Il passato che ritorna

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Emma's Pov

E' notte fonda quando mi sveglio all'improvviso con una strana sensazione. La mano finisce automaticamente sulla pancia e la nausea non mi concede tregua. Corro in bagno dove rimetto tutta la cena, ma diversamente dalle altre volte non mi sento meglio. Provo ad alzarmi ma la testa mi gira e non riesco a stare in piedi. Cerco di calmarmi e lentamente riprovo ad alzarmi e quello che vedo mi fa gelare il sangue. Non riesco a credere che stia accadendo e chiamo Fabrizio sperando che mi senta.

- Emma, che c'è? – e non riesco a parlargli. – Amore guardami, dimmi che hai – e cerca di spronarmi a parlare stringendo il viso tra le mani. Cerco di ritrovare la forza che ho sempre avuto e che, in questo momento, devo avere ancora di più non solo per me, ma soprattutto per i miei bambini.

- Ho delle perdite – e riesco a vedere nel suo sguardo la paura che sta provando in questo momento. Fissa il pavimento e lo vedo impietrito.

- Fab non posso rivivere tutto questo. –

- Ehy guardami. Non rivivrai niente. Te porto subito in ospedale. Andrà tutto bene – e dopo avermi aiutata a vestirmi, mi porta in auto prendendomi tra le sue braccia. Mi sistema sul sedile posteriore per farmi stare stesa e lo sento correre senza rispettare alcun limite di velocità. Chiama la mia dottoressa mentre continua a guidare e si precipita in clinica dove la dottoressa ci sta aspettando all'ingresso. Fabrizio scende immediatamente e lo vedo parlare con la dottoressa. Torna da me e mi aiuta a scendere dall'auto posizionandomi subito su un lettino. Gli infermieri mi sottopongono subito a fare tutti i controlli del caso e davanti ai miei occhi rivivo il mio passato e prego di non rivivere più quell'esperienza perché stavolta non riuscirei a superare tutto.

La dottoressa mi sottopone anche ad un'ecografia approfondita prima di farmi portare in una stanza.

- Emma vorrei tenerti qui almeno stanotte. Voglio monitorare la situazione – mi spiega.

- I bambini stanno bene? Mi dica la verità – e comincio ad agitarmi.

- Emma calmati. Non ti fa bene questo stato d'animo – mi rimprovera la dottoressa.

- Dov'è Fabrizio? –

- Sta aspettando qui fuori. –

- Voglio Fabrizio, lo faccia entrare – e la dottoressa mi accontenta. Fabrizio viene da me e mi stringe a sé baciandomi sulla fronte.

- Fab come stanno i bambini? – e non riesco a trattenere le lacrime.

- Ora te calmi e ascoltiamo la dottoressa – e cerco di fare come mi dice.

- Fabrizio potremmo parlare da soli? – e questa richiesta mi manda letteralmente in bestia.

- Voi due parlate qui davanti a me. Sono io la paziente e ho tutto il diritto di sapere cosa sta succedendo. –

- Va bene, parliamo davanti a te ma me prometti de star calma – e gli stringo la mano cercando di non agitarmi più di quanto non lo sia già.

- Inutile girarci intorno. Emma hai avuto un principio di aborto. Stavolta sei stata molto fortunata, ma la prossima volta potrebbe andare molto peggio – e mi sento morire dentro dopo aver ascoltato queste parole.

- Hai avuto un distacco del trofoblasto, il precursore della placenta, e fortunatamente, nella maggior parte dei casi, è senza conseguenze, ma non possiamo più permetterci situazioni di pericolo di questo tipo. La prossima volta potrebbe esserci il distacco della placenta considerando che sei già alla quindicesima settimana. Stanotte ti tengo in osservazione qui e domani decideremo. Non provare ad alzarti, devi restare a letto. Cerca di dormire un po', vedrai che ce la faremo anche stavolta – e prova a rassicurarmi con il suo sorriso.

Il momento giusto - Fabrizio MoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora