Parte 2. Cap 20. Paradosso

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Cammino, cammino e non so nemmeno dove sto andando

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Cammino, cammino e non so nemmeno dove sto andando.

La mente brucia.
La gola brucia.
Il petto brucia.

Sono immerso nei pensieri.
Immerso in un tunnel e cerco una cazzo di uscita.

Angela è la mia vita insieme ad Alican, ma vorrei tanto gettare il libro delle nostre vite e ricominciare a scrivere tutto da capo.

Mi sento così oppresso ora.
Non solo mi ha vietato di veder crescere mio figlio, ma pensa solo a quello che conta per lei.

Mio padre merita di sapere del suo unico nipotino. Dopo mio padre c'è anche mia madre, perché nasconderlo?
Perché non posso portare un pó di felicità nelle loro vite, visto che hanno dimenticato cos'è la felicità da quando è morta mia sorella?

Anche per me è una sofferenze vedere suo padre Claudio gioire per suo nipote.
Se non lo meritano i miei di saperlo, allora suo padre non merita di avvicinarsi a mio figlio.

Mi fermo su una panchina.
Il dolore è come se mi ha bloccato le gambe.

Guardo il cielo.
Non c'è nemmeno una stella, ma come possono esserci se a momenti viene a piovere?

Suona il telefono.
Messaggio di Angela

- Dove sei? - leggo e rispondo solo per tranquillizzarla
-Non molto lontano da qui - rispondo
-Vieni, ho bisogno di te - dice e mi manda in pacca ancora una volta il cervello

Non rispondo e non so nemmeno se tornare.
Ho bisogno ancora di stare un pó solo.
Di raccogliere me stesso.

Quelle foto scorrono nella mia testa.
Quel suo sorriso del cazzo è ancora davanti ai miei occhi.

"Calma Can! È una foto! Un semplice scatto! Magari ha sorriso nel sapere che il bambino stava bene. Niente di più"

Cerco persino risposte ad un misero sorriso di Angela su quella foto.

Più passano i minuti e più sembra si stia  scatenando il pandemonio dentro me.

La notte comincia a sentirsi.
È freddina e l'aria sottile passa sul mio corpo, facendomi rabbrividire.

Quando raggiungo casa sono ormai le quatto della notte.

-Sei sveglia? - scrivo dopo aver notato di non aver le chiavi

Aspetto la sua risposta.

-Come posso dormire se sei fuori in quello stato? - con faccino triste finale
-Sono fuori casa - dico e subito dopo vedo la porta aprirsi

Mi guarda ferma, all'uscio della porta con occhi lucidi.
Occhi gonfi e capelli scompigliati

Stiamo pagando amaramente i nostri sbagli
Stiamo pagando amaramente l'essere un Morruso o una Rizzo.

𝐏𝐢𝐮̀ 𝐈𝐧 𝐀𝐥𝐭𝐨 𝐃𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐋𝐮𝐧𝐚 [1 e 2 Volume] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora