6 |Un bacio scritto nelle stelle|

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Avere a che fare con i clienti mi piaceva, dire "benvenuti" quando entravano e augurare la buona giornata quando se ne andavano. Era divertente, c'erano tante cose da fare. C'era l'aria condizionata in estate e il riscaldamento in inverno, il titolare mi aveva anche dato un grembiule da indossare, era come stare a casa, anche perché avevo trovato lavoro come commessa part-time nello stesso Kombini dove lavorava anche Ray.

<Emma hai lasciato l'acqua aperta!. Di nuovo!?.>
<Scusa, è che me lo dimentico.>
<Ti dimenticassi solo questo...> Sospirò lui alzando gli occhi al cielo.

Ero solo un po' maldestra, non lo facevo apposta; a volte sbagliavo a dare il resto ai clienti o dimenticavo l'acqua della cannella aperta, sbagliavo scaffali e mi bruciavo sempre con la friggitrice. Inizialmente, quando informai Ray della cosa non la prese affatto bene, voleva che cambiassi lavoro e sono certa che lo pensi anche tutt'ora. Non avevo bisogno di soldi, ci pensava Yuugo a tutte le spese; volevo solo tenermi impegnata dopo le lezioni e fare qualcosa di diverso, come Ray.

<Emma hai fatto bruciare le patatine!!. ANCORA!!?.> Gridò Ray furioso alzando la voce.
<S-scusa!.>
<Hey Emma!, siamo venuti a trovarti!.> Mentre Ray faceva la ramanzina a Emma, entrarono gli amici di lei a salutare. <Come ve la cavate a lavoro?.>
<Vi si sente urlare fino in strada...> Ridacchiò Norman.
<Ragazzi!, Norman ci sei anche tu!.> Esclamò lei sporgendosi dal bancone.
<Che invidia, lavorare insieme al proprio ragazzo...io che nemmeno ce l'ho...> Disse Gilda lamentandosi.

Era passata una settimana da quando i miei amici vennero a casa nostra a trovarmi e da quando Ray si inventò quella bugia; nessuno fece più domande, ormai sembravano esserci tutti cascati, o quasi.

<Ti sgrida sempre vero?.> Domandò Norman.
<Eheh, bhe non ha tutti i torti, combino un sacco di disastri...hey!?...>
<Torna a lavoro non sei in pausa.> Ray la afferrò da dietro, dal colletto del grembiule e la spinse verso il magazzino, interrompendo la chiacchierata con Norman.
<...Vedendovi, non date l'impressione di essere una coppia.> Aggiunse l'albino. <La comandi a bacchetta...non la tratti come fosse la tua ragazza...>
<...E' questo il problema?.>
<Un teppista come te la rovinerà, merita di meglio.> Dopo quella frase la calma di Ray svanì del tutto.
<...Emma, vieni qua!.>
<Che c'è?, ho fatto qualcos'altro di sbagliato?.> Domandò lei avvicinandosi ai due ragazzi.
<Sta ferma.>

Non mi era mai capitato di sognare o nemmeno di immaginare il mio primo bacio, dopotutto non ero mai stata innamorata, non ci avevo nemmeno mai pensato.
Ero grande, avevo sedici anni ma, non avevo mai baciato nessuno e nessuno mi aveva mai baciata, almeno non prima di quella sera. Lui aveva la straordinaria capacità di rendere tutto facile, così semplice e naturale.

Il suo tocco delicato, la sua mano tra i miei capelli ribelli, che sfiorava il mio orecchio, il suo profumo; mi sarei aspettata un bacio dolce e delicato, invece fu incredibile aggressivo e vorace. Era tutto nuovo per me, mi mancava il respiro, non sapevo cosa fare, come muovermi, ero spaventata. Sentivo il mio volto in fiamme, bruciava, le lacrime chiedevano disperatamente di poter cadere, il tremore non tardò a venire. Fortunatamente, dopo svariati secondi, forse otto o nove, quell'apparente agonia si interruppe.

<Eh...> Emma rimase immobile, rossa paonazza. Ray si staccò da lei, le leccò il labbro inferiore e la fissò per un istante, le sfiorò i capelli con la mano.
<Quello che faccio con lei non ti riguarda.> Aggiunse facendo posare la nuca della giovane contro di sé. <...Fatti i cazzi tuoi.> Rispose Ray con tono serio. <Non voglio essere scortese, ma se non compri nulla non puoi stare qui.>
<Ehm...> Gilda rimase atterrita dopo quella scenata. <R-Ray ha ragione, siamo stati maleducati ragazzi. È meglio andare.>
<S-si, ciao Emma!, a domani.> Gridò Don avvicinandosi alla porta d'uscita con Gilda. <Norman, tu non vieni?.> Dopo pochi istanti, Norman diede ascolto a Don e si allontanò infastidito insieme agli altri due, lasciando Ray e Emma da soli in negozio.
<Ahhhhh, mi stava davvero facendo incazzare...>
<Mmh...> Gemette lei in imbarazzo a capo chino, coprendosi la bocca con la mano.
<...Mh?, che hai?...>
<N-niente.>
<Aspetta...Non dirmi che...era il tuo primo bacio?.>
<Eh!?...> La giovane alzò lo sguardo, imbarazzata e rossa per la vergogna. <Mh, n-non te lo dico...> Balbettò lei cercando di evitare lo sguardo del ragazzo.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora