Proprio come aveva previsto, Astrid non incontrò nessuno lungo la strada che saliva verso Karsig.
Aveva impiegato diversi giorni di cavalcata solo per raggiungere i piedi della catena montuosa, ma era quello il tratto di strada che sarebbe stato più arduo compiere.
Quella era una via tortuosa, ripida, dalla natura aspra. Si inerpicava sù per le pendici di Vårg Ærglings, quasi completamente priva di vegetazione, salvo per qualche arbusto tenace le cui radici affondavano nella dura roccia.
Ovunque la principessa volgesse lo sguardo, il paesaggio era quello, sassi e ciottoli e alberelli dai rami nodosi e spogli.Solo quando giunse all'altopiano in cima alla montagna, su cui si ergeva la città, i sentieri accidentati e le rocce irregolari lasciarono il posto a strade acciottolate, case e negozi.
Le donne si aggiravano per le piazze, svolgendo le loro mansioni quotidiane, e i bambini giocavano a rincorrersi per i vicoli, impregnando l'aria delle loro risate cristalline.Certo, non erano molti gli uomini che si potevano vedere per le strade, essendo la maggior parte di loro andati in guerra, ma a parte ciò tutto sembrava in pace.
Si respirava un'aria più spensierata, quotidiana, rispetto all'atmosfera che si percepiva in pianura, come se tutta la sofferenza e la paura che erano dilagate ai piedi dei monti non avessero raggiunto quei luoghi.
Forse era davvero così.
In fondo, neppure i nemici più arditi avrebbero avuto l'audacia di attaccare l'altopiano. Nessun esercito avrebbe potuto vincere, se avesse dovuto marciare attraverso gli aridi terreni e gli ardui passaggi che vi conducevano, solo per doversi poi trovare ad assediare una fortezza, stanchi e privi di approvvigionamento.E le persone sapevano di essere al sicuro, sapevano che, comunque andasse, le loro terre non sarebbero state saccheggiate dagli estellensi, e perciò erano sereni.
Pareva quasi di trovarsi in un altro mondo, lassù.
Persino il sole brillava con più splendore, lì dove le nuvole si trovavano sotto ai piedi della gente invece che sopra alle loro teste.Astrid si ritrovò a guardarsi intorno, meravigliata come se stesse vedendo il tutto per la prima volta.
In verità era già stata lì.
Era solita andarci con sua madre, quando era ancora una bambina.
Lei, Magnus e la madre avevano passato più di una settimana lì, ospiti della famiglia della regina.
I ricordi, seppur frammentari, c'erano ancora: ricordava le giornate passate a giocare nei corridoi del castello, a rotolare giù per i pendii nei giardini con suo fratello e i suoi cugini, le sere trascorse nella biblioteca, accanto al nonno materno, lord Kjellard, ad ascoltarlo narrare le sue storie.
Aveva voluto molto bene al nonno, e la notizia della sua morte, avvenuta ormai quasi otto anni prima, le aveva spezzato il cuore.Ora era uno dei cugini della principessa a governare quelle terre, il figlio del defunto zio Vajlner.
Fu da lui che Astrid chiese di essere condotta.
Si era presentata alle porte del grande castello, rimasto esattamente come lo ricordava.
Le mura di pietra massiccia erano ancora completamente intatte, segno che niente e nessuno era mai riuscito a scalfirle, neppure il tempo, il nemico più crudele, e anche il più perseverante.
C'erano poi le torri di guardia, tanto imponenti da sfiorare il cielo, sulle quali svettavano gli stendardi della nobile stirpe che da secoli regnava su Karsig, raffiguranti una maestosa aquila sorvolante la cima di un'altura.Le guardie la fecero passare non appena si fece riconoscere, e una di loro la scortò attraverso le mura della tenuta.
Durante il tragitto, Astrid poté constatare che anche all'interno nulla era cambiato.
I dipinti, gli arazzi...ogni cosa era esattamente dov'era stata sei anni prima, l'ultima volta che la ragazza aveva visitato quel luogo.
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Un Rubino per la Regina
FantasyAstrid ha appena diciannove anni, e il futuro del suo regno sulle spalle. Come principessa di Merithia, sorella del giovane re Magnus, ha il dovere di sposare il figlio primogenito ed erede del re di Estelle, poiché con le sue nozze si creerà un'al...