Capitolo 2

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Apro gli occhi poco dopo.

"Andrew?"-mormoro.

È chino su di me, che sono adagiata tra le sue braccia.

"È questa la tua reazione?"-chiede mio padre allargando le braccia "non vedi tuo padre da quando avevi sette anni, e non mi merito neanche un abbraccio?"

Sbuffa, falsamente scioccato.

"O perlomeno un 'papà, sei vivo!' "-continua "sono vermanete deluso. Insomma, faccio quest'effetto, Damien?"-mi indica allungando una mano verso di me.

Lo guardo indignata mentre Andrew ed Adam mi aiutano ad alzarmi.

"Però"-dice dopo un po' "mi assento nove anni e ti ritrovi già in un triangolo amoroso?"-ride "complimenti, Lenah."

"Anzi, fate a me i complimenti, ragazzi. L'ho pur sempre fatta io"-ammicca, e io mi domando se è realmente mio padre.

Quando mi riprendo dal mio stato di shock, riacquisto la capacità di parlare:

"T-tu sei..."

"Vivo?"

"Un assassino!"-urlo.

Lui pare togliersi quel fastidioso sorrisetto dalla faccia.

Sbuffa.

"È stato un omicidio colposo"-si giustifica pietosamente "io la amavo, tua madre."

È serio, ma non voglio credergli.

Scuoto la testa, disgustata.

"Certo. Voi uomini dite sempre che ci amate, ma poi non fate mai niente per dimostrarlo"-dico, indirizzando la frecciatina soprattutto ad Adam.

Il diretto interessato mi fissa, la mascella serrata.

Mio padre ride sommessamente.

Fa per dire qualcosa, ma poi fortunatamente ci ripensa.

"Rimani per la cena, Tom?"-chiede Damien.

"Grazie, sì."

Sto vivendo un incubo.

Lentamente, mi scosto da Andrew e salgo in bagno per una bella doccia calda.

Pain is humanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora