23 |Petali già sbocciati|

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¤...👉🏻👈🏻...Si...lo so, ci ho messo tanto, però ho anche una scusa valida stavolta eh, lo giuro!, una delle scusa si chiama saga dell'Attraversaspecchi, sono quattro libri meravigliosi e hanno rubato tutto il mio tempo...a mia discolpa posso assicurarvi che sono meravigliosi, ve li consiglio tanto se amate le storie fantasy e un po diverse dal solito con una dolcissime storie d'ammmore. Poi ci sono state le fiere...e gli esami...insomma, continuo ad accampare scuse ahah, scusatemi!!!.
Se volete spulciare un po' la mia vita e le mie foto vi lascio anche il mio insta, mi trovate come @_0alessia0_
Venitemi a trovare, detto ciò vi lascio, che vi ho fatto aspettare anche troppo ahah¤

Il tragitto sembrava più lungo del solito, farlo da sola era tutta un altra storia, era tutto troppo silenzioso senza poter parlare con Ray, quei quindici minuti di camminata sembravano essersi trasformati in un ora intera.

La scuola ahimè era purtroppo ricominciata, le tre settimane di vacanze primaverili erano belle che andate, e ormai tutti noi, eravamo studenti del secondo anno. Stessa classe, stessi compagni e stessi posti.
Norman era stato accettato all'università pubblica che c'era in città, non molto distante dalle scuole superiori, corso di economia. Per Ray invece, le cose erano un po' diverse.

Aveva sempre avuto voti eccellenti, quindi ottenne di diritto una borsa di studio regalata dalla scuola, inizialmente era restio ad accettare, ci servivano soldi per restare a vivere insieme e quindi era più che deciso a lasciar perdere gli studi per andare a lavorare.
Lasciò il part-time al Kombini lungo la strada  e cercò un vero lavoro, uno che pagasse un po' meglio insomma; qualche giorno dopo si liberò un posto come aiuto cuoco in un piccolo ristorante di Ramen lungo la via di scuola.

Era perfetto per lui, adorava la cucina ed era anche piuttosto bravo; non era un ristorante stellato però sembrava divertirsi ai fornelli mentre indossava il suo grembiule bianco gridando "è pronto" quando scolava i noodle nella ciotola pronti per servirli al cliente.

Però era un peccato che non continuasse gli studi, era uno studente eccezionale, con una media molto alta, quindi, incoraggiato da me e Yuugo, decise di fare un tentativo iscrivendosi all'università pubblica, corso di scienze dell'alimentazione. Ovviamente non lasciò il lavoro, era riuscito a incastrare gli orari dei corsi con quelli del servizio al locale. E devi essere sincera, non lo avevo mai visto così felice come in quel periodo

Nulla poteva andare più storto, ne avevamo passate tante, ma adesso tutto si era sistemato, basta conti in sospeso. Io ero una normalissima studentessa al penultimo anno del liceo, lui frequentava l'Università, lavorava e viviamo insieme felici, non poteva andare meglio di così.

<Hey Principessa, eccola qui la piccola fuggiasca!.> Oliver si diresse sorridente verso la ragazza e le scompigliò i capelli alle spalle.
<Mh?, Oliver.>
<Non è stato affatto carino andarsene così da un giorno all'altro. Vi siete trasferiti insieme per stare a sbaciucchiarvi tutto il giorno eh ahah?.>
<Eh?!, ma no!. È che...abbiamo sempre vissuto assieme...> Dichiarò abbassandolo sguardo, giocherellando con un lembo della camicetta. < ...Ci mancava, tutto qui...>
<Adesso mi sentirò un sacco solo, voi siete tornati a vivere insieme come una coppia di sposini e Ray se ne è andato all'università.> Si lamentò il biondo abbracciando la giovane, attirando l'attenzione di qualche ragazzo nei corridoi.
<Ahah ma no, guarda che puoi venire a casa nostra quando vuoi.> Spiegò la ragazza cercando di rassicurare l'amico dandogli qualche dolce pacca sulla schiena.
<E-ehm, s-scusa Emma, devo andare....>
<Mh?.> Emma si voltò con sguardo interrogativo seguendo il biondo con lo sguardo.
<Anna!, hey Anna!.>
<Eh, ciao Oliver.> Sorrise la ragazza tenendo stretti al petto un paio di libri.

Dopo quel fatidico pomeriggio del primo giorno di vacanze in cui Anna e Oliver erano stati insieme, ne seguì un altro, e poi un altro ancora, e a quanto pare, Oliver non si era più scordato di quei bellissimi occhi azzurri. Si, perché da quel giorno, o forse già dai tempi del ritiro sulla neve, Oliver non faceva che pensare alla bella biondina.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora