parte 9

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Dopo aver incontrato Massimo mi sentii davvero sollevato. Avevo raccontato tutto ciò che sapevo, fu una vera e propria confessione. E come dicono, raccontare a qualcuno ciò che non ti da tregua, può farti sentire molto meglio. Finalmente pensai di aver raccontato quella storia alla persona giusta. Certo non conoscevo Massimo, ma anche solo vederlo due volte, beh, mi aveva ispirato fiducia. Diciamo che avevo capito al volo che quell'uomo fosse uno che sapeva il fatto suo.
Un pensiero non tanto positivo come gli altri però, faceva a spallate con loro. E se io avessi messo in pericolo Massimo con la mia testimonianza? Fu un pensiero unico, ma questo, mi fece provare un attimo di ansia.
"Che sciocchezza" mi dissi poi. Era il suo lavoro e Massimo parlava di anni di carriera, sicuramente avrebbe saputo come guardarsi le spalle. Quello fu il ragionamento che mi rilassò definitivamente. Mi sentii in pace, mi sentii tranquillo. Io d'altronde ero soltanto il testimone. Indagare su sospettati e prove, questo toccava sicuramente a lui. Io ero soltanto uno scrittore, mi correggo... io sono uno scrittore, orgoglioso di esserlo, quindi questa storia che cosa mi dava in ottica di scrittura? Magari materiale per un bel thriller poliziesco.

"Ecco cosa ci vuole" pensai. Allora presi un foglio e una penna e cercai di scrivermi degli appunti.
Nel momento in cui mi trovai con il foglio bianco davanti agli occhi, mi feci delle domande mentali, come: tutta questa esperienza, che cosa mi ha dato in quanto a materiale utilizzabile per un libro? Quindi iniziai a prendere qualche appunto veloce.
Come prima cosa avevo bisogno di una scena del delitto, quindi mi serviva pensare a una vittima. Un omicidio misterioso, che dia agli investigatori più di qualche dubbio.
Avevo bisogno di creare un personaggio che avrebbe interpretato il ruolo del capo-investigatore. Magari un tipo simpatico, uno che faccia anche sorridere il lettore. O meglio un tipo serio? Optai per una via di mezzo, pensando che un personaggio perfetto a interpretare un ruolo simile in un libro, dovrebbe sì intrattenere il lettore ma anche mostrare vena professionale.

"Poi che cosa mi serve ancora?" mi chiesi. Mi ero dimenticato di me. Sorrisi mentre impugnai la penna più saldamente e ricominciai a scrivere. Serviva un testimone, perché lui poteva diventare ancora più importante del capo investigatore. Molto più di lui. Tante volte questi, diventano parte dell'indagine come se fosse il loro mestiere, succede nei libri, nei film. Certo, ma non era forse successo anche a me?
Presi soltanto qualche appunto, non creai alcun personaggio, non ero abituato a farlo prima di iniziare a scrivere. I miei personaggi, la storia e tutto il resto venivano fuori durante la scrittura. Quella volta però preferii organizzare un po' le mie idee, mettendo per iscritto il materiale che avevo accumulato nella mia testa con quella esperienza.
Quando finii con gli appunti, spostai il foglio su cui avevo scritto più in là sulla scrivania, ne presi un altro, dopodiché tirai la macchina per scrivere verso di me e lo infilai dentro.

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Erano giorni che il sole non splendeva cosi orgoglioso dei suoi raggi. Quel giorno c'era soltanto lui, a illuminare l'azzurro del cielo spoglio dalle numerose nuvole che aveva caratterizzato i giorni precedenti. Quel pomeriggio di primavera passeggiavano in mezzo alle persone, mentre qualche parola o qualche sorriso accompagnavano le loro gesta.
«Finalmente ti lasciano respirare» aveva detto lei, mentre camminava lentamente guardandosi di fronte. Non lo aveva guardato dopo ciò che aveva detto, ma sapeva che probabilmente lui, avrebbe sorriso, essendo certamente felice per quella giornata di puro relax.
«Già, questo è davvero un meraviglioso pomeriggio. Sono contento che il mio giorno libero sia proprio oggi, inoltre sono felice di riempire questa giornata con la tua compagnia».
Fu allora che lei cambiò la direzione del suo sguardo, puntandolo su di lui, mentre esplodeva in un sorriso che descriveva tutta la sua solarità. Lui la guardò negli occhi, le sorrise e disse «Sei bellissima». Il sorriso di lei era diventato leggermente più timido, le sue guance si accesero in un rosso vivo, mentre i suoi occhi avevano preso a splendere. Non rispose, fece una risatina imbarazzata e abbassò lo sguardo nuovamente sul marciapiede.
Dopo quell'attimo, caddero in un piacevole silenzio, lui la guardava di tanto in tanto, mentre lei faceva lo stesso. Poi il silenzio svanì. Il telefono di Joseph iniziò a squillare, lui guardò lo schermo, alzò gli occhi al cielo e rispose.

Eclissati Dall'ombraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora