Capitolo 25: arrivederci, non addio

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E poi lo vedo.

La schiena appoggiata al muro, i capelli in disordine e pieni di polvere, i vestiti sporchi e le scarpe consumate. Non sembra vedermi, perchè ha la testa chinata e appoggiata sulle sue braccia incrociate, mentre le gambe sono piegate in corrispondenza del naso. 

Il mio cuore inizia ad accelerare, e vengo pervasa da un senso di paura e insicurezza. Il respiro si fa affannoso, e di colpo non sento più freddo.Non credo a quello che sto vedendo.

Ad un tratto quella figura alza lo sguardo, accorgendosi finalmente di me. Fa un sorriso, seppur con fatica, e rendendo così visibile il suo volto: un volto segnato dalla stanchezza e dalla mancanza di esposizione alla luce prolungata, e questo è visibile grazie alle occhiaie scure e viola che gli circondano gli occhi. Per poco non svengo. 

Credo che sia un'altra delle mie visioni dettata dalla stanchezza e dallo stress. Eppure mi sembra così reale...

Ha i polsi liberi, al contrario mio, e su di essi vi sono tanti piccoli tagli. Cicatrici ancora sporche di sangue, indice del fatto che non sono state curate. Noto dell'altro sangue vicino al suo orecchio, indice forse di una caduta. Ha anche un po' di barba non curata, cosa che non è da lui. Accanto a quella figura, in corrispondenza del suo ombelico ma sul pavimento, c'è un frammento di mattonella, con cui probabilmente si è liberato.

Non riesco a dire neanche una parola. Non riesco neanche a chiedergli se è reale o se è frutto della mia immaginazione. Lui anche non parla, ma mi guarda e basta, con un grande sorriso. 

Ad un tratto alza entrambe le mani, poi si aggiusta goffamente il ciuffo, nonostante ormai sia sporco di polvere e privo di ordine. Una volta finito, incrocia nuovamente le braccia, continuando a guardarmi in silenzio.

- Melissa... - mi dice con la sua voce candida e tremante. Il mio cuore fa un salto, poi sorrido, nonostante in me, in questo momento, vi siano sentimenti contrastanti. Molto distinti.

- Sei reale? - gli chiedo con gli occhi pieni di lacrime, poi lui annuisce piano e si tira anche un pizzico, come dimostrazione. E' sempre stato un ragazzo scherzoso, e che soprattutto amava sdrammatizzare nei momenti più difficili e tristi. Persino l'unica volta in cui abbiamo litigato ha cercato di farmi ridere, e ci è anche riuscito. Ovviamente successivamente chiarimmo, anche perchè il motivo scatenante della nostra litigata non era grave, ma il solo fatto che lui aveva cercato di farmi rilassare lo avevo apprezzato molto. Insomma, è per questo motivo che non capisco il perchè del suo comportamento con Patrizia. Cioè, mi è difficile credere al fatto che lui si sia comportato in questo modo con lei, ma Patrizia non stava mentendo. Non ne avrebbe motivo, e il dolore nei suoi occhi era vero.

- Ma... come? - gli chiedo tentennando. Lui mi guarda in modo strano, quasi pensieroso, per cui decido di continuare io il discorso - pensavo fossi morto... o almeno così mi hanno detto... - spiego, poi sul suo viso compare un'espressione di stupore mista al dolore.

- Non capisco... - dice scuotendo la testa e con un'espressione corrucciata - io sono sempre stato qui... - finisce. 

La mia mente analitica mi impone di pensare che io sia diventata pazza, e che questa sia solo un'immagine di consolazione prima che ritorni Cataldo, ma il mio cuore mi dice che lui è davvero qui, e che forse c'è una spiegazione più oscura e complicata di un semplice finto omicidio. 

- Io sono venuta qui per te, perchè pensavo fossi morto, e adesso ti trovo qui, vivo e vegeto, anche se un po' trasandato. Sono davvero diventata pazza! Per favore, se hai qualcosa da dirmi prima che Cataldo mi elimini per sempre da questo mondo,  dilla e basta perchè sono stanca di soffrire così - dico piangendo.

- Melissa, ma cosa stai dicendo? Io sono proprio qui! Io non so cosa sia questa faccenda della mia morte, ma ti posso dire come mi sono ritrovato qui - dice, e dalle sue parole sembra sincero, ma la mia mente ancora rifiuta di credergli - una sera stavo ritornando a casa dopo un'uscita con i miei amici, e qualcuno mi ha colpito alle spalle. Dopo un lungo periodo di buio totale, in cui mi sono sentito smarrito e ho creduto davvero di essere morto, mi sono risvegliato qui, con la testa dolorante, e legato - 

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