PARTENZA

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Appena Harry si allontanò dalla folla per rientrare nella scuola Ron, Hermione e gli altri fecero lo stesso.

La professoressa McGranitt aspettò un attimo per non destare sospetti, poi sussurrò qualcosa ad Hagrid e si diresse anche lei dentro l'edificio.

Il mezzogigante cercò in lontananza con lo sguardo Harry, gli sorrise e gli mostrò il pollice alzato.
A difendere Hogwarts in loro assenza ci avrebbe pensato lui. Mai avrebbe permesso che la scuola, appartenuta ad Albus Silente, cadesse nelle mani dei Mangiamorte.

-" Andate a prendere le vostre valigie e poi venite nel mio ufficio, veloci"- fece la McGranitt.

I ragazzi corsero ai dormitori, un'ultima volta, e arrivarono dopo pochi minuti nell'ufficio della Preside.

-" Potter mi ha già spiegato tutto, ma per correttezza mi tocca chiedervelo di nuovo: siete sicuri di voler fare questa cosa? Sapete a cosa andate incontro?"-

-" Si, professoressa. Sappiamo cosa dovremo affrontare e sappiamo di potercela fare. Se il professor Silente ha creduto in noi ci deve essere un motivo"- le rispose Hermione convinta.

-"Bene...allora, signorina Granger, li affido a te che sei la più responsabile del gruppo. So che non mi deluderai"-

Hermione e Minerva si guardarono dritte negli occhi. La McGranitt sapeva di potersi fidare, le ricordava lei stessa da giovane.

Hermione Granger era l'allieva che più di tutti si era distinta in quegli anni, era la più talentuosa, attenta e portata per la magia. Sin da subito le aveva ricordato lei da ragazzina, intelligentissima e con tanta voglia di studiare e di sapere.
Ecco perché al terzo anno le aveva dato la giratempo ed ecco perché con lei al fianco di Harry e degli altri si sentiva un po' più tranquilla.

-"Dunque, è il momento di andare. Il funerale sta terminando e qualcuno potrebbe salire nell'ufficio. Toccate questo libro e arriverete a Grimmauld Place. Da lì io non potrò più aiutarvi, qui a Hogwarts c'è tantissimo da fare e se mi assentassi rischierei di dare nell'occhio. Chiamatemi con un Patronus solo nelle emergenze. Buona fortuna, ragazzi. Il professor Silente non è l'unico a credere in voi"-

Harry fu il primo ad appoggiare la mano sul libro. Hermione lo seguì subito dopo, poi Ron e Ginny.
Fu la volta di Luna. Neville respirò forte, strinse la mano in un pugno e toccò il libro anche lui, un secondo prima che questo li teletrasportasse.

Vortice. Buio. Confusione. Ancora vortice.

Tutti e 6 si ritrovarono stesi a terra, sul pavimento di casa Black, quel pavimento che Sirius aveva calpestato per 17 anni prima di andare via di casa, quel pavimento che però non avrebbe potuto più calpestare.

-" Hermione, Ginny, vi occupate voi degli incantesimi di protezione? Nessuno sa che siamo qui, ma potrebbero scoprirlo"-

-"Ok"- risposero le due ragazze e cominciarono a muoversi per la casa.

-"Harry, Kreacher dov'è? Potrebbe esserci utile"- chiese Ron

-" Non è qui. La McGranitt mi ha raccontato che quando il padrone è malato l'elfo domestico va da lui a curarlo. Per far sembrare reale la nostra messinscena mi ha fatto ordinare a Kreacher di andare a Hogwarts. E non potremo contare neanche sull'aiuto di Remus, non si è ancora ripreso dopo la botta di due giorni fa"-

-"Siamo soli, completamente abbandonati al nostro destino...possiamo far uso soltanto delle nostre forze..."- sussurrò Ron, un po' abbattuto.

-"Non fare così, Ron, su con la vita. Siamo bravi e anche abituati a queste situazioni, ce la faremo. E poi con noi c'è Harry, il Prescelto. Lui è destinato a sconfiggere Voldemort, non è così, Harry?"- provò a tirarlo su Luna, molto più allegra di lui.

-"N-non lo so, Luna. Io mi fido di Harry, ovviamente. Ma qui parliamo di Voi-Sapete-Chi, neanche Silente è riuscito a sconfiggerlo"-

-"Voldemort, Ronald, si chiama Voldemort"- lo rimproverò Hermione, che passava di lì tra un incantesimo e un altro. "- La paura di un nome non fa che incrementare la paura della cosa stessa. Sarà bene che inizierai a temerlo di meno, dato che il nostro obiettivo è sconfiggerlo. E comunque Silente non ha perso contro Voldemort, la sua sconfitta faceva solo parte del piano. Grazie al suo sacrificio noi possiamo batterlo"- puntualizzò.

Harry la guardò orgoglioso di avere al suo fianco una come lei. Lei gli sorrise e proseguì con gli incantesimi. Proteggere la loro base era troppo importante per farlo male.

La giornata passò tra scegliere le stanze per la notte, disfare le valigie (con poca roba, non aveva senso portare tante cose con il rischio di dover scappare improvvisamente), pranzare e cenare con le provviste portate da Hogwarts e ultimare le protezioni della casa.

Arrivò la sera, buia e apparentemente calma. Per tutto il giorno avevano evitato l'argomento, come a non volersi mettere pressione prima del tempo. Ora però non potevano più ignorarlo, bisognava concentrarsi sulla missione, discutere sugli Horcrux, decidere dove andare per prima, organizzare un piano.

-"Harry, io credo che abbiamo aspettato anche troppo"-

-"Hai ragione, Hermione. Va bene ragazzi, tutti qua. Domani inizia la nostra guerra. Non sarà facile, lo sapete. Quello che affronteremo non è come la scuola, non ci sarà nessun brutto voto in caso di errore, ma la morte. Dovremo coprirci le spalle, lavorare insieme e sfruttare tutto quello che abbiamo appreso in questi anni a Hogwarts. Ricordate, non lottiamo per noi e nemmeno per le nostre famiglie, ora noi abbiamo addosso il peso e le speranze di tutto il mondo magico"-

-"È vero. La nonna mi ha raccontato che durante le prime due guerre magiche loro si caricavano proprio grazie alla consapevolezza che la gente credeva in loro. Mi ha detto di non farlo diventare un peso, ma la nostra forza. Mi ha detto anche di lottare fino all'ultimo respiro, come hanno fatto i miei genitori"-

-"Lo faremo tutti, Neville. Tua nonna ha ragione. Lotteremo per chi c'è e anche per chi c'è stato, combatteremo e vinceremo in onore di chi come i tuoi genitori ha dato tutto in questa guerra. Voldemort non vincerà, non deve.
Dobbiamo scegliere da dove partire. Hermione?"-. Oltre a lui la ragazza era l'unica che conosceva già tutti gli Horcrux.

-"Ci ho pensato a lungo. Io credo che non potremmo rimanere sempre a vivere a Grimmauld Place, ci sono posti troppo lontani da raggiungere e avremo bisogno di fare più spostamenti. Pensavo allora di iniziare con qualcosa di vicino: il medaglione di Serpeverde, Harry. Iniziamo da quello"-

-"D'accordo. Andremo al Ministero. Affronteremo la Umbridge"-

- HARMIONE - Alla fine c'è l'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora