"Fortunatamente c'era tuo padre"-commenta Adam dopo avergli raccontato ogni cosa.
"Ovviamente eviterò di portarti con me le poche volte che ci andrò. È troppo pericoloso"-conclude.
Dopo aver parlato con Tom sono subito tornata all'interno del locale dove Adam mi cercava tra la folla.
Una volta ritrovati, siamo tornati immediatamente a casa.
Ed ora eccomi qui, nel bagno a pulirgli il viso dal sangue.
Adam geme sussultando un po' quando gli passo lo straccio che sto utilizzando su una ferita aperta.
"Adam"-sospiro "maledizione, sei ridotto davvero male."
Lui rimane in silenzio mentre finisco il mio lavoro.
"Grazie"-sussurra, poi mi schiocca un lieve bacio sulle labbra.
"Buonanotte."
Lo saluto anch'io, mentre mi accingo a fare una bella doccia calda.
Il giorno dopo, trovo Adam in cucina intento a preparare la colazione.
Gli sorrido e mi siedo su uno sgabello.
"Se continui così potrai fare benissimo il cuoco"-commento.
Lui ride.
"Chissà, forse hai ragione."
Il campanello suona improvvisamente, distogliendoci dalla conversazione.
"Chi sarà a quest'ora?"-Adam si volta verso di me.
Alzo le spalle mentre scendo dallo sgabello per andare ad aprire.
Rimango di stucco vedendo mio padre sulla soglia della porta.
Mi sorride alzando le sopracciglia.
"Sorpresa!"-esclama con finto entusiasmo.
"Che ci fai qui?"-gli chiedo con distacco mentre si accomoda dentro casa.
Chiudo la porta con un sospiro.
"Non sei felice che tuo padre sia venuto a farti una visita? Mi sembra di averti detto che ci saremmo visti presto, ieri notte."
Alzo un sopracciglio.
"Tom"-lo saluta Adam appoggiandosi alla parete.
"Ciao, Adam. Spero che tu stia trattando bene mia figlia."
Alzo gli occhi al cielo.
"Smettila di fare il padre premuroso, perché non lo sei mai stato. E poi, dannazione, smettila di dire che sono tua figlia! Sarai anche mio padre biologico, ma io non ti considero come tale."
Lui strabuzza gli occhi, sbuffa.
"Ma come sei monotona. Dici sempre le solite, inutili cazzate."
Sgrano gli occhi.
"Cosa?"-esclamo "se tu non me ne dessi modo, magari..."
"Non sai di cosa tu stia parlando, Lenah. Da quando mi hai incontrato non fai altro che ripetere cose prive di senso, ma ora, per piacere, dacci un taglio."
Sento la rabbia affiorare a poco a poco.
Serro i pugni.
"Sei tu quello che non sa quello che dice; hai ucciso mia madre! Come potrei mai perdonarti, fingere che non sia successo niente?"-sbotto.
"Mi sono pentito."
"Non cambia le cose"-ribatto secca "l'ho vista morire davanti ai miei occhi, ed ero solo una bambina di sette anni!"
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Pain is human
RomanceLenah Ariston si sta riprendendo dalla sua esperienza in manicomio; sta cercando di rifarsi una vita, ha conosciuto nuove persone. Una di queste è un ragazzo, Andrew Sheen, conosciuto in manicomio e che poi la ospita in casa sua, una volta usciti e...