7 |Fiori di ciliegio|

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¤...Sono in super ritardo lo so...👉🏻👈🏻 perdonatemi ma la scuola mi tiene parecchio impegnata e cercare le idee e scovare le immagini mi porta via davvero molto tempo. Ma non voglio dilungarmi, so che lo attendevate in molti quindi vi lascio al capitolo.¤

Mi stavo lentamente abituando alla mia nuova vita lontano da casa, lontano dalle mie comodità e lontano da Yuugo, anche se ero certa di mancare più io a lui che lui a me.
Le cose a scuola andavano bene, anche se c'era qualche materia che in effetti mi dava qualche piccolo problema, la matematica ad esempio, non era proprio il mio forte, insieme a fisica e a economia.
Inoltre, grazie al lavoro part-time al Kombini stavo anche guadagnando qualche soldo, non che ne avessi particolare bisogno ma, contribuiva a tenermi impegnata.

Mi ero persino abituata a sentirlo fin dal primo mattino. Ray che cucinava, mentre io ero ancora a letto lui già era già in piedi, cercava di non svegliarmi facendo meno rumore possibile ma io lo sentivo lo stesso. Le pentole, a volte lo sfrigolio in padella, spesso il rumore delle uova sbattute, i piatti sul tavolo e poi il suo bussare delicato alla mia porta quando per avvisarmi che era pronto.

<Emma sei sveglia!?, la colazione è in tavola.> Disse Ray bussando alla porta. <Bambina sto entrando...>
<Mmmm ancora cinque minuti.> Disse Emma rifugiandosi sotto le coperte.
<No, muoviti...> Aggiunse lui scoprendola.
<No!.> Emma provò a colpirlo con un piede ma lui le afferrò la caviglia.
<Hey...vedi di alzarti o per te ci sarà solo caffè stamattina.>
<Ehhhh!?...> Sbraitò lei mettendosi seduta. <No no io voglio i tuoi croissant!!. Rayyyy!!.> Gridò afferrandolo per un braccio.

Le ferree regole che Ray aveva stabilito sin dal primo giorno c'erano ancora ma spesso, ultimamente passavano in secondo piano.
Ma apparte questo, niente era cambiato, Ray mi continuava a sgridare, mi prendeva ancora in giro ed era severo, ma non come prima; come se ci fossimo abituati alla vita da conviventi.

Infatti da quando vivevo con Ray mi sembrava che tutto fosse più bello, ogni giorno facevamo qualcosa di nuovo, e anche le cose più piccole come andare al supermercato per fare la spesa o andare in lavanderia, non erano mai noiose. Avrei voluto vivere in quel modo per sempre.
Fortunatamente, le cose sembravano essersi apparentemente tranquillizzate all'appartamento ventitré.

<...Hanno suonato, vedi di svegliarti, io vado ad aprire.> Disse spalancando le tende della stanza per far entrare la luce. <Chi è che rompe i coglioni a quest'ora?.> Balbettò il ragazzo in grembiule tra se e se, passandosi una mano tra i capelli. <Eh!?...ahah ma tu guarda!, la verginella si è svegliata presto...Buongiorno, sei venuto a farci il cane da guardia?.> Salutò Ray ridacchiando, poggiandosi allo stipite della porta.
<...Buongiorno. C'è Emma?.> Disse Norman con aria infastidita.

Norman aveva accettato di buon grado la convivenza tra me e Ray, si insomma, più o meno; sapevo che in realtà era molto preoccupato per me, temeva che Ray potesse farmi qualcosa.
Tra loro due, tra Ray e Norman, per qualche ragione a me ignota, non era mai corso buon sangue; fin dal loro primo incontro sembrava esserci qualche problema.
Avevano caratteri totalmente opposti e si scontravano spesso, non andavano mai d'accordo su niente e bisticciavano in continuazione.

<Mmm...ma chi è?, awwwwn, è ancora così presto...> Balbettò lei assonnata uscendo dalla sua stanza ancora in pigiama. <...Eh?, Norman?.> Domandò la rossa stropicciandosi gli occhi. <Che ci fai qui?.>
<Eh, buongiorno Emma...> Balbettò il biondo arrossendo un po' davanti alla ragazza che indossava solo una lunga camicia bianca come pigiama.

Norman non si fidava di Ray, e ancor meno a lasciarlo da solo in casa con me. Credeva che lui fosse una persona da cui bisogna tenersi alla larga, un tipo poco raccomandabile, ma si sbagliava; è vero che non fosse la persona più pura di cuore al mondo, ma non era pericoloso.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora