4 |Il segreto del club di musica|

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¤Ciao a tutti, mi scuso moltissimo per il ritardo, però come ho già detto a molti di voi, frequento l'università e per scrivere i capitoli e cercare le giuste immagini (che vi invito sempre a vedere perché ci perdo davvero molto tempo a sceglierle con cura) mi occorre del tempo, spero capiate.
Oggi per farmi perdonare oltre a questo, pubblicherò anche un altro capitolo, il quinto. Buona lettura a tutti😊¤

Era li che mi fissava, se ne stava appesa al muro e andava avanti così da ore, riuscivo a intravederla da sotto le coperte, mi faceva paura però allo stesso tempo, come tutte le cose nuove, non vedevo l'ora di provarla, dopotutto era nuova divisa scolastica.

Però erano le sette del mattino e non avevo la minima voglia di alzarmi dal letto, ma non potevo assolutamente tardare il primo giorno di scuola, c'era la presentazione e il tour guidato di tutto l'istituto; quindi dovevo dare fondo a tutte le mie forze e alzarmi.

Non era la solita divisa scolastica, per lo stile e il colore dava quasi l'impressione di essere vintage. Era marrone scuro, il fiocco rosso sul petto, le maniche leggermente a palloncino e una linea bianca circondava il classico colletto alla marinara tipico delle uniformi giapponesi; mentre giravo lentamente in mezzo alla stanza allargando le braccia, la gonna a pieghe marrone volteggiava leggera alzandosi un po'.

<Sono pronta!.> Urlò la giovane entusiasta, uscendo dalla sua stanza vestita e preparata. <Ti piace?!. Bello vero!?.> Domandò girando su se stessa, facendo alzare le pieghe della gonna.
<E' solo una divisa, nulla di speciale.> Disse Ray indifferente guardandola di sfuggita.

Iniziai a sentirmi un po' inquieta quando c'era anche lui, dopo la rivelazione della sera precedente, la scoperta che anche lui, come me, aveva quel passato, mi rendeva incredibilmente agitata. Ogni volta che lo vedevo, avevo voglia di chiedergli della sua infanzia, volevo sapere, volevo che lui sapesse. Volevo raccontargli tutto di me. Avevo così tante domande, curiosità, volevo chiedergli tutto, ascoltare ciò che aveva da dire ma allo stesso tempo, non ci riuscivo; mi sembrava così distante, ci abitavo insieme eppure, nessuno dei due sapeva nulla dell'altro.

<Ray senti...riguardo a ieri...>
<Io vado.> Ray le parlò sopra senza nemmeno ascoltarla, prese chiavi e sciarpa, e si avviò verso l'ingresso.
<Eh ma?, ma aspetta!, io non ho ancora fatto colazione...ah-aspettami vengo anche io!.> Emma afferrò al volo una fetta di pane e corse dietro al ragazzo.

Sai Ray?, in quelle vecchie viuzze che non vedevano una macchina da tempo, i petali di ciliegio che iniziavano lentamente a cadere seguendo l'inizio di marzo, l'odore del mare in lontananza e la freddezza, quasi tangibile, del silenzio che si era creato; tutto, sembrava fare noi da cornice per uno dei quadri più belli di sempre.

Una volta a scuola io e Ray ci separammo, prima entrò lui e dopo poco io, volevamo evitare di essere visti insieme, sia dagli alunni che dagli insegnati. La presentazione di inizio anno si tenne in palestra con tutti gli alunni, di ogni classe e sezione, fu un discorso lungo ed estremamente noioso, voleva servire da incoraggiamento per tutti i nuovi studenti, per affrontare al meglio l'inizio delle superiori.

<...Emma?. Sei tu?.> Un ragazzo dai capelli chiari notò la giovane camminare per i corridoi.
<Eh...Norman!!.> Gridò lei non appena lo vide, correndogli incontro al settimo cielo, saltandogli al collo. <Che bello vederti!>
<Emma ma che ci fai qui!?.>
<Eheh...ta-daa!!.> Esclamò roteando su se stessa, mostrando al ragazzo l'uniforme nuova. <Mi sono trasferita, ora verrò qui a scuola!.>
<Ma è fantastico!.> Spiegò il ragazzo tenendole le mani, cercando di contenere il suo entusiasmo. <E dimmi, tu e Yuugo in che zona state?.>
<Oh, no no no, in realtà sono venuta qui da sola.>
<Davvero?!, abiti da sola!?, ma non sarà pericoloso!?.> Domandò l'amico preoccupato. <...Oh, e-e lui chi è?.> Balbettò Norman, notando un ragazzo moro avvicinarsi cupo alle spalle della giovane. Non era di certo un ragazzo che passava inosservato, era alto, più della media, portava la frangia molto lunga e aveva anche dei piercing all'orecchio.
<Oh, lui è Ray, è il mio co-oh!?...> Ray le pestò un piede per evitare che Emma rivelasse il loro segreto, e lei dovette trattenersi dal non urlare per il dolore, il tutto sotto lo sguardo perplesso e confuso di Norman. <...Co...c-compagno di scuola...> Disse lei mostrando un falso sorriso a causa del dolore.
<Piacere.> Disse Ray mettendosi davanti a Emma, separandola da Norman.
<Eh...Piacere mio.> Rispose Norman facendo in lieve inchino con la testa.
<Adesso se ci vuoi scusare...> Disse Ray prendendola per il polso.
<C-cosa?...Ray aspetta non tirarmi!!. Ah, ciao Norman!.> Urlò lei venendo trascinata via dal moro. Norman sembrava preoccupato, continuò ad osservarli interdetto da lontano finché non girarono l'angolo e sparirono tra i corridoi della scuola.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora