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LILI


Finalmente mi decido ed entro nella stanza di mia sorella,

Mi si aggroviglia lo stomaco nel vederla così, di solito sprizza vitalità da tutti i pori e sopratutto non sta mai ferma un attimo. Fa strano vederla immobile e calma, la calma è solo l'effetto dell'anestesia, ma fa strano lo stesso.

"Lils, avvicinati" sussurra. L'ennesima cosa strana. Camila ha di per sè un timbro di voce molto alto e anche volendo non riesce a sussurrare...invece ora...

Gli occhi mi bruciano da morire, e sento le lacrime riempirmi velocemente gli occhi.

Senza dire una parola, mi avvicino al letto e le prendo una mano, stringendogliela forte.

"Come sta il bambino, i medici non hanno voluto dirmi nulla per via delle emozioni, bla bla bla..." dice sforzandosi di essere allegra, nonostante gli sforzi non riesce ad essere energica.

Devo fare uno sforzo incredibile per non scoppiare a piangere, tuttavia cerco di cacciare dentro le lacrime.

"Cami, non devi preoccuparti ora, hai sentito i medici. Non puoi affrontare emozioni forti di questo tipo." Una lacrmi ma riga il viso, ma ciò nonostante cerco di sorridere.

"Perché mi dici così? è successo qualcosa di brutto?" fa cauta.

Non riesco più a trattenere le lacrime e mi maledico mentalmente, inizio a piangere cercando comunque di soffocare i singhiozzi, vorrei essere forte per mia sorella, ma ora come ora mi è praticamente impossibile.

"Cami, ti prego..." sussurro, accarenzzandole la mano, che tengo ancora stretta.

Scrolla le spalle e mi guarda negli occhi, con il suo sguardo triste.

"Ok..." dice con lo stesso tono, da me usato. "Raccontami un po'...come stanno gli latri, Mad mi ha detto che siete qui da tre giorni...".  "si anche tu" la interrompo cercando di farla ridere, con scarsi risultati.

"E Charles? Lui mi ha dato la forza di svegliarmi." sussurra.

Faccio un profondo respiro e per circa 20 minuti, pur di distrarla con altro, parliamo di quanto fosse stato carino il suo ragazzo e di quali parole dolcissime abbia usato, prima di svegliarsi.

Sono sempre stata convinta che nonostante tutti i loro 1000 problemi e le loro 1000 litigate, sarebbero tornati sempre insieme, e infatti ho avuto ragione.

Nonostante la conversazione che la distraeva -in apparenza- il suo sguardo si soffermava sul suo addome con le sue mani appoggiate sopra di esso.

Un groppone mi si forma in gola, e non posso fare a meno di notare la lacrima ribelle, che le scivola sul viso stanco.

Una volta uscita dalla stanza di mia sorella, scoppio in pianto silenzioso. Mi appoggio alla parete fredda, e mi ci lascio scivolare fino a sedemi sul pavimento, raccoldo le gambe abbracciandole con le braccia.

"Ehi." 

Alzo lo sguardo e vedo Cole seduto vicino a me, mi posa una mano sulla schiena e mi carezza piano.

"Tutta colpa mia. Lo sai vero?" sussurro, indicando la porta alle mie spalle.

"No che non lo è, tu non potevi saperlo." Mi asciuga una lacrima sotto l'occhio.

Squoto energicamente la testa. "Se io non fossi andata così su di giri per una cazzata, sarei rimasta nel vostro appartamento e avrei cercato di fermare Camila, che ora non si troverebbe in questa situazione di merda." abbasso lo sguardo, concentrandomi sulla punta delle scarpe, che in quel momento sembra essere la cosa più interessante, oltre agli occhi del mio ragazzo che cerco disperatamente di evitare.

Come se non ci fossimo mai conosciuti 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora