Capitolo 1: la telefonata

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L'adolescenza è quel periodo della nostra vita in cui o è tutto o è niente, nelle relazioni, in noi stessi, nella scuola o negli hobby. Vogliamo sempre raggiungere il massimo, e vogliamo continuamente certezze: certezze su ciò che verrà, su cosa cambierà e su cosa non cambierà. Abbiamo continuamente paura che i nostri equilibri vengano distrutti da qualcuno o da qualcosa, ma soprattutto abbiamo paura di non essere in grado di affrontare le situazioni improvvise. O forse abbiamo più paura di confrontarci con gli altri, che spesso sono migliori di noi e non vogliamo accettarlo. E ci sminuiscono, involontariamente, ogni giorno, ma noi indossiamo un sorriso e affrontiamo la giornata. 

L'adolescenza ha molti capitoli comuni ad ognuno, che sono soggetti a modifiche continue. C'è la famiglia, che nonostante i continui litigi in cuor nostro sappiamo che sarà sempre lì per noi pronta a sostenerci e ad incoraggiarci a compiere i nostri passi; poi ci sono gli amici, che in questo momento particolare e speciale della nostra vita sono l'appoggio più importante, poichè con loro ci troviamo, ci confrontiamo e ci aiutiamo a vicenda anche nelle situazioni più scomode che non vorremmo raccontare ai nostri genitori (eppure posso dirvi che la famiglia darà sempre i consigli migliori in tutti i campi, garantito), ma sono anche quelle persone con cui potremmo litigare per ore per poi fare pace dopo poco tempo; infine ci sono i primi amori, quelli che non dimenticheremo mai, e sono quelli che ci segnano di più perchè grazie a loro impariamo tutto quello che poi, da adulti, porteremo nel nostro cuore come un nostro piccolo bagaglio sentimentale. 

Ma allora perchè molti adolescenti si sentono soli? Perchè si sentono così nonostante tutti gli amori e gli amici? Credo che dipenda dal fatto che nella nostra vita ci fidiamo di troppe persone e spesso veniamo delusi, soprattutto dalle persone a cui tenevamo di più e a cui avevamo dato tutto. Ma sono proprio queste esperienze che formano l'adulto che c'è in noi e lo preparano al mondo esterno, dove davvero si viene continuamente delusi e presi per il culo. 

Cammino nelle strade della mia amata Roma e riesco a scorgere già i primi turisti che si fermano di tanto in tanto in qualche negozio per comprare un ricordo di questa splendida città. Saluto Anna e Giuseppe, la coppia che ha la pasticceria dove vado a prendere il cornetto per me e Antonella, la mia migliore amica, ogni mattina ormai da anni. E' diventata una vera e propria abitudine, e per loro è come se fossi una figlia.

-Un cornetto al pistacchio con granella di nocciola e uno al cioccolato?- mi chiede Anna sorridendo.

-Sempre, lo sai- rispondo sorridendo, mentre Giuseppe prende con due tovaglioli i nostri cornetti e li mette accuratamente in una bellissima bustina con il disegno del Colosseo in bianco e nero.

-Il giorno in cui tu e Antonella cambierete gusti si abbatterà una tempesta- commenta Giuseppe ridendo mentre ripone i soldi nella cassa.

Sorrido ed esco leggera dalla pasticceria portando con me un profumo di cornetti appena sfornati e caffè. L'odore della mattina. 

Mentre cammino inizio a mangiare il mio cornetto pieno di cioccolato, facendo attenzione a non sporcarmi, mentre piano piano mi avvicino alla mia scuola. Nella strada accanto a me ogni tanto vedo sfrecciare delle coppie di fidanzati con il motorino che si muovono a zig zag per sfuggire al traffico perenne della capitale. I vigili stanno preparando le prime multe e delle persone stanno già litigando per il parcheggio. Insomma, c'è soprattutto odore di normalità.

Arrivo nel cortile della mia scuola e saluto timidamente il gruppo di miei compagni di classe che sono grandi amiconi e che fumano e bevono come se fossero già adulti. Ho provato a bere qualche shottino una volta con Antonella, ma non mi è piaciuto. il fumo? Non se ne parla. Mi siedo sulla panchina più nuova e pulita che ci sia e scrivo un messaggio alla mia migliore amica per avvisarla del mio arrivo. Mi risponde subito.

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