IL DISCORSO DI SILENTE

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Harry, diversamente da molte persone che affrontano il suo stesso problema, la depressione, fu fortunato.
La sua caduta fu davvero arrestata prima che fosse troppo tardi.

Accadde tutto 2 settimane prima del 1 settembre, data del ritorno a Hogwarts. Una data che Harry solitamente segnava in rosso sul calendario con 3 pennarelli diversi, ma che quell'anno avrebbe volentieri evitato di ricordare.

Il ragazzo sentì bussare la porta, le urla di zio Vernon, il cugino Dudley correre e la voce di un uomo, calma come l'acqua.

Seppur controvoglia Harry fu invogliato da quella voce particolarmente tranquilla ma allo stesso tempo risoluta a dare un'occhiata, quasi come i topi con il pifferaio magico.
Era una voce particolarmente accattivante, perché Harry non usciva da quella stanza da almeno una settimana.

Fuori la porta c'era imperioso, con il solito vestito da grande mago, la barba e i capelli bianchi e una mano visibilmente ferita - a Harry sembrava una mano senza vita - Albus Silente in persona.

Appena vide Harry, nonostante per tutta l'estate il Prescelto avesse ignorato le sue lettere, il Preside di Hogwarts non si scompose minimamente, ma anzi con un sorriso affabile lo salutò. Era una caratteristica nota di Albus Silente, quella. Non si scomponeva mai, in nessuna situazione e per nessuna ragione.

-"Buonasera Harry, come spiegavo al tuo cordiale zio sono qui per portarti a casa del signor Weasley dove trascorrerai questi ultimi giorni prima di tornare a scuola. Ovviamente c'è anche la signorina Granger"- spiegò al ragazzo, che lo guardava con fare interrogativo.

A quelle parole Harry, inspiegabilmente, provò un brivido.

-"Te ne avevo già parlato in una delle ultime lettere che ti ho mandato, ma a quanto mi pare di capire dalla tua espressione per uno sfortunato errore la mia lettera è andata persa e quindi tu non ne eri al corrente"-
Harry era sbalordito. Come faceva il Preside a sapere sempre tutto? E perché non si arrabbiava mai?

Silente proseguí -"Mi piacerebbe molto rimanere qui a chiacchierare con tuo zio e tua zia, Harry, ma temo che non sia possibile prolungare la mia visita. Sai, ho da sbrigare alcune questioni, come dire... abbastanza importanti. Faccende di Hogwarts, sai. Immagino che il tuo baule non sia ancora pronto. Poco male"-

Silente mosse in un rapido istante la bacchetta: volarono per la casa vestiti, libri e oggetti vari, persino la gabbia di Edvige con dentro la civetta. Harry si ritrovò vestito di tutto punto.
Normalmente ci avrebbe messo anche un paio d'ore a preparare tutta quella roba, al Preside era bastato muovere la mano.

-"Ora possiamo andare"- esclamò Silente con un lieve sorriso sul volto. Si voltò, poi ci ripensò e tornò a guardare la famiglia di Harry.

-"Che sbadato. Prima di congedarmi vorrei spendere due parole per il trattamento che avete riservato a vostro nipote Harry per tutti questi anni"-

Harry diventò lievemente rosso e distolse lo sguardo. Non aveva mai pensato ad un incontro tra Silente e gli zii.

-"Avete accolto Harry dopo la mia lettera, tanti anni fa, e di questo vi ringrazio. Ammetto che accettare in casa un bambino così d'improvviso, senza preavviso e con una motivazione sconvolgente come quella non deve essere stato facile. Ma era vostro nipote, e voi lo avete trattato come un animale domestico. Mai, in 17 anni, è nato o scattato dentro di voi un moto d'amore, di gentilezza, almeno.
Harry è stato per anni a soffrire, a subire maltrattamenti, a patire la fame. È arrivato a Hogwarts che non sapeva cosa fosse la felicità.
Quando lo lasciai fuori casa vostra, speravo che vi sareste comportati come una famiglia, ma ahimè siete stati un incubo per lui.
Non capirò mai il motivo di tanto odio, che non è giustificabile per nessuna persona al mondo, e tantomeno per un vostro parente"-
Fece una pausa per permettere agli zii di riflettere sulle sue parole.

-"Come immagino saprete - Petunia abbassò lo sguardo - Harry compirà 17 anni a breve, e nel mondo magico - Vernon sobbalzò leggermente - a questa età si diventa maggiorenni.
Harry, fortunatamente, non dovrà più tornare da voi. Con il dovuto rispetto, non credo che lui ne sia triste. E questo è un fatto abbastanza emblematico, dato che lasciare la casa dove hai vissuto per tutta la tua vita senza neanche dispiacerti un po' è un fatto davvero inusuale. Spero che un giorno capiate quanto gli avete reso la vita impossibile e quanto lui non avesse la minima colpa"- concluse. Si prese un istante per scrutare i suoi ascoltatori. Nessuno di loro aveva battuto ciglio, non sembravano minimamente pentiti. Aveva altro da dire, ma lasciò perdere. Inutile parlare con chi non vuol capire. Forse loro, però, non lo facevano apposta, non ci riuscivano proprio.

-"Ora, se volete scusarmi, come ho già detto poc'anzi, ho varie questioni da risolvere. Harry, sei pronto?"-

-"...Si, professore, eccomi"- rispose lui incerto, guardando il suo professore, che provò a rasserenarlo sorridendogli.

-"Beh...allora, addio"- disse Harry rivolgendosi agli zii e a Dudley, che era tornato al piano di sotto ma ben nascosto, per quanto possibile, dietro i genitori.

Lentamente uscì dal suo personale nascondiglio e aprì la bocca per dire qualcosa, ma non vi riuscì. Fece un gesto rapido con la mano, che doveva essere probabilmente un ultimo saluto a Harry, e tornò rapidamente dietro i genitori.

A parlare allora fu Petunia, che evitando di guardarlo negli occhi disse con voce incerta
-"Buona fortuna. Vendica mia sorella"-

Dopo un gesto affermativo con la testa, Harry raggiunse Silente in silenzio, ancora un po' imbarazzato, i due si voltarono, uscirono dalla casa, senza guardarsi né parlarsi, dopodiché Silente afferrò il braccio di Harry e si Smaterializzarono.

Il ragazzo aveva abbandonato per sempre i suoi parenti più stretti. Niente abbracci, niente baci, niente lacrime. Dopo 17 anni di convivenza, tutto ciò che era uscito dalla sua bocca era stato 'addio'. Da loro neanche quello.











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Anche se Harry all'inizio del sesto dovrebbe avere un anno in meno, quindi 16, mi serve farlo diventare maggiorenne. Quindi ne avrà 17 , e come lui tutti gli altri personaggi avranno un anno in più.

- HARMIONE - Alla fine c'è l'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora