Capitolo 31

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"Ash, che succede?"-le domando ancora, con voce preoccupata.
Sento il suo singhiozzo dall'altra parte del telefono.
"Io...l'ho ucciso, Lenah. Ho ucciso Brendan."
Rimango di sasso, mi trasformo in una statua, paralizzata completamente da questa terribile affermazione.
"Mi devi aiutare...per favore."
"Cosa significa che l'hai ucciso ?"-chiedo tentando di nascondere il panico che mi sta assalendo.
Passa un minuto di silenzio, riempito solamente dal respiro affannoso di Ash.
"Credo di averlo ucciso, non...non ne ho idea, io...non lo so!"-esclama dopo un po'. "Mi ha aggredita, ha iniziato ad urlarmi contro come suo solito. Mi sono spaventata ed ho afferrato la bottiglia di vino che era sul tavolo della cucina, così l'ho colpito alla testa. Per difendermi. Capisci? E adesso non si muove più."
Il suo tono di voce è diventata improvvisamente fredda e non è più così tremante.
Afferro la cornetta con entrambe le mani, il mio sguardo allarmato ricade inevitabilmente su Adam, che ha alzato un sopracciglio.
"Devi venire subito, Lenah. Ho bisogno d'aiuto"-implora Ash.
Annuisco, anche se so perfettamente che lei non può vedermi.
Chiudo la conversazione, ancora parecchio stordita e mi rivolgo ad Adam: "Devo andare da Ash"-mormoro, avviandomi verso la porta.
"Non abbiamo ancora finito di parlare."
"In questo momento la nostra conversazione è l'ultimo dei miei problemi. Quindi, se non vuoi accompagnarmi, non importa: troverò il modo di andarci da sola."
Con la coda dell'occhio, vedo Adam stringere i pugni con forza per poi aprire le mani.
"D'accordo"-sospira infine. "Ti accompagno io."

Poco dopo entro in casa di Ash, che non appena apre la porta, mi getta le braccia al collo con un'espressione disperata.
"Ti giuro che non avrei mai voluto tutto questo"-esordisce guardandomi con occhi spalancati, mentre scuote la testa.
Raggiungiamo la cucina, dove riconosco il corpo di Brendan a terra, con un profondo taglio sulla testa dal quale esce ancora il sangue, copioso.
"Oh, mio Dio"-sussurro portandomi le mani alla bocca.
"Ultimamente Brendan era diventato così irascibile...per qualsiasi stupidaggine, iniziava ad urlarmi contro, ad aggredirmi e a minacciarmi. Non ce l'ho fatta più, Lenah. Sono semplicemente esplosa.
Non avevo intenzione di ucciderlo, certo, ma è stato tutto così veloce...io volevo solamente difendermi, per una volta."
"Ash"-la chiamo, afferrandola per le spalle. "Dobbiamo chiamare la polizia. Un'ambulanza. Brendan ha bisogno di aiuto, per prima cosa. Dopodiché se ne occuperanno le forze dell'ordine, stai tranquilla. Adesso non possiamo lasciarlo così."
Chiudo gli occhi, per evitare di guardare ancora la ferita di Brendan, provocata dal colpo della bottiglia di vino che ormai giace a pochi metri dal corpo in un ammasso di cocci di vetro, bagnati dal liquido rosqso che si mescola al sangue.
Ash annuisce, poi afferra il telefono con le mani che le tremano.
Lancio un'occhiata fuori dalla finestra della cucina, attraverso la quale scorgo la macchina di Adam parcheggiata sul vialetto, con lui al volante.
Gli ho detto io di aspettare in auto, ma a questo punto mi chiedo se abbia fatto bene a non dirgli ciò che è realmente successo.
Cinque minuti dopo l'ambulanza arriva davanti casa di Ash, seguita dalle sirene della polizia che preannunciano l'arrivo di due vetture.
"Si può sapere che cazzo sta succedendo qui?"-sbraita Adam entrando insieme ai due uomimi vestiti di bianco che portano via Brendan su una barella, per poi caricarlo sull'ambulanza.
Entrano anche due poliziotti, che nel frattempo fanno delle domande ad Ash, che si tiene il volto fra le mani.
Adam mi prende da parte, tirandomi per il braccio.
"C'è qualcosa che mi devi dire, Lenah?"
Mi massaggio le tempie con le dita, poi socchiudo gli occhi, mentre inizio a spiegargli cos'ha fatto la mia migliore amica. E credo sia la cosa più difficile che abbia mai fatto in vita mia.
Adam è sconvolto, fa per dire qualcosa, ma la mia attenzione è rivolta ai due agenti di polizia che stanno portando via Ash, il cui volto è rivolto a terra.
"Dove la state portando?"-esclamo, avvicinandomi a loro.
Tra i due uomini, è quello alto con i baffi ed incredibilmente magro a rispondermi:
"In centrale. Abbiamo ancora alcune domande da farle. E anche a voi due, perciò seguiteci."
Adam mi rivolge uno sguardo preoccupato, poi ci dirigiamo verso la macchina.

Tre ore dopo, siamo finalmente liberi di tornare a casa. Tutto ciò che volevano sapere da me ed Adam era se fossimo stati presenti nel momento dell'incidente e chi fossimo per Ashley, che, dopo aver confessato ogni cosa, resterà ancora del tempo in centrale, almeno finché non ci saranno notizie sulle condizioni di Brendan dall'ospedale.

"Avresti dovuto dirmelo subito. Potevamo rischiare di venire arrestati per un qualcosa che noi non abbiamo fatto"-dice Adam una volta tornati a casa.
"Abbiamo solamente fatto da testimoni. Non siamo ritenuti colpevoli per un crimine che non abbiamo commesso e neanche Ash. Non voleva ucciderlo. La polizia capirà."
Adam sbuffa, come se fosse divertito.
"Sei ingenua se credi davvero che la polizia capirà la posizione di Ash, nonostante lei abbia tutte le buone intenzioni. Se Brendan morisse, si tratterebbe di omicidio colposo. E se sopravvivesse con conseguenze gravi o meno, ci sarà comunque un processo. La polizia non si fa scrupoli, Lenah."
Il tono duro di Adam mi fa aprire gli occhi e finalmente riesco a comprendere ciò che è la nostra realtà. Una realtà dove la legge è uguale per tutti, ma che poi non è mai così. Una realtà dove la corruzione e i favoritismi sono all'ordine del giorno.
E finalmente comprendo anche perché Damien passi così impunito alla legge, nonostante le sue azioni così crudeli. Ed ecco perché Tom non è ancora stato arrestato.
Serro le labbra, mentre mi premo il palmo della mano aperta sulla fronte.
"Stai bene?"-chiede Adam.
"Non lo so"-sussurro "forse ho bisogno di riposo."
Mi sfilo la giacca e vado in camera da letto.

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