Capitolo 3: Confronto

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"Che diamine sta dicendo" disse Latios.
Ormai stava odiando con tutto il cuore sto ragazzo. Prima entra nel Giardino Segreto senza permesso, poi si mette a dire che succederanno cose, come se conoscesse il futuro. Soprattutto, lo aveva schivato senza vederlo. E questa cosa gli dava molto fastidio. Sapeva di non essere affatto abile nel combattimento, certo, ma al tempo stesso era anche un Pokémon Leggendario, non si poteva fare battere così, come se niente fosse. Questa cosa gli rodeva, stava rosicando tanto, ma comunque non poteva attaccarlo, gli conveniva aspettare, sentire ciò che voleva dire, anche perché era abbastanza curioso. Dopotutto il ragazzo aveva parlato di qualcosa che sarebbe successo stasera, per cui si era interessato all'argomento. Nonostante l'interesse verso il ragazzo mostrava comunque disprezzo nei suoi confronti, anche per intimidirlo e sperare di farlo scappare via. Ovviamente tutti avevano notato l'atteggiamento di Latios, e anche la sorellina Latias non era da meno, e si stava un po' preoccupando per lui.

"Fratellone,tutto bene?" gli chiese quest'ultima.
"Si sorellina, stai tranquilla. Sono solo preoccupato, non so cosa voglia questo ragazzo da noi" rispose, mantenendo un tono di voce abbastanza intimidatorio, per cercare di mostrarsi forte nei confronti del ragazzo.

Nel frattempo che i due guardiani parlavano, io li guardavo incantati.
I loro versi erano soavi, ovviamente non capivo cosa stessero dicendo. Per quanto ne sapevo, potevano benissimo insultarmi, cosa che probabilmente Latios stava facendo, ma non mi interessava. Devo ammettere che dopo tante preoccupazioni, tanti dubbi e l'attacco di Latios trovarmi di fronte ai due Guardiani e agli umani mi tranquillizzò subito, e mi rese tanto felice. Ovviamente feci il possibile per non farlo trasparire, dovevo mostrarmi forte nei loro confronti così per dargli l'impressione di uno affidabile. Purtroppo mi sa che non ci riuscii, infatti Bianca stava continuando ad urlarmi contro, e ora non c'era più nessuno che la trattenesse, fortunatamente non la stavo ascoltando.

