Capitolo 12: un vento leggero

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Mi sono riaddormentata senza neanche accorgermene. Apro piano gli occhi, poi mi guardò attorno. Nel frattempo i miei capelli si sono asciugati, seppur nel turbante, e anche il mio corpo ormai è asciutto. Mi sorprendo che l'asciugamano sia rimasto perfettamente annodato. Anche Alessia piano piano si sta svegliando: si sta stropicciando gli occhi e si sta stiracchiando. 

- Buongiorno - mi dice Alessia sorridendo.

- Ciao - dico timidamente, poi mi alzo dal letto e mi avvicino alla porta della stanza per uscire. Sì, dovrei is dire mezza nuda, ma non mi importa un granché. Che mi vedano!

- Dove vai? - mi chiede sedendosi sul letto e coprendosi il petto con le coperte bianche del letto.
- Vado a vestirmi, e dovresti farlo anche tu. Ti ricordi che stamattina devo andare in questura? Di nuovo - le chiedo posando la mia mano destra sulla maniglia circolare della porta.

- Cazzo è vero, allora vado a farmi la doccia e ci vediamo fuori - mi dice, poi si alza nuda dal letto e cammina verso il bagno.

Mi sento un po' delusa. Speravo mi dicesse qualcosa riguardo a ieri, ma invece non mi ha detto nulla. 

Alessia si ferma in piedi accanto alla porta del bagno, poi mi guarda.

- Ieri è stato bello... - commenta timidamente e non guardandomi negli occhi.

- È vero - commento sorridendo, poi esco dalla stanza e cammino scalza sul tappeto che si trova nel corridoio. Non c'è nessuno.


Alessia's pov

Entro nel bagno, poi mi metto addosso l'accappatoio bianco dell'albergo e mi siedo a terra, con la schiena appoggiata alla porta blu. Mi metto i palmi delle mani sulla fronte, poi mi rannicchio in posizione fetale. 

Matteo mi ha deluso moltissimo. In molti anni di relazione non mi sarei mai aspettata che facesse una cosa del genere. Proprio a me. Ma perché non sono stata con qualche altro ragazzo anche io? Perché lui sì e io no?

Ormai è più che sicuro che ci siamo lasciati, e questa cosa mi fa stare a pezzi. Mi sento vuota, ma non potrò mai capire il dolore che prova Melissa in questo momento. Perdere la persona che si ama, in senso letterale. Povera ragazza.

Quello che è successo ieri notte è stato semplicemente unico. Fin da quando l'ho vista in treno ho pensato che fosse fenomenale e bellissima, ma non avrei mai potuto immaginare che Melissa pensasse le stesse cose. Ieri mi sono lasciata andare, è vero, ma non perché io volessi dimenticare Matteo o perché volessi vendetta. L'ho fatto perché mi sentivo di farlo, e spero che lei lo capisca. Spero, inoltre, che lei non lo abbia fatto per dimenticare Alberto, non credo che lo sopporterei.


Melissa's pov

Dopo aver aggiustato i capelli in uno chignon delicato e ordinato, ed essermi preparata ad una giornata infernale, esco dalla stanza e Alessia è già lì: gonna di jeans, camicia elegantemente legata in un nodo morbido, e stivali. I capelli sono perfettamente aggiustati in una treccia. Infine, il trucco è impeccabile come al solito.

- Mi fa strano vederti vestita e aggiustata - commenta con un sorriso malizioso, e io arrossisco.
- Io voglio che tu sappia che quello che è successo ieri è stato perché lo volevo, e non perché io mi volessi vendicare di Matteo o perché volessi colmare il suo vuoto. So essere stronza, quando voglio, ma non lo sono stata in questo caso - dice mentre ci incamminiamo per avviarci, piano piano, in questura. Ho il cuore a mille, ma non perchè io abbia corso una maratona qualche minuto fa, ma perché la mia è pure ansia e agitazione. Agitazione perché non so cosa succederà oggi. Non so se verrò rapita è messa una stanza per essere picchiata e costretta a confessare, oppure se verrò direttamente arrestata per occultamento di prove. Una cosa, però, è certa: se avessi saputo chi lo voleva porto, sicuramente glielo avrei detto. 

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