Capitolo 6

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Amy

Inspiro ed espiro. Rimango impalata come una stupida davanti all'appartamento della mia amica, con le chiavi fra le mani. È normale che io abbia paura di essere giudicata nonostante so già che me la ritroverò davanti super eccitata e pronta ad invadermi di domande?
Inserisco le chiavi nella toppa, tiro fuori un po' d'aria ma per fortuna quando entro non trovo nessuno ad aspettarmi.
Il soggiorno è vuoto e ordinato proprio come l'avevamo lasciato prima di uscire, segno che probabilmente Sofi abbia dormito da Tommy.
Mi tolgo la giacca e decido di correre in bagno e infilarmi sotto l'acqua bollente per liberare un po' la mente da ciò che è accaduto nelle ultime dodici ore.
Le immagini della nottata mi ritornano in mente violente proprio quando chiudo gli occhi per rilassarmi.
Credo non dimenticherò molto presto ciò che è accaduto.
Non lo dimenticherai per il resto della vita.
Sbuffo a questo pensiero e decido di abbandonare l'idea del relax. Ho bisogno di parlarne con qualcuno.
Infilo in fretta dei vestiti comodi e proprio quando sto per uscire dalla mia camera vedo spuntare la chioma della mia amica.
«Oh mio Dio!» grida. «Sei tornata!»
«Ma tu eri qui?» dalla tutona che indossa e l'aria assonnata direi proprio di sì.
«Ovvio! Tommy stamattina aveva un lavoro urgente da sbrigare quindi sono tornata a casa».
«Bene...» mi siedo su uno sgabello della cucina e attendo che inizino le domande.
«Allora...» mi versa un bel po' di caffè in una tazza e me lo porge «Ti va di parlarne?»
«Si!» dico con troppa enfasi. «Aspettavo solo che me lo chiedessi».
Sembro una disperata, ma almeno ora posso sfogarmi.
Inarca le sopracciglia «Stai bene?»
«No! Cioè... si, ma non lo so».
«Wow! Qui qualcuno sta andando nel pallone.»
Alzo gli occhi al cielo «Io non so da dove iniziare».
La sua faccia stupita mi fa sorridere «Questo vuol dire che ci sono tante cose di cui devi parlarmi?»
Fingo un colpo di tosse e imbarazzata mi copro il viso con le mani.
«Oh. Mio. Dio!» strilla «Tu hai fatto molte cose sconce, dì la verità!» mi punta un dito contro.
«Dio!» il mio tono è così drammatico «Si, le ho fatte!» salto dalla sedia «Non giudicarmi!».
In risposta Sofi inizia a ridere a crepapelle, tanto da doversi tenere la pancia.
«Sofi, smettila di ridere».
«Ok» si siede di fronte a me «Ok. Com'è stato?»
«Pazzesco» dico sinceramente.
«Pensavo saresti tornata a casa, hai dormito da lui?»
Annuisco «Si» tentenno «diciamo che non abbiamo dormito molto...»
Sta per dire qualcosa ma si blocca «In quel senso?»
«Si...»
Sbatte una mano sul tavolo «Oh Dio! Ci avete dato dentro tutta la notte?»
Il mio silenzio è una conferma alla sua domanda e noto subito una "o" formarsi sulla sua bocca.
Giuro di non averla mai vista così.
«Quante?»
«Cosa?» mi allarmo.
«Amy, hai capito benissimo. Quante volte?»
Ignoro la sua domanda nascondendomi dietro la tazzona di caffè, ormai freddo.
«Amy!» mi richiama.
«Non è importante quante volte. È stata una bella esperienza ma che non ripeterò più».
«Quante volte?» sbuffo «Giuro che non mollo!»
«Ok, ok» alzo gli occhi spazientita. «Quattro» sussurro.
«Come? Scusa non ho sentito bene». Sorride sotto i baffi perché la stronza ha sentito benissimo.
«Quattro» dico frettolosamente.
«Quattro? Sul serio?» ride.
Si, e me ne stupisco anche io, ma Daniel sa essere un amante perfetto, dolce quanto basta e sensuale. Appena ripenso a lui il mio corpo si scalda, sento la mia pelle bruciare e posso ancora sentire il tocco delle sue mani sul mio corpo.
«Non ci posso credere. Non è da te».
«Beh, non era da me neanche andare a letto col primo sconosciuto» faccio spallucce.
«E lui? Ti piace?»
«No, cioè, è un bellissimo ragazzo e un amante, direi... focoso ma non lo conosco bene».
«Peccato» ripone la sua tazza nel lavello. «Perché se due sconosciuti fanno sesso per quattro volte al loro primo incontro tesoro mio, vuol dire che c'è alchimia». Mi fa l'occhiolino e poi corre a cambiarsi per il solito appuntamento domenicale con la sua famiglia.
Rimango seduta ancora per un po' con la tazza di caffè tra le mani che credo non finirò. Mi sento strana, come se dovesse accadere qualcosa, come se dalla nottata trascorsa dovesse dipendere tutta la mia vita.
La verità è che mi è piaciuto essere Amy l'irresponsabile per una sera, che non pensa troppo e si gode il momento, ma so anche che non riuscirò più ad essere così.
Non potrei mai.

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