Capitolo 11: troppe domande, nessuna risposta

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Alessia mi guarda con la faccia rigata dalle lacrime, poi mi bacia. E tutto intorno il resto scompare, compresa la tempesta fuori.

È una sensazione strana, quasi sconvolgente. Non so se mi piaccia o meno, ma so che mi fa stare bene al momento. E questo è ciò che conta davvero.

Quando baciai Alberto per la prima volta fu diverso. Ma allora io ero diversa. Sarà perché non avrei mai pensato di provare qualcosa per un'altra ragazza? E ripeto, non che io abbia qualcosa in contrario, ma è solo che non me lo sarei mai aspettata. Un giorno una persona disse che, per far vivere le cose, è necessario farle accadere almeno una volta, oppure chiamarle con un nome, anche il più stupido che ci possa venire in mente. Forse, in fondo, ho sempre avuto un'attrazione per le ragazze, e adesso grazie ad Alessia è emersa. Forse adesso, per la prima volta in tutta la mia vita, io mi sento davvero libera di essere me stessa, senza dover pensare a cosa penseranno le altre persone. Adesso, per la prima volta, mi sento senza filtri.

La guardo per un attimo, con un'aria interrogativa e quasi incuriosita, poi la bacio a mia volta. Questa volta non mi sembra più strano, mi sono quasi abituata. Questa volta non sono stata presa alla sprovvista, ma ho deciso io cosa fare con lei. Alessia ha la bocca che ha il sapore di pizza margherita, ma è un sapore che mi piace. Dopotutto, non siamo qui per  giudicare il nostro alito, ma siamo qui per scoprire le parti di noi più nascoste. Mentre le nostre labbra continuano a toccarsi ancora e ancora, come se avessero aspettato solo questo momento da quando si sono viste per la prima volta, un pensiero mi pervade la mente: che mi abbia baciato solo per consolazione? Che mi abbia baciato solo per vendicarsi nei confronti di Matteo per quello che le ha fatto? Oppure, che mi abbia baciato perché ( e questa è la ragione più improbabile ) io le piaccio davvero? 

Ma allora io? Io perché lo sto facendo? Perché voglio colmare il vuoto che mi ha lasciato Alberto o perché lo voglio veramente?

Troppe domande, nessuna risposta.

Dovrei godermi il momento e basta. Dovrei prendere questo momento come una distrazione. Dovrei usare questo momento per scoprirei di più me stessa, per capire chi sono io. Magari lo stiamo facendo entrambe per lo stesso motivo. Magari domani mattina non ci penseremo già più e sarà come se non fosse mai accaduto. Magari Alessia domani tornerà a piangere per Matteo e io per Alberto. E magari questa notte sarà stata solo una piccola parentesi della nostra vita che non ha significato nulla.

Non so bene cosa fare o cosa dire. Cosa si fa in questi casi? Devo prendere qualche iniziativa o lasciare che la situazione ci trasporti? Oppure devo semplicemente aspettare che Alessia prenda qualche iniziativa al posto mio?

Alessia si alza piano dal pavimento inginocchiandosi, poi si sbilancia ancora di più per continuare a baciarmi. Io mi interrompo un attimo per guardarla meglio : ha il viso ancora rigato dalle lacrime, ma è più sereno. Che si stia sfogando?

- Sei sicura? - mi chiede Alessia sospirando quasi e guardandomi. Mi sta accarezzando la guancia destra con la sua mano fredda destra. La sua mano ha un profumo di cannella inconfondibile.

Io annuisco piano e timidamente, poi riprendiamo a baciarci. Alessia si scioglie lo chignon che si era fatta qualche ora prima con un gesto quasi aggraziato, come in un balletto. Infine, lo butta a terra vicino al letto, non curandosi di dove sia andato a finire davvero. Mi sento impacciata. Mi sento bloccata. Vorrei osare, ma non ne ho il coraggio. Nella mia testa le piccole Melissa sono ormai impazzite e corrono in giro per l'ufficio cercando una qualche soluzione, senza trovarla.
E così Alessia prende l'iniziativa. È come se mi avesse letto nel pensiero.

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