33. I balli portano sempre sventura

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Ed erano trascorsi i giorni, e poi le settimane, e finalmente, per molti, ma per altrettanti altri disgraziatamente, era arrivata la grande serata di Halloween.

Tutti sembravano entusiasti, Harry si era dovuto nascondere solo dodici volte nell'arco della giornata e aveva dovuto consumare i suoi pasti in camera, visti gli attentati delle giornate precedenti, studiati da qualche ragazzina nel tentativo di rimpinzarlo con delizie condite da litri e litri di pozione d'amore.

Ora però, forse un po' si pentiva di non aver accettato nessun invito, persino Nevile aveva qualcuno con cui ballare. E a lui invece sembrava proprio di essere tornato un quattordicenne al suo primo evento, al ballo del ceppo.

Hermione, meravigliosa nel suo abito color Ceruleo, danzava leggera fra le braccia di Malfoy, stupefacente vero? Tutti i Grifondoro avevano quasi fatto saltare in aria la torre quando si era sparsa la notizia che i due sarebbero andati al ballo insieme in veste di amici, in particolare, ovviamente, Ron.

Aveva tenuto il broncio per due settimane, vi era dovuta intervenire la McGranitt per confermare a tutti, a lui in particolar modo, di essere stata lei per prima a proporre questa coppia strampalata al ballo per aprire le danze, come segno di una nuova e rinnovata amicizia fra le due casate.

E così il rosso si era dovuto mettere il cuore in pace e cercare una nuova dama per la sua serata, finendo per partecipare con una ragazzina di tassorosso con cui sembrava starsi divertendo parecchio in pista.

Ed in fine, l'ultimo membro del trio d'oro, il prescelto. L'unico senza accompagnatore o dama, seduto su uno dei tavolini in disparte, a sorseggiare del succo di zucca come fosse del whiskey incendiario, con occhi fermi e vitrei ad osservare l'uomo che da giorni, forse mesi, addirittura anni, era spesso se non sempre al centro dei suoi pensieri, sia per motivi buoni, come quando si ritrovava a decantarne le piccole bellezze nella propria mente durante le lezioni, che quando invece si convinceva essere il protagonista di qualche malevolo piano, come quando si era convinto avesse iniziato una relazione non consensuale con Malfoy, suscitando l'ilarità della preside nel confessare i suoi timori giusto qualche sera dopo il distruttivo litigio con Piton.

Era bello, la sua mente aveva completamente eliminato tutte le dicerie orribili che si erano sparse sul suo conto quella sera, agli occhi di Harry era bello. Non come poteva esserlo Gilderoy Allock, quella bellezza assicurata ed innegabile che faceva svenire maghi e streghe in tutto il mondo, no, la bellezza del professore era molto più timida, nascosta dai lunghi capelli lisci sempre unti a causa dei gas emanati dalle pozioni, che in quel momento avevano un aria particolarmente pulita ed ordinata, forse perché, chissà come mai, aveva deciso di tenerli raccolti. Vestito in un abito color notte dalle rifiniture argentee sul lungo mantello perennemente appoggiato alle sue spalle, a volte Harry si domandava se il pozionista ci dormisse anche con addosso quel capo, sembrava si stesse perfettamente mimetizzando con le tende, lanciando qualche sguardo intimidatorio alle coppiette troppo vicine fra loro, che a guardarlo soltanto si ricomponevano.

Il moro avrebbe così tanto voluto parlargli, non gli rivolgeva neanche più uno sguardo durante le lezioni dopo quella notte, forse preferiva essere riempito di insulti e maledizioni che l'essere così totalmente ignorato.
Era consapevole del suo errore, era consapevole di aver sbagliato, ma diamine aveva provato centinaia di volte a scusarsi! In modi diversi e disparati, ma veniva costantemente ignorato, persino quando gli era caduto addosso travolgendolo nei corridoi, nel tentativo di correre in tempo a lezione, il professore non aveva battuto ciglio, si era semplicemente ritrovato con 30 punti in meno da Grifondoro, nessuna sfuriata, nessun urlo, nessuna battutina malevola o sguardo linciante, nulla.

Quella situazione lo rendeva nervoso e a dir poco intrattabile alle volte, tanto che persino Hermione aveva tentato di fargli da terapeuta e di convincerlo a parlare chiaramente col professore, eppure, lui si sentiva così preso in giro, e soprattutto era convinto di aver già fatto la sua parte! Se Piton non voleva saperne delle sue scuse allora benissimo! Poteva andare all'inferno per quanto gli riguardava!

E fu con questi ultimi pensieri rabbiosi che il prescelto aveva deciso di alzarsi e, mentre le coppiette ballavano un lento, e altre coppie meno sdolcinate si davano al buffet, decise di uscire dalla sala grande e incamminarsi chissà dove per i corridoi del palazzo.

Beeeh...ho scusanti? Direi di no...quindi mi limiterò a pubblicare questo capitoletto e a dire che il prossimo giuro essere in preparazione, e sparire nell'ombra fino a domani.

Cupido

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 18, 2023 ⏰

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