"Allora, vuoi dirci che vuoi?!?" gli disse Bianca. Mi ripresi, ero troppo preso ad osservare i Pokémon, che stavo pensando ad occhi aperti, estraniandomi dall'ambiente circostante.
"Tempo al tempo, è una storia molto lunga, e ho bisogno che crediate ad ogni singola parola che sto per dire, altrimenti tutto ciò che potreste fare sarà vano"
"Ma sei serio?!? Ti sei intrufolato qui di nascosto, cosa potrebbe farci credere che non vuoi farci del male!" riprese Bianca. Ormai aveva decisamente perso la pazienza.
'É bella vivace Bianca, non ha peli sulla lingua, ma ha ragione, ora come ora sono 5 contro 1, senza uno straccio di prova che dimostra la mia voglia di aiutarli.'
Dovevo pensare velocemente, altrimenti sarei stato nei guai, e in guai molto grossi. Ma perché non mi ero fermato 5 minuti in più prima di entrare, molte volte mi venivano in mente delle cretinate, perché non potevano essere delle idee? Poi mi venne il lampo di genio.
'Come ho fatto a non pensarci!
Ho la chiave per risolvere i miei problemi qui davanti ai miei occhi' pensai, guardando uno di loro in particolare, per poi iniziai a parlare nuovamente.
"Ho tanta, tanta roba da dirvi, e voglio aiutarvi, ma voglio prima assicurarmi che voi mi crediate.
Innanzitutto io vi conosco, quindi sarebbe scortese da parte mia non presentarmi. Il mio nome è Angelo, se volete potete semplicemente chiamarmi Angi. Ho quasi 13 anni, e vengo da.....beh, magari quello ne parliamo dopo. Comunque, adesso ho bisogno della vostra completa attenzione, poiché so che quello che sto per dire sembrerà completamente campato per aria, ma vi prego di fidarvi di me. Anche se non sono nella posizione di dare ordini o chiedere la vostra fiducia. In ogni caso, devo almeno provarci. Sto per dirvi ciò che avverrà stasera."
Si fermarono, decisamente allibiti.
"MA PER CHI CI HAI PRESO, PER DEGLI IDIOTI?!? Che cosa sai, vuoi farci credere di conoscere il futuro?!?" mi urlò Bianca. Si era stufata delle mie parole, probabilmente le riteneva solo chiacchiere, e non mi sarei potuto immaginare niente di diverso.
"Bhe, non sono un chiaroveggente, ma conosco il futuro, o quantomeno il vostro futuro. Ma non conosco solo quello, conosco anche il vostro passato, non interamente ma in buona parte."
Oramai si erano persi, probabilmente pensavano che fossi pazzo, e in parte anche io mi sentivo pazzo mentre parlavo.
"So che state pensando che sia un pazzo, ma fidatevi: ho la prova per dimostrarvi che non sto mentendo. Posso dimostrarvi che conosco davvero il futuro e il passato."
Poi mi rivolsi verso una persona, la soluzione al mio problema.
"E la mia prova è proprio lì accanto a voi." Gli dissi, indicando Ash e tutti si voltarono verso di lui, mentre quest'ultimo fece una faccia stranita, indicandosi a sua volta con il dito.
"Io?" Mi chiese, un po' incerto sul da farsi.
"Esatto, proprio tu. Ash Ketchum, ora ti dirò tutto ciò che hai vissuto viaggiando, fino a questo momento" continuando a puntargli il dito contro "voglio che tu sia il più sincero possibile, sentiti libero di interrompermi se sbaglio qualcosa, anche se penso che non sarà necessario."
Ash continuava a guardarmi un po' stupito
"Sono un po' perplesso, ma puoi provare se vuoi, anche se molte cose sono..."
".....di dominio pubblico. O meglio, i tuoi risultati come Allenatore sono abbastanza conosciuti, basterebbe fare qualche ricerca per vedere i tuoi risultati nella Lega di Kanto. Proprio per questo volevo dirti altro, ciò che davvero nessuno potrebbe sapere" gli dissi, interrompendo a metà il suo discorso.
"Per esempio, perché non parliamo di Mewtwo, Ash?" dissi, con un tono di sfida.
A quelle parole Ash si bloccò. Avevo suscitato la reazione che volevo. Gli altri si guardavano stupiti, non capivano che cosa stessi dicendo.
"Mewtwo, cos'è? Un Pokémon?" chiese Bianca, come mi aspettavo. Del resto, nessuno conosceva Mewtwo nel mondo Pokémon, apparte pochi tra cui appunto il nostro Ash.
"Precisamente, Mewtwo è il Pokémon Genetico, clone di Mew creato dal Team Rocket. Si potrebbe dire che sia una vera e propria macchina da guerra biologica." risposi.
A quel punto pure gli altri si fermarono.
"Un clone? Non è possibile, va oltre tutto ciò che esiste. Non si può creare la vita così, va contro-natura!" disse Latios.
Io non capii quello che disse, ma vidi che era anche lui scioccato, e sorrisi mentre lo fissavo. Poi mi feci nuovamente serio, e iniziai a fornire le prove necessarie per guadagnarmi la loro fiducia.

Cominciai così a narrare degli eventi relativi a Mewtwo, parlai dei vari cloni, della morte e rinascita di Ash. Avrei potuto fermarmi, visto che sicuramente avevo già fornito le prove che servivano. Eppure continuai, volevo troppo parlare, era da tanto tempo che desideravo qualcuno con cui parlare liberamente di una delle mie passioni, e con loro potevo. Dopotutto era il loro mondo. Narrai poi degli eventi riguardanti Lugia e le isole Orange, e vidi i due Leggendari fare delle facce assurde, come se conoscessero Lugia in qualche modo. Decisi poi di raccontare gli Unown, della creazione del falso Entei, per poi concludere con il viaggio nel tempo con Celebi e Suicune, e il professor Oak da giovane. Cercai di tralasciare meno dettagli possibili, dopotutto avevo visto quei film, ed avendo una buona memoria ricordavo molto bene gli avvenimenti, anche se non in maniera perfetta, ma non era importante, perché dopo più di mezz'ora di discorsi erano visibilmente scioccati, incapaci di assimilare ciò che gli stavo dicendo, e da questo capii che avevo fornito tutte le prove sufficienti, più che sufficienti.

