Capitolo 6: Patrizia

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So you can keep me inside the pocket of your ripped jeans
Holding me closer 'til our eyes meet
You won't ever be alone, wait for me to come home

Ed Sheeran risuona nei miei sogni e rimbomba nella mia testa dolorante.
" Fantastico, ho i postumi di ieri sera " penso sedendomi di scatto sul letto e aggiustandomi goffamente i capelli spettinati. Prendo il cellulare per spegnere la sveglia, dopodiché controllo velocemente i messaggi di tutte le persone che la sera prima mi avevano data per dispersa. 

Mentre mi dirigo piano verso il bagno, sbadigliando di tanto in tanto e stiracchiandomi, decido di chiamare mia madre. Sarà preoccupata, e onestamente lo sarei anche io se mia figlia si trovasse da sola in una città che non conosce e, improvvisamente, non si facesse sentire per molto tempo.

< Ciao mamma > la saluto con la voce ancora del sonno mentre lavo il mio viso stanco a causa delle poche ore di sonno tormentate da Alberto soprattutto. Stanotte ho vissuto il momento in cui io e lui ci siamo ritrovati proprio qui, a Milano. 

La cosa interessante è che effettivamente non è mai successo.

Esatto, avete letto bene.

Non sono mai stata invitata da Alberto qui.

Ripenso nuovamente al sogno. E ancora. E ancora. Non mi sono mai fermata a pensare al motivo per il quale io non sia mai venuta qui. In realtà credo che la motivazione sia la stessa che mi corrode da quando l'ho conosciuto. Sicuramente aveva qualcosa da nascondere, e magari aveva paura che la scoprissi. Forse aveva già una fidanzata e aveva voglia di divertirsi con qualcun'altra durante l'estate, e questo spiegherebbe perché non rispondeva mai al telefono quando era con me, e perché non mi aveva mai invitato qui.

La verità la sa solamente lui, e ora se l'è portata con sè ovunque lui sia. Magari in questo momento si trova in qualche giardino angelico circondato da bellissime donne e sta ridendo per i pensieri strani che mi sto facendo. O magari si trova in una bella casa fatta di nuvole e si sta sentendo in colpa per quello che ha fatto.

Da ieri non faccio altro che pensare a dove si trovi in questo momento, a come si senta, e a con chi sia. Sicuramente è in un posto migliore, ma si sente realmente libero? O si sente ancora intrappolato in questo mondo? 

< Ciao mamma?! Solo ciao mamma? Melissa mi hai fatta preoccupare non ti ho sentita più ieri > esordisce mamma con la voce tremante.

< Scusa non volevo farti preoccupare, ieri sera sono uscita con la mia amica e siamo ritornate tardi in albergo...> continuo mentre mi vesto con i primi vestiti che trovo in valigia.

" Dovrei ingrassare... mi si vedono le costole " penso guardando il mio corpo nudo davanti allo specchio del bagno. 

" Dovrei anche rifarmi il seno...è troppo piccolo " continuo a pensare toccandomelo con entrambe le mani. 

Non ho mai avuto un bel rapporto con il mio corpo, l'ho sempre odiato. Ma diciamoci la verità, quale ragazza ha un bel rapporto con il proprio corpo? In tutto il mondo ci sono ragazze che si lamentano di avere il seno grande e lo vorrebbero piccolo, mentre altre lo hanno piccolo e lo vorrebbero grande. Oppure molte ragazze basse vorrebbero essere più alte per non sentirsi delle bambine accanto ai ragazzi, mentre altre vorrebbero essere più basse per non sentirsi dei grattacieli. Insomma, nel mondo nessuno si accontenta. Mi ripeto ogni giorno che dovremmo cercare tutti di piacerci di più, ma io sono la prima grande giudice di me stessa. Trovo sempre difetti.

< Tesoro dimmi che non sei stata con nessun ragazzo solo per colmare il vuoto di Alberto...>

Quelle parole mi fanno male. Davvero ci sono persone che pensano che basti una notte con un'altra persona per dimenticarne un'altra? Davvero ci sono persone che pensano che basti una notte con un'altra persona per dimenticare quella che ti ha fatto provare emozioni mai provate prima?

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