TRA LA VITA E LA MORTE

683 23 1
                                    

Appena vide Harry tra le braccia di Hagrid Madame Pomfrey gridò.

Curava ogni tipo di ferita da sempre, ma non riusciva mai ad abituarsi a certe scene. E poi le ferite di Harry erano qualcosa di mai visto, persino da una della sua esperienza.

Riacquistò subito dopo la ragione, fece stendere Harry sul lettino e iniziò a fare magie curative come solo lei sapeva fare. 
Non c'era tempo di impressionarsi per un po' di sangue, quel ragazzo andava salvato a tutti i costi.

Per tutto il tempo ebbe il volto teso e preoccupato.

Harry era un cliente abituale ma mai come quella volta aveva il terrore di sbagliare qualcosa, di non riuscire a curarlo come avrebbe voluto e dovuto.

La notizia di Harry in infermeria gravemente ferito circolò presto nella scuola, così come qualsiasi altra notizia riguardante Harry.

Nessuno era a conoscenza degli Horcrux e nessuno tranne i suoi migliori amici era a conoscenza della missione che Harry aveva affrontato, quindi nacquero teorie su teorie. Alcune facevano davvero rabbrividire. In quasi tutte c'era di mezzo Voldemort.

Quando Ginny fu avvisata fu sul punto di svenire. Anni a sperare con tutto il cuore che Harry la notasse e, dopo sole poche settimane da fidanzati, succedeva questo.

Hermione scoppiò a piangere e Ron provò a tranquillizzarle entrambe. Anche lui era in ansia, ma cercava di non darlo troppo a vedere per non spaventare ancor di più le ragazze.

Scesero giù in infermeria ma gli fu negato l'accesso.
Passarono il giorno a pregare per Harry in sala comune.
Si unì Neville e persino Luna, che considerava Harry il suo 'primo vero amico ', arrivò preoccupata dalla sala di Corvonero. Tutto insieme si fecero forza.

Hermione però dopo poco decise di salire in camera sua.

Non riusciva a parlare con nessuno o ad alzare lo sguardo, non smetteva di piangere. Era un pianto diverso da quello a cui ormai si era abituata.

Fino a poche ore prima piangeva perché vedeva Harry felice con Ginny, ma quello poteva anche accettarlo.
Il suo migliore amico e la sua migliore amica insieme.
Era un pianto egoista, da ragazza innamorata, niente di più.

Ma le lacrime che le stavano scendendo da quando Lupin aveva mandato il Patronus ad Hagrid erano tutt'altra cosa.
Incontrollabili. Giustificate. Feroci.

Rischiare di perdere per sempre il migliore amico, il fratello, il ragazzo del quale si è innamorati e il proprio eroe insieme era un dolore che non poteva essere fermato.
A questo dolore si aggiungeva il rimorso di non aver fatto di più per fermarlo e non farlo andare in quella missione suicida.

L'indomani andarono nuovamente tutti insieme fuori all'infermeria e videro Silente.

-"Professore, come sta Harry??"- chiesero in coro impazienti.

L'espressione del Preside anticipò le sue parole.
-"Mi dispiace, ragazzi, ma Harry sta molto male. Ora sta lottando tra la vita e la morte.
Il morso del Basilisco è stato molto doloroso e profondo, Remus ha fatto quello che ha potuto ma non era facile curare una ferita così. Solo i più abili guaritori sanno affrontare una ferita del genere.
Inoltre Harry era già provato dalle varie insidie che aveva affrontato prima e la Smaterializzazione che ha dovuto effettuare per tornare qua ha aggravato la situazione.
Non sappiamo se e quando si sveglierà. Ci auguriamo tutti che accadrà presto, ovviamente. Harry, d'altronde, è un ragazzo forte, lo sappiamo bene"-

Hermione singhiozzò forte e si accasciò quasi a terra.

Ron aprì la bocca per parlare ma Silente, come sempre, parve leggergli nel pensiero.
-"Oggi è meglio che lo lasciate stare, Madame Pomfrey sta ancora lavorando, da domani potrete andare a fargli visita. Ha bisogno di sentire l'affetto degli amici, anche se non è sveglio. Sono sicuro che gli farà bene"- e dopo aver fatto l'occhiolino se ne andò.

Durante il pranzo in Sala Grande non si parlava d'altro che di Harry Potter.
Non era una novità, comunque.

Quel ragazzo non faceva altro che far parlare di sé, ma stavolta l'argomento era ancora più triste del solito.

C'era chi era dispiaciuto per lui, chi preoccupato perché vedeva in Harry l'unica speranza contro Voldemort, chi rideva senza alcuno scrupolo, chi inventava storie su come si fosse ferito, chi andava a chiedere curioso in giro informazioni e chi rimaneva in silenzio, troppo triste per parlare.

Questi erano ovviamente Ron, Hermione, Ginny, Neville, Luna e anche Cho Chang, che sembrava aver pianto molto.
Quando si è voluto tanto bene ad una persona e quella persona soffre non puoi far a meno di soffrire anche tu, aldilà di come siano andate le cose tra di voi.

Le lezioni del pomeriggio registrarono la più che inusuale assenza di Hermione: lei incaricò Ron di dire che era malata, e fece credere a tutti così, ma la verità è che non riusciva ad andare a lezione pensando che Harry potesse morire da un momento all'altro.

Nonostante Ron le avesse detto che non era colpa di nessuno lei non poteva smettere di pensare che se avesse fatto qualcosa in più per fermarlo, se Ron non l'avesse baciata, se avesse dichiarato il suo amore Harry forse non sarebbe andato alla grotta e non si sarebbe ritrovato in quella situazione.
Non le importava una risposta affermativa alla sua dichiarazione, le sarebbe bastato fermarlo. Salvarlo.

Il giorno dopo fu la prima ad andarlo a trovare, non aspettò neanche gli altri.
Madame Pomfrey provò a spiegarle che era ancora presto, ma non volle sentire ragioni. Entrò senza aspettare che l'infermiera finisse di parlare.
Lei la vide così disperata che decise di non fermarla.

Hermione si sedette vicino al letto di Harry, gli prese la mano e iniziò a piangere sul suo petto. Gli bagnò di lacrime tutta la maglia.

Rimase così per venti minuti, fino a quando arrivarono Ginny e Ron.

Ginny iniziò a piangere e si gettò su Harry abbracciandolo, con Hermione che la guardava con un pizzico di tristezza.
Che placò subito, non era proprio il momento di essere gelosa.

Anche Ron sembrava triste, vedere il suo migliore amico così non doveva essere facile.
Non poteva piangere tutto il tempo come Hermione e Ginny, lui era un maschio. Ma questo non gli vietava di soffrire dentro, di pregare affinché Harry si risvegliasse. 
Per tutto il tempo passato in quell'infermeria tenne le dita incrociate dietro la schiena.

Rimasero lì per un po', con Harry immobile.

Hermione guardava Harry, poi Ron, poi di nuovo Harry, poi ancora Ron. Prese una decisione.

Arrivò dopo un po' Madame Pomfrey a dire che era ora di andare. Quando uscirono incrociarono Silente diretto proprio in infermeria.

Sentirono dentro la stanza il professore parlare con l'infermiera che disse che le condizioni di Harry, già critiche, erano addirittura peggiorate.

Ginny accelerò il passo andando in camera sua piangendo.

- HARMIONE - Alla fine c'è l'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora