Adoravo il mattino presto, non tanto perché fossi una grande mattiniera, no affatto, anzi era proprio il contrario, ma proprio per questo mi piaceva. La sensazione delle coperte, il calore dei raggi del sole che timidi filtrano dalle finestre, i capelli scompigliati e la tranquillità che si percepiva nell'aria; credo che Ray non facesse affatto caso a queste cose.
Ma quella mattina, per me una come tante, ancora non avevo la minima idea del pessimo risveglio che sarebbe capitato a entrambi.Quando misi piede fuori dalla mia stanza c'era molto silenzio, come se la casa fosse totalmente deserta, mi faceva sentire così piccola, si sentiva solo il rumore dei miei passi.
Una volta in bagno presi il mio spazzolino che condivideva il bicchiere con quello di Ray e quando stavo per mettere il dentifricio sulle setole le tende della doccia si aprirono e lo vidi; proprio li, dietro di me, riflesso sullo specchio. Era stato come se si fossero aperte le porte dell'inferno.<...Oh, buongiorno, dormito bene?.> Chiese il corvino in modo rilassato.
<Ehh?!...YIAAAAHHHH!.> Gridò Emma alla vista del ragazzo completamente svestito, cercando di coprirsi gli occhi con le mani, facendo cadere a terra dentifricio e spazzolino.<N-non sapevo fossi qui...e-ecco io, io non...wooh...ohhhh!?...> Per lo spavento la ragazza iniziò a indietreggiare, colpì il rotolo di carta igienica con le braccia che si srotolò e mise il piede sul dentifricio che aveva fatto cadere, scivolando a terra sotto lo sguardo divertito di Ray. <I-io...n-non ho visto niente lo giuro!.> Piagnucolò ancora con le mani sul volto, ricoperta di carta, tremendamente in imbarazzo.Le aree comuni, finché ognuno se ne stava nella propria stanza non c'erano problemi, ma non appena condividevamo gli spazi comuni a cui non eravamo abituati, cucina, salotto e bagno ecco che sorgevano i primi grattacapi.
Ma fu in quell'istante, si proprio lì, seduta a terra sul pavimento di quel bagno che capì che convivere con un ragazzo, sarebbe stato tutt'altro che semplice, oltre che doloroso, dato che era la seconda volta che cadevo a causa sua.<Ah-ahi...ahi ahiii!.>
<Sta ferma.> Disse lui tenendole ferma la gamba con forza.
<No fa male!, fermati!.> Gridò Emma con le lacrime agli occhi.
<Non ti agitare è peggio.>
<Non così forte, sii più delicato!.>
<...Quanto rompi.>
<Cattivo.>
<Stupida. Come faccio a medicarti se non stai buona!?. Guarda che non è colpa mia se sei caduta, dovevi bussare.>Quel giorno scoprì che Ray aveva tutte le carte in regola per diventare un ottimo infermiere; peccato che delicatezza e tatto non fossero il suo forte. Mi teneva ferma con la forza e non era affatto delicato, se ne fregava se piangevo o urlavo, era veramente pessimo.
Mi ero sbucciata un ginocchio cadendo in bagno, avevo colpito il bordo della vasca, non era nulla di grave, e Ray, ovviamente, non perse l'occasione di ridere di me, come ogni volta.<Ma si può alla tua età andare in giro conciata così ahahah.> Rise lui del cerotto sul ginocchio della coinquilina.
<Hey!?.>
<Ti sei sbucciata come i bambini...>
<Aaah...parlare con te è inutile.> Disse lei portando le borse della spesa lungo la viuzza che conduceva a casa. <Ma perché devo essere io a portarle, pesano!.>
<Hai perso a morra cinese.>
<Uffa...tu imbrogli a quel gioco!.>
<Non è vero, è che tu non sai bluffare.>
<Tu imbrogli!.> Esclamò lei posando le borse a terra, puntando il dito contro Ray dal basso del suo metro e cinquantatré.
<Non è vero!.> Ringhiò Ray incrociando le braccia.
<Invece si!...eh?.> Emma si distrasse da quella sciocca discussione non appena una bambina passò tra loro due. <Quella bambina, è tutta sola.>
<...Figurati.> Disse Ray lasciandole un occhiata. <La madre sarà qua in gir...hey!?.> Emma non gli diede ascolto e seguì la bambina. <Ahhhh...odio i mocciosi...> Balbettò infastidito.Alycia, ecco il nome di quella adorabile bambina, quatto anni di puro amore e vivacità.
Anche se rischioso, andammo alla centrale di polizia per denunciare lo smarrimento della bimbina e ci offrimmo, anzi, io mi offrì di badare a lei fino a quando la madre non si fosse fatta viva, ospitando la piccola nel nostro appartamento.
Adoravo i bambini, ci sapevo fare, avevo vissuto in un orfanotrofio per anni e mi era presa spesso cura dei bambini più piccoli, mi veniva naturale. Furono tante, innumerevoli le volte che pregai Yuugo di prendere un fratellino, ma non volle saperne, diceva che io ero più che sufficiente a fargli saltare i nervi e bhe, probabilmente aveva ragione.
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- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmma
FanfictionEbbene sì, ci sono ricaduta. Con l'arrivo della seconda stagione di questo favoloso anime, mi è anche tornata la voglia di scrivere una terza fanfiction sulla Rayemma, tanto amata e richiesta da tutti voi. Stavolta ho optato per una storia un po' di...