capitolo 12

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...mi sto preparando per andare via e credo sia anche la scelta più saggia che io possa fare.

Lasciare loro, le uniche persone che posso considerare amiche per salvarle e mantenere comunque il mio orgoglio intatto, perché non c'è bisogno di ricordare che mi importa più di me che di loro.

Devo tornare quella che i mondani chiamano badgirl, visto che in questi ultimi mesi mi sono comportata come una bambina libera dai pensieri e dalle insicurezze, ora sono tornata la ragazza pesante,puntigliosa e egocentrica di prima.

Inizio a preparare il mio zaino che tra l'altro Alec mi ha dato senza fare storie qualche settimana fa.

Ci metto dentro vestiti, scorte di cibo e alcune piccole armi da taglio.

Sono pronta per scappare, è solo questione di poco e sarò libera di andare dove voglio e quando voglio.

Mi avvicino alla finestra e la apro, mi calo giù fino alla strada, voglio uscire da questa città.

Qualcosa mi spinge ad andare verso la mia casa; mi sembra cambiata, è più spettrale(questo è sicuro se ho ordinato che nessuno di loro sarebbe dovuto andare a pulire senza il mio stesso consenso).

Entro nella mia bella e comoda casa, nella mia stupenda camera da letto e mi ci butto sopra con la delicatezza di un'elefante in una cristalleria.

Sto qui molto tempo.

Non so se si sono accorti della mia sparizione improvvisa ma spero proprio di no visto che non voglio rivedere più nessuno di loro dopo la seconda cosa che ho sentito.

Flashback

Era una sera molto fredda e stavo andando a prendere una tazza di tè quando mi bloccai sulle scale di villa Harondale.

Sentivo delle voci ben distinte al piano di sotto, le conoscevo tutte bene.

Erano Alec, Izzy, Jace, Clary e il... console Penhallow, non mi aspettavo di vederla qui.

In pochi sapevano che mi trovavo qui e il console in tutto questo tempo non era mai venuta a trovarmi.

Drizzai le orecchie subito per origliare meglio.

"Scusate se sono venuta qui di notte ragazzi ma la situazione me lo permetteva solo ora, Aurora deve essere trovata morta" e poi la voce di Alec interrompe il console "come scusi, noi l'abbiamo protetta e ora lei la vuole morta!?" "Si sbaglia signor Lightwood, se non mi avesse interrotto le avrei detto che avremo fatto trasformare uno dei condannati in Aurora e l'avremmo ucciso, pensando che fosse lei, avrebbero portato il suo sangue a Jonathan e il resto della famiglia sarebbe stata libera e solo dopo la loro liberazione avrebbero saputo che la figlia era ancora viva e vegeta" "non mi sembra giusto console, la teniamo già segregata qui dentro, vuole pure fare morire qualcuno per avere indietro ciò che vuole, non le è passato per l'anticamera del cervello che Aurora può non essere d'accordo sul far morire qualcuno rubandogli così l'identità?" Alec si è messo nei miei panni per un attimo e questo mi è piaciuto ma ciò che è successo non mi fa correre ad abbracciarlo e in più quando sarò scomparsa dal loro radar mi andrò a cacciare nei guai e risolvere la cosa senza che qualcuno mi rubi anche solo per un secondo l'identità che mi contraddistingue; li sento parlare piano, ma quelle parole continuano a vorticarmi in testa e allora di scatto torno nella mia stanza. Fine flashback

Mentre ripenso a questa discussione mi addormento e stranamente faccio dei sogni bellissimi e tranquilli, neanche l'ombra di un incubo e per questo credo di dover ringraziare gli angeli.

E spero di rimanere nel mondo dei sogni per un bel po', solo per staccare un po' la spina dalla mia triste e deprimente vita.

Sussultando mi sveglio, si sentono dei rumori dal piano di sotto.

È quasi impossibile visto che solo io sono in questa casa e non credo che gli altri sappiano trovare le chiavi di scorta.

Considerato che sono da sola e non c'è nessuno del team a difendermi lo dovrò fare da sola, per questo prendo il mio fidato arco con le mie bellissime frecce.

Tendo l'arco e mi avvio verso le scale per assicurarmi che non ci sia sul serio nessuno al piano inferiore.

Il secondo piano è libero, il primo piano anche, ora resta solo il piano terra.

Il soggiorno è vuoto, completamente vuoto, finché non sento il rumore di qualcosa che sbatte in cucina.

Mi avvio verso la fatidica stanza e ci entro con molta calma e per quanto strano può sembrare non c'è nessuno.

Mi sembra strano io sono certa di aver sentito molti rumori che venivano da qui giù; infatti poco dopo mi sento tirare indietro da qualcuno che mi tappa la bocca e mi impedisce di urlare, accende la luce e...

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