07. Novità E Punizioni

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Che il destino fosse contro di lui, Severus l'aveva capito da un bel po' di tempo, ma arrivare al punto in cui non potesse avere pace neanche nella solitudine delle proprie stanze era decisamente fuori discussione.

L'anno era iniziato in un modo assai singolare, il mago, con sommo stupore, si era iniziato a ritrovare carico di posta fin dal primo giorno di lavoro. Abituato com'era a ricevere solo rare e spesso inutili, lettere, tutta quell'attenzione gli era parsa quasi surreale e, naturalmente, fastidiosa.

Odiava vedere quel sorrisino soddisfatto, a dir poco sadico, sul volto dei colleghi che ben sapevano il suo amore per la propria privacy, lo avevano capito tutti quando, le poche volte in cui, per necessità, avevano varcato la soglia del suo ufficio privato senza esplicito invito, per poco non erano stati affatturati dal corvino, per cui vederlo in una tale, imbarazzante, situazione, era quasi ludico ai loro occhi.

Agli occhi del capo-casa Serpeverde invece, quella situazione era scomoda, insopportabile. Se almeno quelle lettere avessero contenuto notizie interessanti, avrebbe quasi potuto passare sopra alla situazione, ma, e ciò lo irritava ancora di più, tutte quelle buste contenevano solo sciocchezze, ringraziamenti, minacce di morte, proposte di matrimonio da parte di qualche vecchia, o giovane, strega che lo riteneva un “grande eroe dall'aria misteriosa”, stucchevole, decisamente disgustoso.

Severus era perfettamente consapevole di non essere bello, lo era sempre stato, da ragazzo il proprio aspetto era sempre mal giudicato e, fino all'età di quindici anni, si chiedeva se la propria vita sarebbe stata migliore se avesse posseduto un elegante naso alla francese, un viso più delicato, una pelle meno cerulea e dei capelli meno grassi, lisci e neri, se avesse avuto gli occhi azzurri come Lucius o se fosse stato più in carne. Da giovane si poteva dire che aveva tutte le caratteristiche per assomigliare ad un vampiro, la pelle era quasi violacea per quanto fosse bianca, gli occhi e i capelli neri, da sempre portati lunghi, tanto da ricadergli sul viso, lo rendevano, se possibile, ancora più inquietante; era molto alto, lo era sempre stato, ma il suo corpo era magro, quasi malnutrito, e poi c'era il naso, la parte che da sempre si era ritrovato ad odiare di più, grosso e sgraziato, dava il tocco di grazia per rovinare il proprio aspetto.

Solo una volta cresciuto, e maturato, aveva compreso che il proprio aspetto non gli avrebbe cambiato la vita, sperava infatti, con quel minimo di fiducia che ancora teneva segretamente riposta nell'umanità, che, chi lo avesse amato, sarebbe riuscito ad andare oltre all'aspetto fisico.

Proprio a causa di questa sua consapevolezza il corvino non si era mai stupito di come le donne lo evitassero, non che gli importasse qualcosa di loro, a lui era importato solo di una donna, una sola nella vita, e, nonostante l'avesse ormai persa, il suo cuore le rimaneva fedele e così anche il suo corpo. Per cui mai aveva sentito il bisogno di cercare una nuova compagnia da parte del gentil sesso.

Ora invece tutto ciò che era da sempre convinto di conoscere, sembrava essere stato sostituito da una nuova, terrificante, consapevolezza: almeno la metà delle streghe in tutto il mondo magico, gli stava facendo la corte. Per cosa poi? Perché aveva una nuova, indesiderata, fama da eroe.

Tutto ciò lo faceva infuriare! Quelle stesse signore che fino a tre anni orsono lo avrebbero solo deriso ora gli si prostravano ai piedi. Ancora una volta la viltà dell'uomo era riuscita a sconvolgere il pozionista.

Nonostante gli inconvenienti a cui era dovuto andare incontro, era stato piuttosto soddisfatto nell'iniziare un nuovo anno scolastico, ancor di più era la sua soddisfazione nel vedere che la sua amata reputazione da “professore più temuto dai tempi di Salazar ad Hogwarts” non era stata minimamente intaccata dagli avvenimenti degli ultimi mesi.

La cattedra da insegnante di difesa contro le arti oscure gli si addiceva proprio, naturalmente le pozioni restavano una grande passione che da sempre aveva coltivato, e così avrebbe continuato a fare, tanto è vero che, dopo essersi messo d'accordo con la neo preside, e il neo professore di pozioni, avevano decretato che la scorta di ingredienti e utensili scolastica sarebbe stata a sua disposizione totale. Così come per gli ingredienti, gli era stato garantito che nessuno avrebbe minimamente intaccato né il suo ufficio, né la sua scorta privata di materiali.
A sollevare il docente dalle delusioni arrecate dagli alunni, che mai, secondo il modesto parere del pozionista, erano stati così incompetenti, vi era la possibilità di sfogare il proprio disprezzo sui ragazzi del settimo anno. Il corvino si chiedeva spesso come diamine avessero fatto quei ragazzini a combattere una guerra senza neanche saper evocare uno scudo decente, naturalmente, da buon professore, non poteva colpirli mortalmente, ferirli o causargli qualsiasi danno fisico grave; tuttavia ciò non gli impediva di testare i loro “protego” fino allo sfinimento, che solitamente comportava uno o due stupeficium da parte sua, o di distruggere loro il morale.

Per quanto odiasse ammetterlo, eccetto Draco e qualche altro alunno Serpeverde, l'unico ad aver avuto un buon risultato nelle ultime due settimane di lezione era stato proprio il famigerato Harry Potter, non che i suoi incantesimi di protezione fossero chissà quanto potenti, ma, rispetto a quelli del resto della classe, fatta ovviamente eccezione per quell'irritante so-tutto-io della signorina Granger, erano accettabili.

Se Potter sembrava avere qualche possibilità di miglioramento nella propria materia, certo non si poteva dire lo stesso per pozioni, che, da sempre, era stata la materia più odiata dal Grifondoro. Severus non si aspettava di certo di vedere un lavoro impeccabile da parte sua, ma, sicuramente, avrebbe preferito risparmiarsi la fatica di doverlo assistere durante un altro, ennesimo, disastro.

Come avesse fatto a far esplodere l'Amortentia a neanche metà della sua preparazione il pozionista proprio non voleva saperlo, l'unica cosa di cui fosse certo era che adesso avrebbe avuto la possibilità di togliersi lo sfizio di vedere il Grifondoro decisamente contrariato e sotto il suo controllo, ogni lunedì fino alla fine di ottobre. Già poteva pregustare la rabbia che avrebbe fatto sorgere questa sua decisione nell'alunno, se non altro perchè avrebbe dovuto saltare tutti gli allenamenti di quidditch fino a fine mese, e questa assoluta certezza altro non faceva se non alimentare la soddisfazione del professore.

Come c'era da aspettarsi, il moro era arrivato in ritardo, il che gli era costato altri dieci punti, in più Severus aveva da subito ben notato quanto fosse deconcentrato, con la testa fra le nuvole, tanto che, nel camminare, neanche si era accorto di averlo superato e sicuramente, se non lo avesse richiamato, sarebbe potuto andare avanti finchè non fosse finito tra le fauci di qualche bestia e lì ne sarebbe diventato il pasto. Con uno sbuffo impercettibile il corvino lo superò in poche falcate, sarebbe stata una lunga serata.

Cupido

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