25. Solo Harry

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Se Harry aveva trovato conforto e consiglio nelle parole pronunciate da quel quadro dagli occhi furbi, lo stesso sicuramente non si poteva dire per il docente che, da sempre, odiava dover chiedere aiuto o supporto agli altri. Egli aveva rifiutato di discutere con Silente, nonostante quest'ultimo si fosse silenziosamente presentato in uno dei quadri del suo ufficio, il corvino lo aveva liquidato affermando di non aver tempo per chiacchierare in vano avendo fin troppo lavoro da sbrigare.

Stranamente il vecchio preside gli aveva dato retta e, silenzioso come era arrivato, si allontanò lasciando Severus da solo a lottare coi propri pensieri. Una parte di sé, quella più primitiva e dotata dell'istinto di sopravvivenza caratteristico dei mangiamorte, aveva già studiato un piano perfetto per obliviare Potter e una scusa altrettanto perfetta da rifilargli in caso di domande. Sarebbe stato sicuramente il piano più funzionale da applicare, eppure, un'altra parte del pozionista, quella più nascosta e saggia, avrebbe preferito ignorare quella situazione convincendo in qualsivoglia modo il Grifondoro a stare lontano dagli affari che non lo riguardavano e soprattutto a lasciarlo in pace!

Tuttavia questa seconda opzione era sicuramente più complessa e stressante e, probabilmente, poco fruttuosa conoscendo l'alunno e questo faceva tornare Severus alla prima idea, trascinandolo in un circolo vizioso continuo.

A distrarlo dai suoi pensieri fu un bussare appena udibile alla propria porta, che riuscì a risvegliare il pozionista. Si alzò riponendo il tomo che stava, ormai, fingendo di leggere da più di mezz'ora sul tavolino accanto alla propria poltrona preferita, indossò velocemente la giacca scura e coprente, tolta per comodità non aspettandosi ulteriori fastidi per quella serata e aprì la porta pronto a mangiarsi vivo chiunque lo avesse disturbato.

Il non vedere nessuno per un secondo lo fece davvero infuriare, questo però prima che l'istinto gli sussurrasse di abbassare lo sguardo, con un rapido movimento di bacchetta fece levitare i due oggetti per portarli alla propria altezza mantenendo un'adeguata distanza di sicurezza, li osservò cauto controllando che fossero innocui non volendo essere protagonista di qualche odioso scherzo da parte dei marmocchi che popolavano il castello come tanti scarafaggi. Accertatosi che fosse tutto nella norma portò il bottino all'interno del proprio studio, aprendo rapidamente la lettera, per poi concentrarsi e leggerla attentamente:

“Aveva ragione. Mi scuso per le accuse fatte e spero vivamente che fossero infondate. Mi auguro che i nostri diverbi possano definirsi chiariti qui.”

Nonostante il messaggio non fosse firmato il pozionista comprese subito, fin dalla prima parola, chi lo avesse scritto e si insospettì non poco. Un Potter che si scusa? Ammette i propri errori? C'era dell'assurdo! E sicuramente c'era qualcosa sotto, ebbene, si disse, se Potter sperava in una pacifica convivenza amichevole poteva scordarsela.

Non avrebbe mai più permesso a nessuno, benché meno a lui, di prenderlo in giro, non gli avrebbe mai dato modo per umiliarlo come era solito fare il genitore, piuttosto avrebbe preferito una vita da puffola pigmea nelle mani di un qualsivoglia maghetto dispettoso. Convinto delle proprie idee, osservò il portafiale e si disse che avrebbe sicuramente trovato un ottimo modo per far rimpiangere al Grifondoro quel ridicolo tentativo di corruzione mal riuscito.

Il giorno seguente il caso volle che avesse lezione proprio coi Grifondoro del settimo anno, fu spassoso vedere il salvatore del mondo magico sfinito dagli attacchi lanciati dal corvino, la classe stessa si domandava in effetti la ragione di tanta crudeltà, era strano addirittura per Piton bersagliare così ferocemente un alunno! Hermione, che di certo non si faceva sfuggire nulla, comprese subito che l'amico avesse qualcosa da nascondere, probabilmente un altro dei suoi litigi col docente e, con uno sguardo a dir poco inceneritore, lo avvisò che avrebbe dovuto confessare tutto il prima possibile!

Sfortunatamente per lei però, non potè attivare il proprio piano d'azione dato che, una volta finita la lezione, il professore trattenne Harry in classe, tuttavia questo non le impedì di lanciare uno sguardo assassino al proprio amico che reagì con un sospiro stanco, quasi disperato su un viso distrutto dal troppo sforzo.

Severus non perse tempo, una volta rimasti da soli, bloccò velocemente la porta dell'aula alzandosi per fronteggiare il suddetto, esausto, Potter:

“Spero vivamente che quel suo sciocco tentativo di adularmi fosse solo un caso isolato di improvvisa stupidità”

Ringhiò glaciale a denti stretti, fermo a pochi metri dal corpo dello studente che, stranamente, pareva piuttosto calmo e pacato, tanto da non degnarlo neanche di una risposta immediata il che fece arrabbiare sempre di più il docente.

“Sa professore, lei dovrebbe davvero smetterla di restare chiuso nel suo ruolo da fetido mangiamorte o da viscida spia ed imparare ad andare avanti”

Gli occhi del corvino si assottigliarono e in pochi secondi la propria bacchetta fu puntata al collo dello studente che, nonostante tentasse di non mostrarsi intimidito, aveva già stretto la propria pronto a difendersi.

“Tu osi mancarmi di rispetto, Potter?- scandì bene osservando ogni più piccolo movimento del suo nemico- devo forse rammentarti che è grazie a me se sei vivo e con tutti gli arti al posto giusto?”

“Ha intenzione di rimembrare il passato ancora a lungo professore? La guerra è finita. Gli anni della scuola sono finiti. Voldemort, Silente, mia madre e mio padre sono morti. Se ne faccia una ragione! Potrebbe quindi smetterla di tormentarmi? Le ho chiesto scusa. Ma lei continua ad inveirmi contro come un cane rabbioso! Se per un attimo, un attimo solo, realizzassimo che sì, la guerra è maledettamente finita! E io non sono Harry Potter il salvatore del mondo magico copia sputata di James Potter venuto al mondo per tormentarla dopo la morte di mio padre e no, non sono neanche Harry Potter figlio di Lily Potter suo unico e tormentato amore venuto al mondo per ricordarle il suo fallimento ma sono solo Harry! Un suo alunno che magari può anche disprezzare ma se deve farlo, beh voglio che lo faccia perchè sono io! Non per il mio cognome, non per i miei genitori! E quando finalmente lo capirà allora forse potremo convivere pacificamente senza continuare a sputarci veleno addosso a vicenda! Non so lei professor Piton, ma io voglio andare avanti”

Ed eccomi con un altro capitolo! Le cose stanno finalmente prendendo una piega interessante, almeno spero, che ve ne pare? Cosa vi aspettate?

Alla prossima!

_Cupido__

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