26 |Fragilità|

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¤Ciao ragazzi!!!. Credevate la abbandonassi eh, dite la verità. Scusate immensamente, sono mesi che non pubblico lo so. Intanto, ringrazio chiunque sia ancora qui a leggere. Il fatto è che ho trovato lavoro, spero di superare l'esame per scuola guida e ora ho un ragazzo e allo stesso tempo sto "tentando" di scrivere un altro racconto per il concorso di Wattpad del prossimo anno, quindo ho tempo 0. Forse non ricordate nemmeno dove eravamo arrivati, nel caso vi invito a rileggere velocemente il capitolo precedente. Ma ora vi lascio, buona lettura, spero vi piaccia💖💖¤

Ray era uscito di buon ora, aveva il doppio turno a lavoro e io invece non avevo scuola, era sabato. Odiavo quando aveva il doppio turno, soprattutto nel fine settimana, doveva aiutare a sistemare il negozio e a scaricare la merce che arrivava.
Nonostante mi preparasse la colazione e la lasciasse vicino al microonde, non mi piaceva. Quindi presi la brioche che mi aveva preparato e la scaldai. La osservai girare sul piatto con i gomiti appoggiati al bancone.
Poi sentì la suoneria del suo cellulare. Lo aveva lasciato a casa, infatti era sul tavolo del salotto. Era un numero sconosciuto.

<...Pronto, sono Emma, questo è il cellulare di Ray...>
<Salve, buongiorno, cercavo Ray, può passarmelo per cortesia.>
<In questo momento non c'è?. Chi lo cerca?. Magari lo avviso io.>
<Sono il professore di Ray, insegno Fisiologia della nutrizione. Probabilmente gliene ha parlato ma, volevo sapere cosa aveva deciso per quanto riguarda la partenza.>
<...P-partenza?, che partenza?.>
<Si, per la questione dell'anno all'estero.>
<...A-anno all'estero...>
<Si, insomma le partenze iniziano ad anno nuovo, bisogna scegliere infretta, c'è il passaporto da fare e il visto...quindi se sceglie di partire deve informare l'università il prima possibile. Glielo dici tu?.>
<...Ehm...s-si si, glielo dico io.>
<Ottimo, grazie, buona giornata.>
<...Anche a lei...> La rossa abbassò il cellulare, fisso il tavolo per qualche secondo. Andò verso il cesto dei rifiuti e recuperò i pezzi di carta che si ricordò Ray aveva strappato un paio di giorni prima, e solo allora unì tutti i puntini.

Ray sarebbe andato a studiare all'estero.

Sul documento strappato, che ero stata attenta a ricomporre come un puzzle, attaccando le lettere insieme, eicomponendo le frasi e facendo combaciare ogni pezzo di carta, c'era scritto che Ray era idoneo a ricevere un ulteriore borsa di studio per partire per un anno in una località europea, a studiare e a lavorare in importanti scuole e ristoranti. Avrebbe avuto degli ottimi professionisti del mestiere a seguirlo e avrebbe imparato tecniche nuove e diverse lingue straniere.

Lontana da lui per un anno. Quella mattina non riuscì a rilassarmi, non riuscì a pensare a nient'altro.
Non appena sentì la chiave girare nella serratura scatta in piedi.

<Sono a casa...>
<...Ray perché non mi hai detto che hai ricevuto una borsa di studio per andare all'estero?.>
<...Come lo sai?.>
<Hai lasciato il cellulare a casa, ha chiamato il tuo professore.> Disse lei agitata. <Ho trovato il foglio strappato della spazzatura.> Ray rimase immobile e impassibile per qualche istante prima di riuscire a dire qualcosa.
<...Non te l'ho detto perché non ci vado.>
<...Sei sicuro?.>
<...Dovrei partire a gennaio, starei via un anno.>
<Sicuro??, sicurissimo???. Ho letto il foglio e c'è scritto che staresti via tantissimo!.>
<Infatti non ci vado, stai tranquilla...Non ci vado.>
<...Menomale!!.> Disse lei correndo ad abbracciarlo. Lui ricambiò accarezzandole la nuca.
<...Non ci vado...non preoccuparti. Ora chiamo il professore.>

Ray andò in camera sua, chiuse la porta. Lasciò lo zaino sul letto. Si guardò attorno, il suo letto rifatto, le lenzuola in ordine, i quaderni impilati con cura sulla scrivania. C'era un bicchiere sulla scrivania, lo aveva lasciato li la sera prima, l'orologio si impegnava facendo il suo dovere, ticchettando con costanza sul muro.
Prese il cellulare dalla tasca e digitò il numero del professore.
Mentre aspettava che i "bip" terminassero si mordicchiò le unghie, ripensando all'argomento che aveva studiato quella mattina in classe, ripensando ai baffi del professore di chimica e pensando all'offerta che stava per rifiutare.

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora