Capitolo 12: Gelosia

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Era passata una settimana ormai da quando ero diventato un Latios, e mi stavo trovando molto a mio agio. Avevo imparato grossomodo buonaparte dei miei poteri basilari, per ciò Storm aveva deciso di iniziare a insegnarmi ad usare meglio i poteri psichici. Prima di ciò, però, mi ha fatto una lunga premessa sull'usare correttamente questa forza. Mi ha spiegato che giocare con la mente non è solo molto difficile, ma anche molto rischioso e bisognava farlo con la massima concentrazione, facendomi un esempio, avrei potuto provare a cancellare la memoria a un persona, distrarmi e farla paralizzare a vita invece. Questa cosa mi fece spaventare tantissimo, ero un tipo maldestro, e non volevo affatto distruggere la vita di qualcuno a causa di un mio errore. Per questo imparai le cose basilari, come migliorare un po' la Telecinesi, oppure accedere al pensiero delle persone, oltre ad aver appreso che ero empatico, ovvero capace di percepire le emozioni altrui, ma chiesi a Storm più tempo per imparare a controllare meglio le menti degli altri, da una parte avevo paura di fallire e dall'altra non volevo imparare qualcosa di così pericoloso, mettendo in pericolo il mio stesso fratellone, che mi faceva da cavia. Lui capì, ma ero incuriosito di capire come facesse lui a conoscere ste cose, e mi spiegò che, nel momento in cui eravamo entrati in contatto nella MDA, avevo risvegliato qualcosa dentro di loro, sbloccandogli i loro veri poteri, o qualcosa di simile.
Non imparai solo ad usare meglio i miei poteri, ma Storm mi aiutò a pattugliare la città all'inizio, e organizzammo dei turni per stare più comodi coi tempi e gli orari.
Oltretutto, mi avvicinai pian piano a Bianca e Lorenzo, quest'ultimo mi portò al museo con se, prima di riaprirlo al pubblico, per farmi fare un giretto al suo interno, facendomi da guida. Io ero affascinato, amavo molto scoprire la storia e l'archeologia, e vedere i fossili di Kabutops e Aerodactyl mi fece volare di gioia. Lorenzo era molto gentile con me, si comportava come un nonno, ma ovviamente era molto autoritario, e mi stava molto simpatico. Con Bianca invece legai molto grazie alle coccole, o meglio, grazie alle coccole che lei faceva. Un giorno, infatti, per farmi abituare meglio al mio nuovo corpo prese una spazzola e iniziò a spazzolarmi le piume, e dopo aver finito mi fece un sacco di carezze. Le coccole per me non erano semplicemente un modo per divertirmi, per prima cosa era un modo di dimostrare affetto per i Pokémon, simile agli abbracci, ma soprattutto mi aiutavano a percepire meglio il mio corpo, mi facevamo legare di più con esso. Tra tutti, però, c'era qualcuno con cui non avevo ancora legato. O meglio, con cui non riuscivo a passare del tempo da solo. Quel qualcuno era Ruby. La mia nuova sorellina non parlava molto con me, anzi sembrava che non volesse avere a che fare con me, e da una parte anche io non riuscivo a stare con lei, non la vedevo effettivamente come una sorellina, da quando ero arrivato stavo perlopiù con Storm, e non avevo pensato molto a lei. L'occasione di conoscerci meglio ce la diede proprio Storm, che venne a dirci di pattugliare la città insieme. Lei non sembrava molto contenta, io invece ero molto neutrale, non mi importava più di tanto della sua contrarietà, volevo conoscerla meglio e non mi interessava che fosse arrabbiata con me, oltretutto non ne capivo il senso.

