XXVI. Una corona di sangue

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Astrid non avrebbe mai pensato che avrebbe rimesso piede ad Estelle, dopo la sua fuga, tantomeno immaginato di farlo come futura moglie di Lionel.
Tornò con il pensiero a ciò che era successo nei giardini di Aldërk solo qualche giorno prima. La giovane non riusciva a crederci, ma era tutto vero, non era un sogno: si sarebbero sposati.
Che il re e il nobili approvassero o meno, il principe le aveva promesso che non sarebbe importato, che nulla l'avrebbe trattenuto dal chiamarla sua moglie.
D'altronde Lionel aveva ragione, lui aveva sempre fatto di testa sua.
Quella volta non sarebbe stata diversa.

Quando aveva parlato della proposta di Lionel con Magnus, il giovane re di Merithia aveva semplicemente sorriso, con un'espressione che pareva voler dire "Io lo sapevo".
Inutile dire che aveva dato loro la sua benedizione, affermando che, se era quello ciò che la sorella voleva, lui non poteva che acconsentire, aggiungendo "Dopo ciò che è accaduto a causa dell'uomo che ti ho imposto di sposare, non credo di essere in diritto di obiettare alle tue scelte."

E così, dato l'addio a suo fratello, con la promessa di scrivergli e di andare a trovarlo, Astrid era montata a cavallo per seguire il suo amato fino alla capitale del suo regno.

Durante il loro ritorno ad Estelle, si procedette lentamente.

I nobili non volevano che si sapesse, ma le condizioni di re Erik ancora non miglioravano.
Anzi, pareva che, più il tempo passava, più la sua salute peggiorava.
Eppure il sovrano continuava a cavalcare, invece di lasciarsi trasportare da altri, forse troppo orgoglioso per fare altrimenti.
Tanto orgoglioso, apparentemente, da far sì che nessuno degli uomini che formavano il contingente estellense potesse anche solo immaginare che non si fosse ripreso.
Neppure Astrid ne sarebbe mai venuta a conoscenza, se Lionel non le avesse confidato lo stato in cui versava suo padre.
Era per quello che non percorrevano mai lunghi tratti di strada, le aveva raccontato. Era quella la causa delle continue pause, fatte proprio in modo da permettere al re di riposare e riprendere le forze per riprendere il viaggio.
Il principe riteneva che non sarebbe servito, se suo padre fosse andato avanti a quel ritmo, per lui chiaramente troppo sostenuto.

E quando infine, ormai giunti alle porte del castello, Erik cedette alle proprie ferite e cadde da cavallo, non fu neppure una vera sorpresa.
Non per chi sapeva in che condizioni si trovasse, almeno.

Immediatamente, voltandosi verso le guardie che gli erano accanto, Lionel ordinò "Portatelo dentro."

I soldati eseguirono, sollevando il corpo inerte dell'uomo e trasportandolo all'interno del castello. 
Coloro che erano stati tenuti all'oscuro, d'altro canto,—e così i popolani che si trovavano nelle vicinanze—,non riuscirono a trattenersi dal trasalire per lo stupore.
E poi cominciarono quei mormorii a malapena udibili, un chiaro segno del fatto che l'avvenimento aveva attirato il loro interesse.

Astrid riuscì a captare alcuni spezzoni delle loro conversazioni.

"Avete visto?" sussurrava uno, indicando il punto che era presto diventato il centro dell'attenzione di tutti.

E "Credete che Sua Maestà sta morendo?" domandava un altro.

Queste voci si mescolarono a centinaia di altre, tanto da creare un brusio in cui non si distingueva più alcun suono, ma era semplice indovinare quale fosse il filone che legava tutti quei discorsi: il malessere di re Erik, oramai reso—seppur accidentalmente—pubblico.

La morte di un sovrano non poteva che essere destabilizzante per un regno, in fondo, soprattutto in seguito ad una guerra, ma non tutti la vedevano come un male.
Alcuni, la principessa merithiana aveva udito dire, speravano nell'ascesa al trono del principe, che vedevano come un uomo carismatico, più adatto al governo rispetto al freddo e ambizioso padre e al crudele fratello, oramai ridotto in cenere.
Con costoro, lei non poteva certo negare di trovarsi d'accordo.
Lionel era ben voluto dalla maggior parte del popolo, e naturalmente, non si poteva negare il suo fascino. Lei prima di tutti ne aveva fatto esperienza in prima persona, e quell'aspetto di lui l'aveva colpita sin dal loro primo incontro.
Astrid era certa che sarebbe stato un buon re.
Si chiedeva, tuttavia, se lui lo desiderasse veramente.

Un Rubino per la Regina Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora