Severus Piton odiava molte cose, molte persone, molti eventi, ma se c'era qualcosa che rientrava fra le più sgradite per il pozionista era il giorno di Halloween.
Il suo umore diventava particolarmente nero fin già dall'inizio del mese della suddetta festa, che null'altro gli aveva mai portato se non delusione, tristezza e morte nell'arco della sua vita.
La repulsione per tale festività di misera importanza poteva dirsi risalente fin dalla più tenera età, quando da bambino suo padre lo aveva deriso, affermando che non necessitava affatto di quel costume da vecchio mago oscuro, che sua madre si era tanto impegnata a cucirgli volendogli riservare una bella sorpresa per quel giorno, dato che era sufficiente la sua faccia a terrorizzare gli altri bambini e disgustare gli adulti, stessa faccia che, a detta sua, aveva ereditato dalla madre.
La situazione non era affatto migliorata durante gli anni a scuola dato che Halloween, come tutti sanno, è la giornata degli scherzetti! E chi poteva mai essere la vittima preferita dei più cari "burloni" presenti a scuola? E così si era susseguita una tradizione carica di umiliazioni per sette lunghi anni.
Al primo anno i malandrini c'erano andati piano, limitandosi a lanciargli addosso una quantità indefinita di uova marce.
L'anno seguente avevano invece architettato il perfetto modo per renderlo ancora più impresentabile, decidendo di rasarlo a zero, e lanciargli una fattura che facesse crescere al posto dei capelli dei vermicoli, fattura che i professori avevano impiegato ben due settimane per spezzare, ritenendo la cosa non di imminente importanza.
Al terzo anno avevano invece dato allegro sfogo alle nuove misere conoscenze, lanciandogli una "mangialumache" proprio durante la cena, facendo scoppiare un ilarità generale conclusasi con le urla indigrate della McGranitt.
Il quarto anno poi era stato come dire, un tocco di classe, avendo notato la sua amicizia con Lucius avevano ben deciso fosse una splendida idea quella di spargere per l'intera scuola foto incantate, ovviamente false, di loro due nel pieno di un bacio appassionato che avrebbe sicuramente portato a qualcosa di più se le varie foto non fossero prontamente state rimosse dal preside stesso, che, Piton avrebbe capito solo in futuro la motivazione, sembrava non aver affatto gradito quello scherzo, forse era addirittura più indignato di lui stesso.
Al quinto anno la pazzia di Black si era spinta ben oltre un semplice scherzo, essendo che con l'inganno aveva ben pensato di spingerlo fra le fauci affamate del suo amichetto pulcioso nel pieno di un plenilunio.
Durante l'Halloween del suo sesto anno, Severus doveva proprio ammetterlo, fu lui stesso a lanciarsi fra le braccia dei leoni, o Grifoni in questo caso, aveva scovato fra i vari libri della sezione proibita, luogo in cui era ormai solito trascorrere le proprie nottate di nascosto da tutti, specie dagli insegnanti, e anche giornate a dir la verità quando non era occupato a confabulare con Nott, Mulciber e Black sulle varie novità che Malfoy raccontava loro via gufo riguardanti l'oscuro signore.
Aveva scovato un libro interessante, e da quello aveva tratto ispirazione, incantando il suo prezioso volume di pozioni, oltre che testo scolastico ormai diventato diario personale, non avendo veri amici a cui poter confidare alcun tipo di punto debole o sentimento che non riguardasse in primo luogo la causa, aveva deciso di sfruttare il suddetto libro per descrivere dettagliatamente i propri pensieri e stati d'animo, con la certezza che nessuno, ben certi della propria passione per la delicata arte delle pozioni, si sarebbe mai potuto insospettire nel vederlo scrivere appunti durante qualunque ora o momento delle sue giornate.
Ispirato dai racconti di quel mago nato in un epoca sbagliata e probabilmente con una capacità d'amare troppo complessa per la società in cui viveva, per questo esiliato, sì, Severus si rifiutava di credere a quell'assurda teoria del filtro d'amore imposto ai babbani, avendo letto e riletto più volte ogni testo, aveva effettivamente notato la possibilità che esso contenesse gli ingredienti per il suddetto filtro d'amore che però nulla era se non la classica Amortentia, nulla di più o meno potente. E per quanto lui per primo trovasse disgustosa l'idea di somministrare un filtro d'amore a qualcuno rendendolo incapace di intendere e volere, era certo che anche il poeta fosse del suo stesso principio, o quantomeno, la parte ancora minimamente sentimentale del suo io voleva credere fosse così.
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~Amortentia~
FanfictionLa guerra è finita, e tutti si sentono quasi euforici all'idea di rientrare finalmente alla scuola di magia e stregoneria, sarà possibile credere, che Harry Potter avrà finalmente un anno tranquillo? O sarà solo un dolce e lontano miraggio nella van...