E così ci dirigemmo verso la città, iniziando a sorvolarla partendo dalla piazza principale, per poi dirigerci verso il museo. Rimanemmo in silenzio per un po', finché non decisi di rompere il ghiaccio.
"Allora, come stai? Non abbiamo avuto occasione di parlarci, potremmo iniziare a conoscerci."
"Non ho alcuna intenzione di conoscerti, né di fare amicizia con te." Mi rispose, freddamente. Non capivo da dove arrivasse tutto quell'odio nei miei confronti. Le avevo salvato il fratello, e questo era pure il ringraziamento.
"Cosa vorresti dire? Io voglio essere tuo amico, anzi, tuo fratello."
"Sei un maledetto. Sei arrivato qui, senza che nessuno te lo avesse chiesto, e ti sei preso tutte le attenzioni, di tutti i miei amici. Mi hai eclissato davanti a tutti."
Ma che diamine stava dicendo. Era veramente la Ruby giocosa e infantile che mi aveva descritto Storm? Non so perché lo faceva, mi stavo iniziando ad arrabbiare, ma pensavo che ci fosse un motivo dietro. Poi percepii le sue emozioni. La sua emozione. Era gelosa, di me, solo che non capivo cosa c'entrasse col suo discorso, non poteva veramente odiarmi perché gli altri si stavano preoccupando per me. Tuttavia la rabbia mi stava salendo, ma dovevo restare calmo.
"Ma sei seria? Dopo tutto quello che è successo, mi odi per questo?"
"Si, non meriti niente di quello che hai avuto. Non ti meriti affatto una forma da Latios, non ne sei degno, nemmeno per ciò che hai fatto. Saremmo stati capaci benissimo di risolvere la questione da soli, senza il tuoi aiuto. Non era necessaria la tua presenza." Mi disse, lasciandomi di sasso.
Ma allora fino ad'ora, quando mi abbracciava, stava fingendo? La rabbia continuava a salirmi, e stava diventando pian piano disprezzo.
"Fai una buona azione. Vattene da questa città, scordati per sempre di Altomare, non c'è posto per te qui. Abbiamo 2 Statue per 2 Guardiani, non c'è spazio per un terzo incomodo. Oltretutto, hai passato tante disavventure, pensi di essere l'unico al mondo? Ti rispondo io, no. Qui tutti abbiamo perso qualcosa, io, Storm e Bianca siamo orfani, e tu ti disperi perché sei stai bullizzato? Non hai conosciuto la sofferenza, fidati."
A quel punto il disprezzo era diventato odio.
"Senti un po', brutta testa di cazzo di un'ingrata che non sei altro. Del mio passato non sono affari tuoi, e non me ne può fregare una minchia che non mi sei riconoscente, non aiuto gli altri per la gloria. Lo faccio perché è giusto. Quindi, se hai finito di fare la bambina viziata, tappati quella bocca, e torniamo a pattugliare la città, altrimenti quella è la strada, rifalla al contrario e torna al Giardino." Gli risposi, mantenendo un minimo di autocontrollo.
"E chi saresti per darmi ordini?"
"Sono quello che ti ha salvato la vita!!!"
Lei indietreggiò dall'intensità dell'urlo.
"Se non fosse stato per me, saresti senza un fratello, con nessuno al tuo fianco. E cosa fai per ringraziarmi? "Mi hai eclissato davanti a tutti" "vattene da questa città". Ma insomma. Se non fosse stato per Storm dubito che vi avrei aiutato, se avessi saputo che sarei stato ripagato in questo modo. Era meglio se non vi aiutavo, almeno ti insegnavo un po' di consapevolezza, allo stesso modo in cui la scoprii io. Dovevo farti avere la consapevolezza di essere un fallimento come Guardiana!" Conclusi, dando spazio a tutto il mio odio nei suoi confronti. Lei si stupì, non mi aveva mai visto così arrabbiato. Poi si girò, intristita, con le lacrime agli occhi, e si diresse lontano da me. A quel punto provai tre sensazioni distinte, diverse, opposte: da una parte il sollievo di non averla più tra i piedi, dall'altra la frustazione di essere ricaduto nello stesso errore che feci in passato, ovvero fidarmi di chi non meritava e mi avrebbe tradito, e infine la consapevolezza di star sbagliando, di avere i sensi di colpa, perché in fondo aveva ragione. Ero arrivato lì, prendendomi tutte le attenzioni, facendo l'eroe della situazione, senza considerare realmente nessun'altro. Così facendo mi diressi verso il museo, esplorando un po' la zona circostante. A un tratto, vidi una barca sfrecciare tra i canali, dall'aspetto familiare, ma non le diedi importanza. Continuai passando per una strada aperta, un gigantesco viale, pieno di vetrine ma con poca gente, era quasi vuota. Io mi ero abbassato di quota per vedere meglio, e a un tratto vidi in una vetrina una TV con le immagini di Annie e Oakley, e un giornale che stava parlando, così mi avvicinai per sentire meglio.
"Ci è giunta voce che le due criminali che hanno attaccato il museo la scorsa settimana sono state liberate. Il camion della polizia è stato dirottato, e sono fuggite. Fortunatamente non ci sono ferite, ma le criminali sono ancora ad Altomare, preghiamo quindi i cittadini di mantenere la calma e non uscire di casa finché la situazione non si allieterà" concluse il giornalista. Io rimasi stupito, e impaurito. Se quelle 2 erano scappate, ci avrebbero sicuramente cercato per primi, per vendicarsi di aver sventato il loro piano, oltre che per rubare la Cuorugiada nuovamente.
'La situazione è grave. Devo avvisare Storm, Bianca e Lorenzo, e.....devo trovare Ruby. Non posso lasciarla da sola. Se davvero sono migliore di lei, devo dimostrarlo aiutandola.' così facendo mi diressi verso la città, iniziando a cercare in ogni canale la loro barca. A un tratto percepii una sensazione di pericolo, come se stessi venendo attaccato.
'Il legame psichico con Ruby...' pensai, e mi diressi immediatamente verso la direzione dove si trovava Ruby, senza sapere effettivamente se era lì, mi stavo fidando del mio "legame". Svoltai tra i canali, arrivando ad un vicolo cieco, in una zona della città vecchia, quasi abbandonata, dove c'era Ruby messa all'angolo da Annie e Oakley. Un Espeon stava caricando una Palla Ombra, ma io mi diressi verso di loro,mettendomi in mezzo tra Ruby e i loro attacchi, prendendoli in pieno.

Against Destiny (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora