Un drago, in carne ed ossa.
Ciò che vedeva era inconfondibile, eppure Lionel non riusciva a credere ai propri occhi.
Doveva essere un'illusione, non poteva essere altrimenti.
I draghi erano tutti morti nella guerra di ribellione...Quando vide la figura che montava la bestia, si convinse ancora di più che dovesse trattarsi di un qualche sortilegio.
Astrid non poteva davvero essere lì, in groppa ad una creatura estintasi secoli or sono.
Era semplicemente...impossibile.Doveva trattarsi di una magia.
Se anche un nemico gli avesse stregato la mente per distrarlo e renderlo inoffensivo, tuttavia, se anche fosse morto in quel momento, il principe non riusciva a pensare ad un modo migliore di passare i suoi ultimi attimi di vita se non ammirando la sua amata.
Era da mesi che non la vedeva se non in sogno, e lei era ancora più bella di quanto la ricordasse.
Si sarebbe potuto perdere nella contemplazione della ragazza per l'eternità.
Tutto il resto passava in secondo piano, come se svanisse, come se ci fosse solo lei al mondo.
Per Lionel era così. Per lui l'unica cosa che contasse, in quel campo seminato di cadaveri, era lei.
Non gli importava neppure se niente di tutto ciò era reale.
Gli bastava solo poterla rivedere, un'ultima volta.
Un'ultima volta, poiché sapeva che oramai la guerra era giunta alla sua fine.
Quel sortilegio che si divertiva a giocare con la sua mente e con il suo cuore doveva essere l'arma finale...chissà quale stregone avessero assoldato suo padre e Nikolaj per lanciarlo.Le grida degli uomini giungevano attutite alle orecchie di Lionel, ma le sentiva comunque.
Non trovava spiegazioni a quelle urla se non una: li stavano uccidendo.
E lui era pietrificato, incantato dall'illusione che gli si presentava davanti agli occhi, così meravigliosa da renderlo incapace persino di distogliere lo sguardo.E poi sentì una voce, distinta sopra tutte le altre.
L'avrebbe riconosciuta tra mille suoni."Lionel!" gridò Astrid, "Fai attenzione, dietro di te!"
Che fosse frutto della sua immaginazione o meno, quel richiamo lo scosse dal suo stato di trance, in tempo affinché lui si rendesse conto della spada che stava per colpirlo alle spalle.
Riuscì a voltarsi appena in tempo per parare l'attacco, trovandosi così di fronte ad un'altra persona che, suo malgrado, conosceva bene."Nikolaj, speravo che il nostro ultimo incontro ti avesse convinto a desistere da questa follia."
"Allora davvero non mi conosci, fratellino" rispose il biondo, assestando un altro potente colpo in sua direzione, con la furia negli occhi, "Dovresti sapere che non mi piace essere umiliato."
Sul campo di battaglia era insorto il caos: gli uomini, sia merithiani che estellensi, fuggivano il più lontani possibili, correndo tutti insieme come un branco di cervi spaventati dalla vista di un cacciatore, ormai incuranti delle proprie fazioni di appartenenza.
E pur in mezzo a quella mischia, i due principi non si smossero dalla propria postazione.Un'altra volta, Lionel si trovò ad affrontare il suo rivale, il suo peggior nemico, suo fratello.
Aveva sentito dire che fosse sopravvissuto, nonostante le ferite inflittegli, e scioccamente aveva sperato che sarebbe finita, che Nikolaj avrebbe smesso di cercare vendetta nel nome del suo ego ferito.
Che cosa stupida da pensare, che una sconfitta l'avrebbe fermato...
No, con suo fratello era il contrario. Aveva solo fatto sì che diventasse ancora più ossessionato dall'idea di ucciderlo.Quando i due eserciti si erano scontrati di nuovo, dopo quella volta, Lionel aveva avuto la conferma di aver commesso un errore.
Lasciandolo in vita, dandogli fiducia anche dopo tutto ciò che Nikolaj aveva fatto per provargli che non ne era degno, aveva condannato molti altri uomini alla morte.
Per non macchiarsi del sangue di suo fratello, si era indirettamente macchiato di quello di centinaia di innocenti.
Era stata una scelta egoista, se ne era reso davvero conto allora...ma allora perché ancora non riusciva a immaginare di dargli il colpo di grazia?
Forse, in fondo al suo cuore, aveva sperato di poter ancora sistemare tutto.
In fondo, sperava ancora nell'affetto della sua famiglia.
Si sentì sciocco anche solo per averlo pensato.
Suo fratello non l'avrebbe mai perdonato, tantomeno amato. Non l'aveva fatto quando erano bambini e Lionel era senza colpe, e di certo non l'avrebbe fatto ora che lui gli aveva sottratto la moglie e l'aveva quasi ucciso.
STAI LEGGENDO
Un Rubino per la Regina
FantasyAstrid ha appena diciannove anni, e il futuro del suo regno sulle spalle. Come principessa di Merithia, sorella del giovane re Magnus, ha il dovere di sposare il figlio primogenito ed erede del re di Estelle, poiché con le sue nozze si creerà un'al...