Bianca dopo un po' prese la parola, iniziando a ridere.

"E penserai che noi crediamo a tutte queste cose. Ma stai sentendo che assurdità ci stai dicendo? È impossibile, nessuno potrebbe credere a tutto ciò, è assurdo che una persona abbia fatto tutto ciò, vero Ash?" e lo guardò. Ma lui non rispose.
"Ash, va tutto bene?" continuò. Oramai la sua sicurezza stava iniziando a crollare, così come quella di tutti i presenti.

Ash si riprese dallo shock. Non poteva essere vero. Quel ragazzo sapeva ogni cosa relativa ai suoi ultimi 2 anni di vita, da quando aveva iniziato a viaggiare con Pikachu. Ma come diamine era possibile un qualcosa del genere. Che fosse davvero un chiaroveggente? Che davvero conosceva il futuro? Non aveva risposte a quelle domande, ma in cuor suo sentiva di potersi fidare di quel ragazzo. Probabilmentente era il suo vedere il buono negli altri a spingerlo verso questa direzione, ciononostante decise di fidarsi di lui.
"È tutto vero" disse, riprendendosi dallo shock e guardando gli altri in maniera seria, una delle poche volte in cui lo vedevo serio.
Gli altri lo guardarono confusi. Lorenzo, che si era ammutolito da quando iniziai a parlare, gli disse "ne sei sicuro? Ha detto tante cose, può essere che alcune non siano veramente accadute?".
"No Lorenzo, è tutto vero, ho veramente vissuto quelle esperienze, e credimi, anche io sono scioccato a capire come faccia a sapere tutto ciò. Però, dentro di me sento anche di potermi fidare. Se davvero vuole salvare Altomare forse vuol dire che davvero succederà qualcosa. E questo spiegherebbe ciò che ho visto prima con Bianca e quelle due ragazze" gli disse.
"Scusa, io con chi?" Gli chiese Bianca, e gli altri lo guardarono in maniera incerta. Ash spiegò quello che era successo prima con Annie e Oakley, e io intervenni per aiutarlo. In qualche modo questo intervento di Ash mi portava solo vantaggio, perché dimostrava che c'era veramente qualcuno che minacciava la città e i suoi Guardiani.

"Bhe questo era l'unico modo per avere la vostra fiducia, anche se dubito di esserci riuscito completamente. In ogni caso, se siete senza parole ora, aspettate di sentire ciò che succederà stasera."

"Aspetta, ti chiami Angi giusto?" Mi chiese, e io annuii.
"Posso sapere come fai a sapere tutte queste cose? L'unico modo era essere presente a ogni singolo evento, ed è impossibile, mi ricorderei di uno come te." mi chiese Ash
Me l'aspettavo come domanda, tuttavia ne ero anche un po' spaventato. Non volevo rivelargli da dove venivo realmente, come l'avrebbero presa?
Era anche vero, però, che gli avevo chiesto di fidarsi di me, quindi anche io mi sarei dovuto fidare di loro, rivelandogli il mio più grande segreto.

"Va bene, ma preparatevi: la verità potrebbe essere un boccone più amaro di quel che immaginate". Conclusi, scandendo ogni singola parola e generando altri sguardi incerti. Era arrivato veramente il momento di mostrare che ero io a fidarmi di loro, ed ero decisamente spaventato di vedere la loro reazione, ma mi ero preparato alle conseguenze, e speravo che almeno loro mi avrebbero accettato, pur non essendo del loro mondo.

Against Destiny (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora