Mentre a New York Harry conosceva il passato nascosto di Silente e programmava il suo futuro, l'atmosfera a Hogwarts e nel Mondo Magico era totalmente differente.
Terrore, paura, tristezza regnavano incontrastati.
Voldemort non aveva mantenuto la promessa. Uccideva tanto, spesso, crudelmente e senza distinzioni.
Aveva aspettato qualche mese, per vedere se Harry fosse tornato. E poi, quando si era sentito sicuro di essersene sbarazzato, proprio quando la gente aveva ripreso a vivere, era tornato alla carica.Donne e bambini non erano meno bersagliati degli uomini. Ci si poteva nascondere ovunque, lui ti trovava sempre. I Mangiamorte riempivano le strade.
Era anche peggio di prima.
Non c'era più nessuno in cui credere. Più nessuno in cui riporre le speranze. Più nessuno le cui imprese passassero alla radio.Se ne era andato il simbolo. Se ne era andato Harry Potter.
Perché si, la gente si rese conto che Harry non era solo un abile mago, il Prescelto, il bambino sopravvissuto, il protetto di Silente. Ma era diventato il simbolo della resistenza contro Voldemort.
Anche se la gente moriva, anche se tutti avevano paura, anche se qualcuno addirittura dava la colpa ad Harry, finché lui era lì con loro, voleva dire che c'era speranza.
Perché la gente ha bisogno di qualcuno in cui credere.
Non era più solo Harry, era il baluardo tra Voldemort e la vittoria.
Era, per quanto potesse sembrare ambiguo, il contenitore della speranza delle persone.
Andandosene, quella speranza era scomparsa. Se l'era portata tutta con sé.
E senza speranza la gente non poteva stare.-"Anche la speranza può prendersi, a volte, un po' di riposo, ma poi ritorna sempre a bussare alla porta della vita"-
Era questo che diceva e ripeteva la McGranitt ai suoi studenti più agitati.Ad Hogwarts le ipotesi su che fine avesse fatto Harry erano terminate. Ora l'unico pensiero di tutti era quello di voler vedere Harry tornare ad Hogwarts. Solo quello, niente di più.
Sarebbe bastato farsi vedere un paio di volte nei corridoi, poi poteva anche sparire.
Ne avevano bisogno, di tornare a sperare, a crederci. Di sapere che Potter stava combattendo per loro, con loro, che lui era lì.Dopo sette anni in cui avevano dato per scontata la sua presenza nel castello, ora saperlo assente pesava.
La McGranitt prendeva tempo. Ma anche lei credeva poco in ciò che diceva ai suoi alunni.
Avrebbe continuato a far credere che Harry sarebbe potuto tornare ai suoi ragazzi, per non abbatterli, per non destabilizzarli, ma sapeva di star dicendo qualcosa di sbagliato.
Conosceva Harry Potter, troppo buono e troppo leale per tornare. Lui non poteva sapere che Voldemort non aveva rispettato gli accordi.
Lee Jordan riceveva lettere di continuo. Tutti gli pregavano di riaprire Radio Potter, quell'appuntamento serale che radunava le paure, le ansie, le speranze e le forze di tutti. Ma lui non poteva farlo, non aveva senso riaprire una Radio che supportasse chi non c'era più.
L'Esercito di Silente si radunava spesso. Avevano perso il loro leader e nessuno aveva la forza di prendere il suo posto. Probabilmente nessuno ne era degno.
Ma sapevano che avrebbero dovuto continuare, Harry gli aveva ripetuto più volte l'importanza di quello che stavano facendo.-"Hermione, hai visto? Ora manca a tutti"- disse Ron a tavola una sera.
-"A loro non manca Harry, Ron, manca solo qualcosa in cui credere e in cui riporre le loro speranze. Ma la persona manca soltanto a me"-
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- HARMIONE - Alla fine c'è l'amore
FanfictionLa vita di Harry Potter non sarà mai facile: soffre terribilmente per la morte di Sirius, gli viene affidato il compito di sconfiggere Voldemort ed è alle prese con la nascita di un nuovo sentimento per Hermione che farà lui stesso fatica a comprend...