoi dire?» chiedo scioccata.
«Che sono una persona attenta ai dettagli tesoro, su forza, mettiamoci all'opera» lancia un gridolino eccitato per poi trascinarmi in camera sua.
«Non saprei cosa mettermi».
«E quel bel vestitino comprato a Parigi con quelle scarpe favolose comprate a Napoli?» mi fa l'occhiolino «Sarai uno schianto! Pronta?»
Mi copro il viso con le mani «Ok, facciamolo!»

Non mi sentivo così da tantissimo tempo, aveva ragione Sofi, non mi sono curata molto del mio aspetto negli ultimi mesi e stasera mi sento una persona diversa. Per prima cosa ho le gambe liscissime, i miei capelli finalmente sembrano rinsaviti e l'abito che indosso dà valore alle mie curve.
Sono agitata e prima di scendere faccio un respiro profondo. Posso farcela.
Daniel mi aspetta sotto casa, elegante e serio. La sua espressione mi preoccupa ma quando mi vede un sorriso bellissimo gli incornicia il volto e mi rilasso un po'.
«Stai benissimo...» una nota di imbarazzo aleggia tra di noi e quando entriamo in auto forse è anche peggio ed è così strano perché solitamente abbiamo sempre avuto qualcosa di cui parlare.
«Se vuoi cambia pure la musica» mi dice.
E così, giusto per ammazzare il tempo non lascio tregua alla radio, giro e rigiro le stazioni come se questo potesse aiutarmi a smorzare la tensione.
Ad un certo punto l'auto si ferma di colpo e Daniel si volta nella mia direzione.
«Non doveva iniziare così questa serata, avevo immaginato tutt'altro scenario invece... invece... non va bene».
Appoggio la testa al sedile e annuisco, d'accordo con lui.
«Dispiace anche a me ma è tutto così strano» cerco di sorridere.
«Ok...è normale che sia strano» mi rivolge un mezzo sorriso «ma cerchiamo di farlo sembrare normale. Ho organizzato una serata tranquilla e vorrei che andasse tutto per il meglio anche se le cose tra di noi ultimamente sono confuse». Mi prende il viso tra le mani e fissa i suoi occhi neri nei miei, questa volta con un sorriso che farebbe sciogliere chiunque. «Ti va?»
«Hai ragione, possiamo aggiustare le cose, insomma, la serata è appena iniziata» lo tranquillizzo e ritorno a guardare dritto mentre lui riparte più sereno.
Io voglio che vada bene perché se dovesse andar male mi ritroverei nel caos più totale. Voglio che vada bene perché si tratta di Daniel e non di una persona qualsiasi. Voglio che vada bene perché desidero lui e nessun altro e ho bisogno di fidarmi, ho bisogno di credere che tutto possa sistemarsi per il meglio.
In un gesto fin troppo spontaneo e intimo, Daniel appoggia una mano sul mio ginocchio e quando si rende conto di ciò che ha fatto si irrigidisce ma senza spostarla, anzi, mi guarda con la punta dell'occhio in cerca di qualche smorfia contraria, di una risposta da parte mia che non arriva ma che gli lascia comprendere che va bene, va bene così.

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