XIV. Una scoperta stravolgente

191 14 38
                                    

Il volto di Astrid sbiancò al sentire le parole di Nikolaj.
L'avrebbe portata nelle sue stanze, e lei sapeva bene cosa significava.
Ora lei era sua moglie, era sua, e lui avrebbe voluto avere ciò che di diritto gli spettava.

Il principe la prese per il braccio, conducendola fuori dal salone tra le acclamazioni dei presenti.
La condusse attraverso i corridoi, fino ad un'area del castello in cui la giovane non era mai stata, ma che era certa fossero le stanze dell'erede di Estelle.
Quando la porta si aprì di fronte a lei, la sua supposizione si rivelò corretta.

Nikolaj non fu gentile, ma non la stupì. Lui non lo era mai.
Non ci furono carezze né parole d'affetto, e nemmeno le chiese se stesse bene, o, in seguito, se le avesse fatto male.
Semplicemente, le aveva ordinato di spogliarsi, e aveva fatto con lei ciò che desiderava.

In verità, Astrid aveva immaginato che sarebbe andata in quel modo, ma mentre lui stava sopra di lei, non poté trattenere una lacrima dal rogarle la guancia. Fuggì dalla coda del suo occhio, invisibile, come dovevano esserlo tutte le sue emozioni.
In quel momento non era tanto il corpo a farle male, infatti, quanto la ferita apertasi nel suo cuore, inflittale dall'affilata lama dell'amore.
Era un padrone tanto dolce quanto crudele, l'amore, capace di dare le più dolci gioie e le più dolorose sofferenze da un giorno all'altro...
Il destino, gentile e beffardo al tempo stesso, l'aveva costretta a sposare il fratello sbagliato.
Ma dell'amore di costui non poteva più fare a meno, e se questo era peccato, che così fosse.
Era meglio sprofondare negli inferi tra le braccia di Lionel che passare una vita da santa sotto il giogo di Nikolaj.

Non poteva sfidare il suo nuovo marito nella pratica, ma nell'animo lei poteva essere tanto forte quanto qualsiasi uomo.
Era provata, in quel momento, sì, ma non spezzata.
Poteva resistere, come le aveva insegnato l'amata madre.
Una principessa procedeva sempre a testa alta, a dispetto di ogni sfida. Così diceva la regina Aslïn.
E così avrebbe fatto, decise Astrid. Avrebbe mantenuto il suo orgoglio, la sua dignità, e avrebbe concesso il suo cuore solo a chi ne era degno.
Non avrebbe permesso che Nikolaj abbattesse il suo spirito, che la privasse della sua libertà.

Dopo che Nikolaj ne aveva avuto abbastanza, si adagiò sul materasso dandole le spalle.
Così finì la notte di nozze.
Ma ora Astrid era determinata a non dargliela vinta.
Con quell'atto, il principe aveva voluto dirle che di lei poteva fare ciò che voleva, ma non poteva, non aveva il controllo su tutto.
A cominciare dai suoi pensieri.

La notte, Astrid sognò Lionel, e quando si svegliò, al levarsi del sole ad oriente, per un attimo quasi pensò di essere ancora con lui nelle sue stanze, e che le nozze fossero state tutto un insopportabile sogno, una crudele invenzione della sua mente creata per tormentarla.
Sarebbe stato comunque meglio di quello che vide quando, in effetti, prese coraggio di guardare.

L'uomo che dormiva nel letto vicino a lei non era Lionel. Aveva capelli biondo dorato invece che nero corvino, e un'espressione dura persino nel sonno, in perfetto contrasto con l'usuale allegria sul volto del fratello.
Non se l'era immaginato. Nikolaj era suo marito ora, ed era lì accanto a lei, ancora fortunatamente attanagliato dalle grinfie di un sonno profondo.
Poteva quasi sembrare innocuo mentre dormiva, nonostante il modo in cui arricciava il naso con fare infastidito e assottigliava le labbra.
Era anche un bell'uomo a prima vista, dopotutto, e Astrid era rimasta affascinata la prima volta che aveva posato lo sguardo su di lui.
Ora che però la principessa sapeva com'era, quel cipiglio era una semplice dimostrazione del suo carattere.
Sia che fosse sveglio sia che dormisse, Nikolaj non sorrideva mai genuinamente, o, se anche lo faceva, lei non l'aveva mai visto.

Ma non le importava più, ormai sapeva abbastanza di lui per concludere che non sarebbe mai cambiato.
Ciò che importava era che dormiva, e mentre non era desto non poteva dirle che cosa fare.

Un Rubino per la Regina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora