13 parte 3 |È forse questo l'amore?|

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Stando al fianco di Ray il tempo sembrava passare molto più velocemente. Ero io che lo trascinavo qua e la per le attrazioni, su e giù per le giostre, e quando gli chiesi se potevo provare a prendere qualche pesce alla tradizionale pesca delle fiere, mi rispose che non avevamo bisogno di un animale domestico, io bastavo e avanzavo.

<Che gusto hai preso te?.>
<Nocciola e crema.>
<Come sei noioso, sempre quelli...io li cambio tutte le volte!.> Disse Emma per poi assaggiare il suo gelato, sporcandosi il naso.
<...Pff...ahahahah, sei proprio una bambina!.> Sbraitò il giovane tra le risate. <Sei davvero...bellissima.> Le tolse la panna con la mano, la guardò per qualche istante, si avvicinò e la baciò. <...Era da tanto...che non ci baciavano così.> Bisbigliò lui sfiorandole la guancia con il naso.
<Mh...s-si.> Annui lei arrossita.
<...P-posso baciarti ancora?.>
<...G-guarda che non devi chiedermelo tutte le volte...> Disse lei gonfiando un po' le guance, distogliendo lo sguardo.

Quella sensazione non mi dava più fastidio, anzi mi piaceva, era davvero piacevole. Rimanevo senza fiato, a volte era estenuante e farlo così, in pubblico era ancora difficile, però, era davvero bellissimo.

<Anf...anf...b-baciarci così...davanti a tutti...mi vergogno.> Spiegò nascondendo il viso sul suo petto.
<...Vieni con me.>
<D-dove andiamo?.>
<...Buonasera, due biglietti.>
<Eh?, la ruota panoramica?.>

L'addetto alla giostra aprì il portellone della cabina, ci fece entrare e poi serrò la porta così che non si aprisse durante il giro.
Era trasparente, la cabina era interamente trasparente, si riusciva a vedere fuori.

<Ah!?, R-Ray!?.> Il Corvino le prese i fianchi e la fece sedere a cavalcioni sulle sue gambe.

Ormai ci avevo fatto l'abitudine, alla sua invadenza, al contatto fisico, al fatto che mi sentissi sempre in balia di lui in quei momenti. Mi stringeva a se mentre mi baciava con estrema audacia, lo sentivo dappertutto. Mi accarezzava le gambe nude, saliva fino alla schiena facendomi avvicinare, ma non mi dava fastidio, mi piaceva.

<Ray a-aspetta...i-io volevo scusami. Scusami, è colpa mia. Non avrei dovuto invitare gli altri, avrei dovuto pensare a quello che volevi tu, e alla fine ho fatto di testa mia, come sempre, mi dispiace.>
<...Si, in effetti è tutta colpa tua.> Ridacchiò.
<Ehh?!, a-avresti dovuto dire "no Emma, è colpa mia che sono stato fin troppo geloso ed egoista".> Spiegò imitando la voce del corvino seduta su di lui a braccia incrociate.
<Ahah...si, non avrei dovuto arrabbiarmi in quel modo, alla fine sei fatta così, non c'è niente da fare.> Disse guardandola negli occhi. <È che tu...sei così speciale...> Continuò baciandole una mano. <Molto preziosa...>
<S-senti ma...sei sicuro che ti vado bene io?.>
<Si...a me non serve altro. Mi va bene così. Non deve cambiare niente. Continuare a vivere insieme, andare a scuola insieme, litigare per il telecomando o per cosa mangiare a cena.
Da quando ci sei tu, sorrido molto più di quanto non facessi prima.> Disse lui stringendole la vita, posando la testa sul suo petto lasciandola un po' sorpresa. <Starti dietro è estenuante, però non mi annoio.
E adesso, che finalmente ho trovato qualcosa di così speciale anche io...temevo che qualcuno, ti portasse via da me.> Disse lui con volto sconsolato, continuando a poggiarsi sul suo petto come un bambino, mentre Emma gli accarezzava dolcemente la nuca.

Probabilmente si stava riferendo a Norman.
Ray di solito faceva il duro, non diceva mai come si sentiva, quello che provava, erano davvero rare le volte in cui si esponeva in quel modo. Si appoggiò al mio petto, come un bambino farebbe alla mamma, sembrava davvero indifeso, a volte mi domandavo se gli mancasse, non l'ha mai conosciuta, così come il padre; alla fine lui, oltre a me, non aveva nessun altro.

<Sai Ray...a volte mi viene da pensare anche a me che se non fosse stato per la truffa, io e te non ci saremmo mai conosciuti.> Aggiunse lei a capo chino accennando un debole sorriso.
<...Cosa stai dicendo?. Io in quel momento ero arrabbiato, avrei potuto dire di tutto.>
<Bhe, ma è vero!...probabilmente per i corridoi della scuola ci saremo totalmente ignorati, ognuno sarebbe andato per la propria strada...e di sicuro non ci saremo mai parlati.>
<Impossibile.>
<Mh?.>
<Io e te ci saremo incontrati in ogni caso, sarebbe stato impossibile il contrario, te lo assicuro.> Emma lo fissò e dopo poco sorrise. <...Si, hai ragione. Perché è stato il destino a farci incontrare.> Sbraitò contenta prendendogli le mani.
<Giro finto...> Una volta finita la corsa, il venditore aprì il portellone e trovò i due mentre si scambiavano effusioni. <Ahhh ahah beata gioventù, ragazzi vi prenoto un altro giro?.> Esclamò divertito l'addetto alla ruota.
<Eh!?, n-no ecco noi...> Balbettò la giovane arrossendo per la vergogna.
<Oh, ci scusi, stavamo limonando.>
<Solo quello?, sicuri ahah?.> I due si allontanarono tra l'indifferenza di Ray e l'imbarazzo di Emma per godersi anche le ultime ore di sole della giornata.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora