16. Famiglia

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Nonostante la sua immensa cultura, Severus ancora non riusciva a rispondere a molte delle domande a cui solitamente tutti avrebbero saputo dare risposta, una delle quali, forse la meno complessa, era la seguente: cos'è la famiglia?

Da ragazzo era stato proprio il suo mentore, il suo aguzzino e il suo salvatore a chiederglielo. Accadde una notte, al ritorno da una delle numerose, banali e stupide festicciole del Lumaclub a cui partecipava solo per poter vedere la splendida Grifondoro che gli aveva rubato il cuore ormai molti anni addietro.

Disprezzava quelle feste ma ancor di più le stupide ed invadenti domande poste dal docente che le organizzava, quella sera in particolare l'argomento principale era stato la famiglia, gli era stato chiesto che rapporto avesse con i genitori, che lavoro facessero, dove vivessero e altre sciocchezze simili. Costretto a rispondere fece calare un silenzio tremendamente imbarazzante, tutti si aspettavano delle risposte ben precise naturalmente, d'altronde cos'altro potevano aspettarsi da "mocciosus" no? Una famiglia disagiata per un ragazzo, così da loro considerato, altrettanto disagiato.

Tuttavia lui era fin troppo orgoglioso per concedergli questa soddisfazione per cui increspò un labbro in un sorriso tanto piccolo quanto falso e con calma rispose ad ogni domanda, disse di avere un ottimo rapporto con entrambi i genitori, che la madre era una casalinga e il padre svolgeva un'attività in proprio tipica dei babbani, una famiglia perfetta insomma, tanto perfetta da lasciare tutti a bocca aperta, prima tra tutti proprio la rossa che lo fissava sconvolta, certo, lei sapeva la verità era forse l'unica al mondo a conoscerla e non era per nulla felice di sentirgli dire quelle bugie, se solo si fosse sforzata a capire.

Al ritorno mentre si dirigeva al proprio dormitorio a passo svelto, venne distratto da delle voci che solleticarono la sua curiosità tanto che, silenziosamente, si nascose dietro ad una delle tante statue che adornavano il castello e si sporse il minimo indispensabile per poter ascoltare e cogliere qualche parola. Sentì chiaramente la voce del Preside e altrettanto chiaramente quella del professore di pozioni, nulla di anormale, ma ciò che gli fece arricciare il naso disgustato fu scoprire l'argomento tanto misterioso di cui stavano parlando: lui.

"Albus io mi fido ciecamente della signorina Evans e sono più che certo che fosse sincera, dopotutto che motivo avrebbe per mentirmi?"

Sospirò internamente, doveva aspettarselo, la sua vecchia e cara amica gli ripeteva da anni di andare a parlare con Silente della brutta aria che si respirava in casa sua ma ogni volta però il corvino rimandava, forse con l'assurda consapevolezza che a nulla sarebbe servito parlarne benché meno col preside.

"E va bene Horace, ti prometto che non perderò neanche un istante, andrò a parlare col signor Piton vedremo di risolvere questa situazione, tuttavia conosci anche tu Severus per cui non aspettarti il massimo della collaborazione da parte sua"

Un ghigno quasi orgoglioso incurvò le labbra del giovane Serpeverde, certo era che il preside ne sapesse proprio una in più a Merlino, tanto che, pochi secondi dopo, si sentì chiamare, proprio mentre lentamente sgattaiolava verso i propri alloggi.

"Buonasera Severus, come mai ancora sveglio a quest'ora della notte?"

Quel sorriso così pacato e furbo sapeva proprio mandarlo in bestia, perchè fingere che tutto fosse normale e tranquillo? Non avrebbe semplicemente potuto convocarlo nel suo ufficio per parlargli di un qualsivoglia tipo di aiuto? Dopotutto un uomo tanto saggio come Silente perché avrebbe dovuto sprecare il suo tempo in patetici convenevoli?

"Mi scusi preside, stavo tornando in dormitorio"

"E ti sei casualmente imbattuto nella conversazione tra me e il professor Lumacorno"

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