Sto in Paradiso

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Emma's Pov

Sono tornata a Roma, stanca ma felice. Ho trascorso il Natale con tutta la mia famiglia e il Capodanno con i miei amici. Il viaggio in Norvegia è andato alla grande. Mi sono divertita e rilassata e ho visto posti meravigliosi. In questi giorni io e Fabrizio ci siamo sentiti spessissimo, praticamente quasi tutti i giorni e ne sono davvero felice. Francesca dice che non è normale che due amici abbiano voglia di sentirsi sempre soprattutto perché è un'amicizia nata da poco, ma io non ci trovo nulla di strano anche perché sono sicura che quello che provo per Fabrizio non sia l'affetto che si prova per un amico.

Da quando ci frequentiamo, abbiamo legato tantissimo. Adoro trascorrere il tempo con lui. Sa farmi ridere e riesce a sdrammatizzare anche le situazioni più difficili ed è l'unico a cui sono riuscita a raccontare uno dei momenti più dolorosi della mia vita. Quando sto con lui mi sento bene, ma mi sono anche resa conto che è l'unico che riesce ad imbarazzarmi, a scrutarmi e a farmi sentire le farfalle nello stomaco che non sentivo da tempo.

Mentre penso a tutto questo ho già fatto due lavatrici ed è arrivato il momento di uscire a fare la spesa visto che no ho praticamente nulla in frigorifero. Mi vesto casual ed esco con il mio amatissimo carrello della spesa. Adoro camminare per le strade del mio quartiere, fermarmi con la gente, chiacchierare di tutto e regalare un sorriso a chi me lo chiede. Senza accorgermene è già ora di pranzo ed io sono ancora in giro. Continuerei a stare fuori, ma il mio stomaco comincia a lamentarsi e così decido che è arrivato il momento di tornare a casa.

- Bentornata straniera – e salto dalla paura sentendo una voce alle mie spalle che, però, riconoscerei tra mille.

- Che ci fai qua? –

- T'aspettavo. Sei tornata in città da giorni e nun te sei degnata de venirmi a trovà. –

- Hai ragione. Avevo un sacco di lavatrici da fare, mi perdoni? – e assumo l'aria da bambina facendolo scoppiare a ridere.

- Dà qua, t'aiuto – ed entriamo in a casa.

- Hai fatto la spesa per un esercito? –

- Mi piace avere tutto in casa e non dover uscire perché mi sono dimenticata lo zucchero – e gli sorrido.

- Me fai paura. Me sembra da avè davanti la mia parte femminile. Comunque io so venuto fino a casa tua per salutarte e nun m'hai neanche abbracciato – e quando mi dice così non me lo faccio ripetere un'altra volta e mi butto tra le sue braccia. Ha un profumo meraviglioso e sono sicura che mi sto cacciando in un guaio, ma mi sono fatta male altre volte e se sarà così almeno mi sarò fatta male con un uomo vero.

- Mi sei mancato Moro. –

- Me sei mancata anche tu – e mi stringe di più.

- Ti ho portato una cosa dalla Norvegia, anzi a dire il vero due – e lo lascio in cucina mentre vado in camera a prendere i regali che gli ho portato.

- Cos'è? –

- Apri. –

- Una sciarpa? –

- Devi coprire questa gola, non hai più vent'anni. –

- Se lo ripeti un'altra volta giuro che nun me vedi più – e alzo le mani in segno di resa.

- Apri l'altro. –

- Una chiavetta? –

- Sì. Sono stata in uno studio di registrazione e sono stata colta dall'ispirazione. Ho inciso qualche suono, magari potremmo lavorarci. –

- Allora non hai cambiato idea? –

- Su cosa? –

- Sulla nostra collaborazione –

Il momento giusto - Fabrizio MoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora