26. Strane Reazioni

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Nella sua vita Harry poteva sicuramente vantarsi di essere un buon osservatore, e di avere una discreta buona memoria, eppure in quasi dieci anni di scuola era più che certo di non aver mai visto quello sguardo sul volto del suo docente di difesa contro le arti oscure.

Piton sembrava aver assunto un aria di stupore sincero non vi era traccia di ironia, crudeltà, doppiogiochismo né altro, sembrava solo vagamente confuso e stralunato, un po' come quando ti svegli da un sogno iper realistico e non riesci a capacitarti di dove ti trovi.

Al moro la situazione iniziava a piacere e quasi si dospiacque quando il docente riemerse da quel breve istante di umanità per riassumere un aria austera e severa, in quel momento il Grifondoro realizzò che i genitori dell'uomo dinanzi a sé avevano scelto un nome decisamente azzeccato.

"Sono profondamente colpito da queste sue sagge parole Potter"

Iniziò il suo monologo con una pungente nota di ironia nel tono di voce, che fece subito infiammare Harry, tuttavia non ebbe il tempo di rispondere che il suo interlocutore riprese a parlare:

"O forse dovrei chiamarla Harry? Mh? Sarebbe più gradito?"

Chiese quindi posandosi una mano sul petto con aria tremendamente teatrale, cosa che fece stranamente imbarazzare il salvatore del mondo magico, fino a farlo sprofondare nel disagio e nel rimpianto delle parole usate poco prima, avrebbe dovuto essere meno esplicito.

"Non so, magari vorrebbe essere invitato ad un Tè nei miei alloggi e dialogare amichevolmente dell'ultima partita di quidditch? Io non sono suo amico Potter e lei non deve vedermi come tale. Sono stato chiaro?"

Gli ringhiò contro come un cane pronto ad azzannarlo, il velo di rassegnazione che si posò sul viso del prescelto gli fece scurire lo sguardo e stringere le labbra con stizza, fino a ridurle ad una sottile linea biancastra, innervosito da tante provocazioni futili e fastidiose.

" Tuttavia, su una cosa non posso proprio darle torto, questi giochetti da bambini viziati mi fanno a dir poco vomitare, mi vedo quindi costretto a graziarla del mio momentaneo perdono e spero per lei che non capiti mai più un evento tanto increscioso. Sono stato chiaro?"

Sibilò scandendo bene le ultime parole a pochi centimetri dal viso dell'alunno, per un istante i loro sguardi furono incatenati l'uno all'altro, fieri, entrambi troppo orgogliosi per interrompere per primi quel contatto.

Harry non aveva mai notato le Pupille del professore, perennemente mascherate dalle iridi d'ossidiana sempre infiammate di indifferenza e disprezzo. In quel momento si accorse anche di quanto fossero lunghe le sue ciglia ad esempio, le paragonò per un secondo a quelle di Hermione e pensò che fossero più lunghe e piegate di quelle dell'amica, ed il nero naturale che le colorava le rendeva la perfetta cornice per quegli occhi così particolari.

Si risvegliò velocemente dai propri pensieri chiedendosi come diamine avesse potuto fare simili vaneggiamenti su Piton! Ringraziò quindi di essere diventato un buon oclumante, se il docente avesse avuto la malsana ed improvvisa idea di spiare i suoi pensieri in quel momento probabilmente lo avrebbe bruciato vivo e dato in pasto a Fuffy.

"Si signore"

Si decise in fine a rispondere, andando indietro di uno o due passi, sentendosi tremendamente oppresso da quella vicinanza.

"Bene. Ora veda di sparire Potter prima che mi sfugga disgraziatamente qualche incantesimo troppo pericoloso e lei ne venga disgraziatamente colpito"

Il prescelto non si fece ripetere l'invito due volte, sgattaiolando velocemente fuori dall'aula in preda al panico, i suoi pensieri, tornati lucidi dopo la sfuriata del momento, lo rendevano confuso.

Se c'era una cosa di cui Harry era ormai al corrente era la sua attrazione verso i ragazzi, aveva in oltre smesso da un po' di negarlo a sé stesso, certe reazioni quando vedeva i propri compagni cambiarsi non potevano di certo definirsi casuali, in oltre non poteva  far finta che quella sua cotta per Cedric non fosse mai esistita, insomma era un bel ragazzo, era più grande e lui solo un giovane quattordicenne in pieno sviluppo ormonale.
E una volta cresciuto aveva detto a sé stesso che anche quella minuscola, insignificante, vocina che gli ricordava di tanto in tanto quanto fossero attraenti le cicatrici sul corpo di Lupin o i capelli ben curati e lunghi di Sirius era perfettamente normale.

Parlandone con Hermione lei aveva dichiarato senza ombra di dubbio che Harry fosse fisicamente attratto dagli uomini più grandi, probabilmente a causa della mancanza di una figura paterna a cui fare riferimento durante l'infanzia, il suo inconscio lo spingeva a ricercarne una nelle relazioni, e questo, stranamente ma forse non poi così tanto, non aveva sconvolto il diretto interessato.

Quello che invece lo sconvolgeva in quel preciso istante mentre si lasciava cadere contro una parete fuori da chissà quale aula, era l'idea che avesse potuto trovare qualcosa di attraente in Piton! Diamine quell'uomo era a dir poco nauseabondo! I capelli lisci e neri sembravano unti e per nulla curati, le labbra bianche e violacee perennemente statiche in una smorfia di disgusto, lo sguardo serio ed impenetrabile, insomma tutto di quell'uomo gridava all'orrore.

In quei pensieri ripetitivi, piano piano, se ne infiltrarono di nuovi, più morbidi. Harry si ricordò tutte le volte in cui aveva osservato di sottecchi le mani del professore mentre lavorava o impugnava la bacchetta, erano grandi, forti ma aggraziate e le dita erano lunghe e affusolate. Di tanto in tanto una piccola vocina nella sua mente si chiedeva come sarebbe stato stringerle, sentire se fossero morbide come quelle di Ginny o ruvide e callose come quelle di Ron.

Piton aveva in oltre una postura fiera ed una figura slanciata, ed Harry era certo di aver intravisto più volte i muscoli delle braccia tendersi sotto le pesanti vesti scure.

Calmatosi da quelle piccole accortezze il prescelto si convinse che in fondo, per quanto l'idea lo ripugnasse pensandoci a mente lucida, Severus non era poi così male, forse se si fosse curato e ben tenuto, o avesse iniziato ad esprimere qualche sentimento che non fosse rabbia o disgusto, sarebbe potuto essere addirittura un bell'uomo.

Sono tornata!
Spero tanto che questo capitolo un po' più leggero e diverso dal solito vi sia piaciuto! Iniziamo ad introdurre lentamente il rapporto che ogni personaggio ha, o avrà, con sé stesso e con la propria sessualità, ovviamente non potevo non iniziare dal nostro Harry!

Fatemi sapere cosa ne pensate mi raccomando!

Cupido.

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