CAPITOLO 16 : LA LETTERA

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"Vuoi venire con me?"

Chiese con tranquillità Cedric, lei spalancò gli occhi e quasi soffocò con il suo stesso panino.
Iniziò a tossire e Diggory scoppiò a ridere divertito misto preoccupato.

"Sto scherzando Octavia... ma dovresti vedere la tua faccia" disse lui continuando a ridendo.
"Pensi di essere divertente Diggory? Potevo rimanerci secca!" Piantò un cazzotto sul braccio del Tassorosso facendosi male lei stessa alla mano ma in compenso gli prese il nervo che lo fece saltellare a destra e a sinistra per il dolore.

"Mi hai fatto male!" Disse lui saltellando vicino a Octavia.
Si ripresero entrambe e con un sorriso Cedric continuò.
"Non importa scaldarsi tanto... però se vuoi la richiesta è valida" lei rialzò il pugno in aria e lui si allontanò di qualche metro da lei.
"Non ti facevo così manesca Green"
"Ci sono tante cose che non sai Diggory" lui sbuffò per il cognome.

Finirono di mangiare i panini.
"Ti va il dolce?" Chiese la mora, lui annuì "Ti va anche di dividerlo?"

A quella richiesta Cedric sorrise, senza un motivo ben preciso ma gli fece piacere.

"Dividiamolo ma lo scelgo io" disse fiero sussurrando a uno degli elfi domestici qualcosa.
Pochi istanti dopo tornò con un piatto con una fetta di torta al limone e due forchettine.
"Torta al limone Diggory?" Chiese disgustata.
"Assaggiala"
Lei allungò titubante la forchetta e staccò un pezzo di dolce, lo portò alla bocca e iniziò a mangiarlo.

Miseriaccia se era buona ma finse un'espressione disgustata per non dare questa soddisfazione al ragazzo davanti a lei che la guardava con lo sguardo di chi la sa molto più lunga di te.

"Allora?"
"Fa schifo"
"Stai mentendo Green"
Lei rise per il tono usato da Cedric.
"Vado a dormire razza di idiota" disse lei e uscendo dalle cucine "Ci vediamo Diggory".

Quando rimase solo Cedric decise di recuperare le sue cose e andare verso il bagno dei prefetti al quinto piano.

Riempì la vasca e ci si immerse; era così piacevole stare lì, qualcosa però gli tornò in mente.
Si asciuó le mani e recuperò la divisa nera e gialla, infilò la mano dentro la tasca ed estrasse la lettera.
Si rigirò tra le mani quella busta giallastra, con il nome di Octavia scritto in corsivo.

Non era giusto quello che stava per fare ma Octavia era così riservata nei suoi confronti che gli sembrava di andare fuori di testa; lei non raccontava niente di sé, non sapeva niente della sua vita personale, della sua famiglia, delle sue passioni, del suo fidanzato, sapeva solo alcune cose che accadeva dentro le mura del castello.
Sospirò un attimo e decise di aprire la lettera.

Cara Octavia,
Buon natale.
Mi dispiace se non ti ho più scritto, spero tu stia bene.
Ho preso coraggio e ti ho scritto.
Come sta andando il Torneo?
Mi manchi sai? Vorrei vederti in questo momento ma non ci è possibile. Quando potremo?
Vorrei poter sentire quel profumo al papavero che ti spruzzi costantemente perché vuoi lasciare la scia profumata quando passi.

Cedric ridacchiò, era vero, quel profumo dolce rimaneva nell'aria ogni volta che Octavia passava.
Ricordava di sentirlo ancora dopo l'incontro ravvicinato di Natale e a quel pensiero sorrise.

Vorrei stendermi sul prato e guardare le nuvole, come quando eravamo piccoli, ormai è davvero tanto che non lo facciamo.
Vorrei stare sul divano davanti al camino mentre ti leggo un libro e tu ti addormenti.
Spero che il regalo ti piaccia.
Con amore,

Un rumore però distolse l'attenzione di Cedric dalla lettura, qualcuno stava bussando alla porta.

"Arrivo" Gridò il Tassorosso, si mise un asciugamano addosso e aprì la porta.

Era uno dei prefetti di Corvonero, Cedric lo salutò velocemente e dopo aver raccolto tutte le sue cose tornò nella sala comune giallo-nera.

*spazio autrice*

Io e lasciare i capitoli nell'ignoto siamo una cosa sola ormai.

Non Chiamarmi Diggory - Cedric DiggoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora