16 |Sul piede di guerra|

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La persona che avevamo davanti a noi era la stessa che ci aveva scattato quelle foto compromettenti. Era colpa sua se adesso eravamo costretti a trasferirci, era stata proprio quella persona la causa della nostra sospensione a scuola.

<...E tu chi cazzo sei?.> Chiese Ray con tono acido.
<Eh?, Oliver?...lui è in classe mia. È arrivato qualche giorno fa, si è appena trasferito.> Esclamò la rossa facendo qualche passo avanti.
<Molto piacere, sono Oliver della classe A, primo anno, sono in classe con Emma.>

In realtà non sapevo molto su di lui, era arrivato da poco. Sapevo però che si era trasferito da Tokyo lasciando i genitori.
Anche lui aveva diciassette anni, e come me non era mai stato bocciato.

In classe era seduto in uno dei primi posti, proprio davanti alla cattedra, e si faceva notare parecchio. Era biondo, di sicuro si era decorato i capelli, alto, quasi come Ray, era di bell'aspetto e sembrava andare d'accordo con tutti. Trattava le ragazze con gentilezza, faceva loro i complimenti e dava loro molte attenzioni, insomma le trattava con i guanti, infatti per i corridoi si sparse la voce, e in molti iniziarono a definirlo, il Principe bianco.

<...Bene Oliver della classe A del primo anno, vuoi spiegarmi il cazzo di motivo per cui lo hai fatto?.> Disse il corvino avvicinandosi con tono serio e cupo afferrandolo per il colletto.
<Mh?...ah!, se ti riferisci al motivo per cui vi ho fatto quelle foto è molto semplice.> Disse sorridendo, rimanendo impassibile davanti alla forte presenza del giovane. <...Era contro il regolamento. Era una violazione.>
<...Mi stai prendendo per il culo forse!?.>
<D-dai Ray, calmati...> Disse la ragazza mettendosi tra i due temendo che il fidanzato potesse arrivare alle mani. <Alla fine ha fatto solo quello che era giusto. Siamo noi ad aver sbagliato. Non puoi prendertela con lui.> Il fidanzato sembrava contrariato mentre guardava in basso verso la morosa. <Non lo sto difendendo!!. Per quanto non mi piaccia la cosa, è la verità, non puoi prendertela con lui. Siamo noi quelli in torto.
Prima o poi era inevitabile che qualcuno notasse la cosa...ormai il danno è fatto, cerchiamo di non litigare.>

Sapevamo fin dal primo giorno che quello che stavamo facendo era sbagliato, sapevamo che se ci avrebbero scoperti ci sarebbero state delle conseguenze.
Era inevitabile che qualcuno prima o poi ci scoprisse, anzi, eravamo stati bravi a nasconderlo per tanto, ormai erano otto mesi che abitavamo insieme.

<Si, da retta alla tua ragazza, perché è la tua ragazza no ahah?...e comunque, sappiate che sono stato sospeso anche io come voi due.> Ray, incoraggiato dalle parole della fidanzata mollò la presa lasciando andare Oliver che si sistemò subito il colletto stropicciato.
<Davvero?.> Domandò lei curiosa.
<Vi ho scattato foto e seguiti fino a casa senza il vostro permesso, perciò la scuola, anche se non ha avvisato la polizia ha voluto prendere provvedimenti.
Anche io sono qui per ritirare i compiti.>
Spiegò alzando in aria i fogli con gli esercizi. <...Bhe, è stato un piacere. Principe nero...> Esclamò rivolgendosi al corvino che lo fissava indifferente. <Principessa...> Disse facendole l'occhiolino. <Vi saluto.> Il biondo si allontanò, lasciando i due un po' interdetti in corridoio.
<...Tsk...ma tu guarda che tipo.> Sbuffò il giovane. <Non lo sopporto, mi da sui nervi, con quel suo atteggiamento...sempre con quel sorrisetto stampato sul volto.>
<E dai non avercela con lui, ha fatto solo la cosa giusta, magari è simpatico.>
<Mhh...si, tanto ormai è fatta.>

Si, Oliver era decisamente un tipo particolare, non lo conoscevo bene, però sembrava un ragazzo a posto, facevo fatica a credere che fosse stato proprio lui a fare la spia, in classe era sempre così carismatico, sorridente, sembrava il classico ragazzo simpatico che aveva tutte le ragazze attorno e era amico di tutti, non sembrava proprio il tipo.

<...Dai, andiamo anche noi, dobbiamo fermarci anche al Kombini.>
<Si...eh?.>
<Che succede?.>
<...I-il cellulare?!...non lo trovo, è-è sparito!?...>
<Lo avrai lasciato in classe, va a prenderlo, io ti aspetto qua fuori.> Emma diede ascolto a Ray, corse verso la sua classe in cerca del telefono dimenticato, che infatti la attendeva appoggiato sul suo banco.
<Ray aveva ragion...eh?.> Dopo aver recuperato il telefono la giovane fece per andarsene, ma sulla soglia della porta scorrevole dell'aula andò a scontrarsi con qualcuno. <Eh?, Oliver...scusa ahah, pensavo fossi andato via...>
<...Già, però ti ho vista correre qui e non ho resistito.> Spiegò il giovane. <Sai Emma, prima vi ho mentito...in realtà ho detto al preside di voi, non perché trovavo che fosse giusto; ma semplicemente perché volevo vedere cosa sarebbe successo.> Disse con estrema calma mostrando il sorriso.
<...Eh?, i-in che senso scusa?.>
<L'ho fatto perché credevo fosse divertente ahah.> Spiegò ridacchiando, sedendosi su uno dei banchi dopo aver girellato un po' per l'aula. <Un giorno, mentre uscivo dal Minimarket vi ho visti per caso rientrare assieme, mi sono incuriosito e alla fine ho deciso di sfruttare la cosa.>
<C-cosa...m-ma perché?.>
<Ahahah, nessun motivo in particolare, te l'ho detto...> Il ragazzo seduto ancora sul banco, dal nulla prese il cellulare che la giovane teneva in mano, lo sbloccò e aprì l'icona dei contatti.
<H-hey che fai?!. Ridammelo!.> Gridò lei cercando di recuperare il piccolo dispositivo.
<Calma calma ahah, ti aggiungo ai miei contatti...> Sbraitò mentre continuò ad armeggiare con il cellulare posando i piedi sul banco.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora