UNA MISSIONE RISCHIOSA

691 25 0
                                    

Piano piano Harry allontanò il dolore della morte di Sirius. Non lo avrebbe mai dimenticato, il padrino era una persona importantissima per lui, ma aveva metabolizzato il lutto. Ora quando pensava a Sirius sorrideva, non piangeva.
Perché forse le persone è giusto ricordarle così. L'importante è non dimenticarle mai, perché non si muore davvero finché c'è qualcuno a ricordarti. Ma è inutile soffrire e smettere di vivere, perché così le persone morte sono 2, la vera persona morta e chi la piange.
Può sembrare una frase banale, ma il "lui non avrebbe voluto così" è tremendamente vero. Se si vuole veramente bene ad una persona si deve sperare il meglio per lei, la si vuol vedere felici, non triste e ferma nel passato.
Ed era senz'altro questo che voleva Sirius per Harry. Gli voleva troppo bene per pretendere che lui lo piangesse all'infinito.
Ed Harry, grazie ai suoi splendidi amici, lo aveva capito. Ci aveva messo tempo, ma meglio tardi che mai.

Con Ginny le cose andavano bene, con Ron era tornato a ridere e scherzare come sempre e con Hermione passava gran parte del tempo.

Ogni tanto parlava anche con Luna e Neville.

Harry era, a tutti gli effetti, tornato felice.

I problemi comunque non mancavano.

Hermione, che inizialmente resisteva, scoppiava a piangere ogni volta che vedeva Harry e Ginny baciarsi, anche se nessuno sembró mai notarlo. Nemmeno Ron, che continuava a provarci con Hermione convinto che lei lo amasse.
Non sapeva spiegarsi neanche lei il perché di una reazione così forte. Lei non era mai stata così debole, ed aveva 17 anni, non era più una bambina. Si vergognava, ma non riusciva a trattenere le lacrime. Forse quei mesi lontano da Harry l'avevano resa fragile, forse c'entrava anche la costante minaccia di Voldemort, forse l'amava così tanto da stare così male. Probabilmente erano tutte quelle cose insieme.

Un giorno Harry fu nuovamente convocato da Silente.

-"Buona giornata, Harry. Prego, accomodati"- lo accolse il Preside. Gli diede il tempo di sedersi.

-"Dunque, come vanno le cose?"-

-"Bene, professore. Sono felice, o almeno credo. Ma non riesco a trovare gli Horcrux, a capire quali siano. Mi dispiace"-

-"Non importa, sapevo che non sarebbe stato facile. D'altronde è di Voldemort che parliamo, no? Ricorda solo che devi essere veramente felice, non pensare di esserlo e neanche esserlo parzialmente. Devi soddisfare ogni tua richiesta inconscia, è fondamentale.
In ogni caso è arrivata l'ora di agire. Là fuori Voldemort sta uccidendo sempre più persone. Penso di aver trovato il primo Horcrux, Harry, ma mi è impossibile andare a distruggerlo di persona. Ho un impegno improrogabile. Sarai tu a doverlo fare. Io sono l'unico, oltre al Signore Oscuro, con il potenziale magico necessario. In mia assenza l'unica persona a poterlo fare sei tu, avendo una parte di Voldemort dentro di te. Ti accompagnerà Remus.
Bada bene Harry, non siamo sicuri sia effettivamente un Horcrux e ci siamo arrivati dopo svariate e complicatissime deduzioni logiche, quindi non ti adagiare, c'è bisogno di te per trovare gli altri. Ti raccomando di fare attenzione. È una missione pericolosa, e se non fosse di fondamentale importanza e tu non fossi l'unica persona in grado di distruggerlo non ti manderei. Buona fortuna"-

-"Ehm, professore, ma come faccio a sapere se sono veramente felice? Insomma, io credo di esserlo. Ho una ragazza con cui mi trovo bene e tanti amici. Sono riuscito anche ad accettare la morte di Sirius. Ma se non lo fossi veramente? Come posso saperlo?"-

-"Purtroppo per quanto io possa essere un grande mago, e penso di esserlo, a questo non c'è risposta. Ascolta il tuo cuore, Harry. Solo così troverai la felicità, solo così sconfiggerai Voldemort. Ora va a riposare, avrai bisogno della massima lucidità per affrontare al meglio la missione"-

-"Un'ultima cosa, professore. Com'è che dovrei distruggerlo, quest'Horcrux, qualora riuscissi a prenderlo? Trattandosi di Voldemort, non basterà un Expelliarmus, immagino..."-

Silente non rispose subito. Sembrava pensieroso e allo stesso tempo triste.

-"Ti chiedo sinceramente scusa, caro Harry, ma non ne ho idea. La mia speranza è che, come ti ho già detto, la connessione che c'è tra te e Voldemort possa permetterti di distruggerlo, per questo mando te. Altrimenti non saprei proprio come muovermi, stavolta. Sono lontano anni luce dal trovare una soluzione, e ne sono davvero triste. Mortificato, direi. Mi impegnerò a trovare una risposta, ma adesso non ho nulla tra le mani. Ti sto mandando allo sbaraglio, vero?"-

-"Lei ha fatto tutto il possibile, adesso tocca a me. Stia tranquillo, troverò un modo. Si fidi di me"-

-"Se non mi fidassi di te, caro Harry, non ti manderei. Sono più che certo che tu possa arrivare dove io ho fallito. Buona fortuna, ragazzo mio"- lo salutò Silente.

Harry andò in sala comune e raccontò della missione agli amici.

La prima a prendere la parola fu Hermione.
-"Non puoi andare Harry. Silente ti chiede troppo. Insomma, hai 17 anni, devi andare alla ricerca di un potentissimo oggetto che non sai come distruggere e sul quale è stata applicata la magia del più grande mago Oscuro di ogni epoca e che è probabilmente custodito da trappole mortali e Mangiamorte!"- disse tutto d'un fiato.

-"So che non è facile, Hermione. Silente mi ha già avvertito sulla pericolosità della missione. Ma non posso tirarmi indietro. Insomma, è in ballo la vita di tutto il mondo magico!"-

-"Allora vengo con te!"- esclamò lei decisa.

-"No Hermione. Se venissi con me avrei troppa paura ti succedesse qualcosa, rischieremmo di compromettere la missione. Non puoi venire. Devi restare qua"-

-"Harry ha ragione"- disse Ron, -"non potrei rinunciare a te, sei troppo importante per me"- le disse, e la bació sulle labbra. Un gesto che nessuno si aspettava, perché tutti rimasero a bocca aperta. Persino lo stesso Ron.
Hermione si scansó subito. Guardò Harry.

-"Beh, ti lascio in buone mani allora"- disse lui mogio alzandosi dalla sedia.
-"Ci vediamo dopo. Credo"- salutò, non nascondendo la sua tristezza.

-"Harry, aspetta! Non è come pensi! E poi no, non ti lascerò andare solo!" - gli urlò, ma Harry ormai era già uscito dalla sala comune.

Dopo circa 20 minuti nel castello arrivò Lupin.

-"Harry, da quanto tempo!"- gli disse felice. Harry corse ad abbracciarlo. Non si vedevano da quando Sirius era morto. Rimasero in quell'abbraccio a lungo. Harry non si sarebbe più staccato. Remus lo accarezzava continuamente in testa.

-"Che ci fai qui, Remus?"-

-"Ho chiesto a Silente di poterti accompagnare a cercare l'Horcrux. Non potevo permettere che andassi da solo. Sei pronto?"-

-"Si, andiamo" - disse lui, tornando triste ripensando a quello che era successo poco prima in sala comune.

La felicità dei giorni precedenti era sparita. E non era la paura della missione.
Non aveva neanche salutato Ginny, per quanto era rimasto sorpreso.

Lupin, non potendo sapere quello che era successo, lo vide agitato e ipotizzò tutt'altro.

-"Ascolta Harry, se non te la senti non andiamo. Parlerò io con Silente. Non voglio costringerti. Vedi, ora che anche Sirius non c'è più sono io il tuo 'parente' più vicino. So che per te non sono lui, né tantomeno James, ma non sopporterei se ti succedesse qualcosa"-

-"Grazie Remus, ma me la sento. Non è il momento di tirarsi indietro. Andiamo, dobbiamo farcela a tutti i costi"-

-"Bene. Tocca il mio braccio, ci Smaterializzeremo"-

Harry eseguì, si strinse forte al braccio di Lupin, chiuse gli occhi pronto a vorticare.
Quando li riaprì vide che si trovavano nei pressi di una grotta.

- HARMIONE - Alla fine c'è l'amore Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora