17 |Come in una favola a lieto fine|

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La mattina ero solita prendermela comoda, soprattutto se sapevo di non avere la scuola a cui pensare e dato che eravamo stati sospesi, quello era proprio uno di quei giorni.
Al contrario di Ray; lui si alzava sempre prima di me, era molto mattiniero. Si alzava e si metteva subito in cucina, preparava i biscotti e a volte anche i croissant.
Però quella volta, la sera prima non ricordavo nemmeno di essermi addormentata.

<Mmm...mhh...eh?.> Emma si stropicciò gli occhi e ancora palesemente assonnata, lentamente si svegliò.
<...Buongiorno.> Sorrise Oliver accucciato davanti a lei.
<Ah...!?.>
<Shhh...> Disse Oliver mettendole un dito davanti alla bocca per farla stare in silenzio. <Non vorremo svegliare il Principe, vero eheh?.> Ridacchiò indicando con lo sguardo il moro sdraiato accanto a lei che dormiva profondamente.

In quel momento ricordai; Oliver ci aveva invitati nel suo appartamento per passare la serata in sua compagnia.
Probabilmente mi ero addormentata sul divano dopo aver giocato ai videogiochi e giocato ai giochi da tavolo fino a tardi.
A giudicare da tutto, Ray che era sdraiato accanto a me e dai cuscini e dalle coperte che c'erano, con ogni probabilità avevamo dormito lì, a casa di Oliver.

<Mhh?.> Ray aprì gli occhi, alzò lo sguardo e vide la schiena della rossa seduta sul bordo del divano. Fece leva sul braccio e si mise seduto. <...Ahhh?!, che mal di testa...>
<Eh?, Ray...che hai?!.> Domandò Emma preoccupata.
<Tranquilla, è un leggero mal di testa da sbornia.> Spiegò il biondo. <Tra qualche ora starà benissimo. Dico bene Principino?.>
<...Non chiamarmi così, è irritante.> Aggiunse massaggiandosi le tempie con la mani.
<Ahahah.> I ragazzi si sistemarono, aiutarono il vicino a sistemare un po' casa, lo ringraziamo dell'ospitalità e si salutarono.
<Ah, aspetta aspetta Principe ahah.> Oliver afferrò il moro per una manica sulla soglia della porta di casa.
<Ti ho detto di non chiamarmi così. Che vuoi?.>
<Ahah, Ray senti, domani tieniti libero che usciamo.>
<Eh?.>
<Si, andiamo a divertirci un po'.>
<Mhh, Emma però...>
<No no ahah, nessuna fidanzata. Solo noi ragazzi.>
<...No grazie, non fa per me.> Rispose apatico avviandosi verso il suo appartamento.
<Hey ahah!, guarda che ti aspetto eh!. Domani alle cinque!...non fare tardi!...ahah.>
<Ahh...>
<Mh?, che succede?.> Domandò la morosa vedendo rientrare il fidanzato.
<...Oliver mi ha chiesto di uscire domani.>
<Ahh?!, fantastico!.> Disse correndogli in contro prendendogli le mani. <Dove andate di bello?.>
<...Non ci vado.>
<Ehhhh!?, ma perché!?.>
<...Non mi va.>
<No, devi andarci!. Non puoi avere solo il mio numero e quello di Zack in rubrica!.>
<...Ho anche il numero di Yuugo e del capo di lavoro.>
<Ma loro non contano!.
Dai, Oliver alla fine non sembra così male!. E poi sembra che andiate d'accordo, m-magari all'inizio non è stato molto gentile è vero, però si è fatto perdonare!. È stato carino a invitarci a cena, ci ha trattato bene...ci ha persino lasciato dormire lì, e poi è il nostro vicino ormai, cerchiamo di andare d'accordo.> Con il volto imbronciato e palesemente in disaccordo, il ragazzo fissava contrariato la giovane e sembrava irremovibile, ma gli occhi ingenui della ragazza sembrarono scioglierlo.

Piano piano il mio nuovo piccolo appartamento iniziava a prendere forma e gli scatoloni cominciavano a diminuire fino a che anche l'ultimo non fu completamente vuoto.
Tutto finalmente sembrava essere tornato alla normalità, mancava solo un giorno e poi il periodo di sospensione sarebbe terminato; finalmente sia io che Ray avevamo una casa e dato che rimuginare sulle cose passate era inutile, anche la storia della soffiata alla scuola sembrava essere passata in secondo piano e quel pomeriggio, doveva segnare un'inizio, una sorta di "tregua pacifica ufficiale" ma, le cose, non andarono esattamente come avevamo immaginato.

<...Arrivo!, eh?...Ehehe, ma guarda chi si vede, pensavo mi avresti dato buca al primo appuntamento ahah.> Disse Oliver poggiandosi alla porta.
<...Non avevo nulla da fare.> Disse il moro sull'uscio, distogliendo lo sguardo.
<Eheh, perfetto allora, andiamo!.> Esclamò Oliver spingendo il ragazzo dalle spalle.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora