13 parte 1 |È forse questo l'amore?|

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¤Salve bella gente, siete in vacanza?, come state?.
Ormai lo sapete, sono la ritardataria numero uno, dico sempre che pubblicherò costantemente e non lo faccio mai👉🏻👈🏻ma in compenso cerco sempre di mettere il massimo impegno nella scrittura di ogni capitolo, nella ricerca delle foto e nelle idee😖💪🏻
Però siate fieri di me, che sto scrivendo pure in vacanza, questi capitoli li ho scritti quasi interamente sulla spiaggiasi avete capito bene, "capitoli" al plurale perché non ci sarà uno, né due ma ben tre parti del capitolo 13 che usciranno rispettivamente domani e dopo domani, quindi spero di farvi contenti, ma adesso vi lascio al capitolo, buona lettura💕😊¤

Finalmente la tanto temuta settimana di esami si era conclusa per tutti, sia per le prime che per le altre classi. Passammo una settimana infernale tra esami di matematica, fisica, lingua inglese, giapponese moderno e kanji.

Però adesso, la cosa positiva è che eravamo ufficialmente in vacanza. Il mare, il caldo, i giorni senza scuola o compiti, già fantasticavi sui mille mila luoghi che avrei voluto visitare insieme a Ray e ai miei amici, andare a trovare Yuugo, magari andare in Hokkaido e chissà cos'altro.

<Hey bimba, smettila di sognare ad occhi aperti.> Disse il moro schioccandole le dita davanti la faccia. <Ti voglio ricordare che tra noi sei l'unica ad aver preso delle insufficienze.> Continuò colpendola in testa con il rotolo della carta da cucina. <Hai i corsi di recupero da fare.>

Bhe era un dettaglio totalmente inutile il fatto che io avessi passato solo due esami su cinque, l'esame di kanji e giapponese moderno. Avevo studiato, davvero, più o meno, però mi ero impegnata, ma a quanto pare non era bastato e come risultato mi toccava fare una lunga settimana di lezioni supplementari.

<Buongiorno Ray!.> Esclamò la ragazza facendo la sua entrata in soggiorno per la colazione.
<Mh?...Buongiorno. Sei di buon umore oggi.>
<Bhe certo!.>

Era il ventidue agosto, presto sarebbero iniziati i corsi, dovevo alzarmi presto ma non potevo di certo essere triste il giorno del mio compleanno dei diciassette anni.
Quando abitavo ancora con Yuugo, ricordavo che per il giorno del mio compleanno facevamo sempre una gita, andavamo allo Zoo, al mare o addirittura in montagna. Quello sarebbe stato il primo anno dopo essere stata adottata, che avrei passato il compleanno lontano da casa, lontano dai miei comodi e lontano da Yuugo, senza la mia famiglia.

<Cosa!?, Ray non ti ha regalato nulla!?.> Esclamò Gilda sorpresa, dopo aver invitato l'amica a casa sua per il pomeriggio.
<Ahahah, già. Poco male, me lo darà più tardi, ne sono sicura.> Ridacchiò lei.
<Sei sicura che se lo ricordi Emma?.> Chiese Norman.
<Si non preoccuparti, Ray sembra un tipo freddo ma quando si tratta di Emma non è secondo a nessuno.> Disse Zack seduto sul letto di Gilda mentre lei se ne stava comodamente rannicchiata davanti a lui.
<Non è che non lo sa?, glielo hai detto, vero?.> Chiese l'amica.
<Ma ceeerto!, ovvio che lo sa!, figurati se non gliel'ho detto.>

Se si pensa ai compleanni, la prima cosa balena nella mente di tutti sono i regali di compleanno e subito dopo la torta.
I compleanni sono fantastici, tutti li adorano; però mi domandavo, come fosse possibile che in tutto il giorno, l'unica persona da cui volevo davvero ricevere un regalo non si fosse nemmeno degnata di dirmi "buon compleanno".

<Uffa...perché non mi chiama!?.> Mormorò la giovane distesa sul tavolo in cucina mentre tentava di studiare senza alcun risultato, dondolando i piedi avanti e indietro, fissando lo schermo del suo cellulare. <Non mi ha nemmeno fatto gli auguri...Forse se lo è dimenticato davvero...> La ragazza, triste e delusa lanciò un occhiata all'orologio. Erano passate le sette di sera e Ray non era ancora rientrato. <Magari sta ancora lavorando, ultimamente lavora un sacco...>

- 𝕋𝕙𝕖 𝕜𝕖𝕪 𝕥𝕠 𝕗𝕒𝕥𝕖 - RayEmmaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora