Capitolo 21: Viaggio

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Bianca POV

Mi risvegliai nel letto del Centro Pokémon, con affianco Angi che mi abbracciava e mi teneva stretta vicino al suo petto. Lo guardai ancora assonnata e sorrisi, cercando di stiracchiarmi e provare ad uscire, ma ero bloccata tra le sue zampe. Sbuffai, e decisi di rimanere dov'ero, iniziando a guardare il mio fidanzato. Aveva la testa poco sopra la mia, e tutto il corpo rannicchiato intorno a me. Le sue braccia mi avvolgevano e mi tenevano al sicuro, come a proteggermi da ogni pericolo, o almeno così immaginai. Cercai di non muovermi troppo, per non svegliarlo. Era una delle poche volte in cui mi svegliavo prima di lui, perché quando eravamo da Mewtwo era abituato a svegliarsi presto per allenarsi subito, e molte volte mi ritrovavo da sola la mattina, perché lui non voleva disturbarmi e mi lasciava dormire. Rimasi un po' incantata ad osservarlo, era davvero carino. Una parte che mi piaceva della nostra relazione era il sentimento che c'era tra di noi: entrambi ci amavamo per ciò che eravamo, sia come carattere che come aspetto, e questo lo sapevo bene.
Angi si era dimostrato sempre disposto a prendersi cura di me, e ad amare anche il mio corpo, pur nei limiti del rispetto della mia intimità, e questo mi piaceva ancor di più. D'altro canto anche io amavo Angi fisicamente, ma non so spiegare cosa mi piacesse di lui, c'erano tante cose che amavo: le sue morbide piume che mi tenevano sempre protetta e al sicuro, il poter volare sulla schiena e osservare il mondo dall'alto, o semplicemente il poterlo accarezzare continuamente sulla testa. In ogni caso avrei sempre continuato ad amare Angi, così come lui amava me, nonostante questo nostro amore fosse proibito. E noi lo sapevamo bene. Sapevamo che era rischioso rivelare a tutti i membri della nostra famiglia il nostro rapporto, e avevamo paura di come avrebbero reagito, ma nonostante questo dovevamo farlo, perché ci fidavamo di loro.
Mentre avevo questi pensieri in testa sentii qualcosa darmi un bacio tra i capelli, e non ci misi molto a capire chi fosse. Guardai in alto e salutai il mio ragazzo, che mi mostrò un sorriso smagliante, rivelando tutti i suoi denti affilati, che avevo imparato a conoscere mentre ci baciavamo, e mi osservava con uno sguardo un po' assonnato.
"Buongiorno piccola. Come mai già sveglia?" Mi chiese, mentre avvicinò le guance alle mie, strofinandole e facendomi il solletico, mentre io iniziai ad accarezzarlo.
"Buongiorno Angi. Non lo so perché mi sono svegliata ora, ma non mi dà fastidio. Ho avuto l'occasione di guardarti mentre dormivi, e devo riconoscere che sei adorabile." Gli risposi, facendolo arrossire in risposta.
"Beh, in ogni caso adesso andiamo a fare colazione, poi prepariamo il tutto e partiamo. Prima ci muoviamo e meglio è, così arriviamo prima." Mi rispose, per poi avvicinarsi nuovamente con le guance alle mie.
"Ehi, tutto a posto questa notte? Hai riflettuto sul tuo sogno e su cosa fare?"
"Si Angi, ci ho pensato, e sono sempre più dell'idea che dovremmo dirglielo. Quel sogno mi ha spaventato, eppure non posso basarmi su di esso. Credo nella nostra famiglia, e sono certo che ci accetteranno. Ma se dovesse andare male, non mi farò nessun problema, sceglierò sempre te. So che sono molto legata alla mia famiglia, ma tu mi hai dimostrato tutto il tuo amore più e più volte, e non posso abbandonarti così. Sono però molto fiduciosa che ci accetteranno."
Finito di parlare iniziai ad alzarmi, e Angi cominciò ad impacchettare tutto per ripartire, mentre io mi davo una sistemata. Poi scendemmo a fare colazione, con Angi in forma umana che mi accompagnava. Rimanemmo ancora un po' a chiacchierare, per poi prendere le sacche e scendere nuovamente, per salutare l'infermiera Joy di Aranciopoli prima di andarcene.
"Infermiera, grazie mille per l'ospitalità."
"Di nulla ragazzi, ma la prossima volta non fatevi problemi a dirmi che non siete Allenatori." Ci rispose, e noi ci guardammo, entrambi spaventati perché aveva scoperto il nostro inganno.
"Come lo ha capito?" Gli chiesi, mentre Angi sembrava pronto a cancellarle la memoria.
"Ho controllato i dati e non siete registrati nella Lega Pokémon."
"Ci dispiace tantissimo se l'abbiamo ingannata. Dobbiamo fare qualcosa per redimerci?"
"Non serve, state tranquilli. I Centri Pokémon sono stati fatti per gli Allenatori, ma questo non vuol dire che non possano accogliere chiunque abbia bisogno di una mano. Quindi tranquilli, e godetevi il vostro viaggio." Vi rispose, e noi la salutammo allegramente e ce ne andammo, tirando un sospiro di sollievo per averla scampata.
"Però, interessante quell'Infermiera. E non sospetta minimamente della mia identità, non sa che sono un Pokémon, ed è meglio così. In ogni caso ora seguimi Bianca, si torna a casa." Mi disse Angi, e immediatamente ci incamminammo verso il bosco, dove riuscì finalmente a ritornare in forma Latios. Poi si caricò le sacche e la tenda addosso e si abbassò per farmi salire in groppa. Appena montai iniziai a sistemarmi comoda, mentre lui ci fece diventare invisibili, cominciando ad alzarsi pian piano di quota.
"Pronta a partire?"
"Prontissima, però mi mancherà Aranciopoli. È una città carina."
"Beh, possiamo comunque tornarci se vuoi. Posso volare a gran velocità, quindi non ci metterei molto." Mi rispose, e detto questo partì, girandosi verso il mare e volando in direzione di esso, lasciandoci Aranciopoli alle spalle, finché non divenne solo un puntino. Poi diminuì la velocità e ci fece ritornare visibili, e iniziò a volare sopra la costa, mentre io osservavo dall'alto l'ambiente circostante, gettando ogni tanto un occhio sulla Mappa Città. Angi stava volando in direzione di Biancavilla, la città natale di Ash. Avevamo saputo che era arrivato tra i primi 8, e ci sarebbe piaciuto fermarci per fare un saluto, visto che non lo vedevamo da tanto, ma decidemmo di continuare dritto verso Altomare. Raccontare la verità sulla nostra relazione alla nostra famiglia aveva la priorità su tutto. Arrivammo dopo neanche un'oretta sopra Biancavilla, e rimasi incantata dalla sua bellezza, e da come fosse, ancora una volta, completamente differente da Altomare. Biancavilla era una città molto piccola, non c'erano molte case, ed erano tutte distanti tra di loro, costruite in un'unica grande radura, circondata da una foresta. Dall'alto vidi una struttura diversa dalle altre, e la riconobbi subito perché l'avevo vista in televisione molte volte: il laboratorio del professor Oak. Sorvolammo la città, nel mentre dall'alto osservai delle persone, e non ci misi molto a riconoscerle.
"Angi, guarda giù in basso!"
"Cosa dovrei vedere?"
"Li riconosci? Riesco a vederli io da qui, e tu non ci hai fatto caso?"
"Cosa mi sto perdendo? Seriamente, vedo solo delle case, il laboratorio e..." si bloccò, guardando anche lui verso il basso. Sotto di noi, ad almeno 50 metri da noi, stavano due ragazzi, uno con un cappello rosso, e una ragazza dai capelli arancioni. Ci trovavamo letteralmente sopra Ash, Misty e Brock.
"Angi, scendiamo a salutarli." Gli chiesi, ma lui non diminuì affatto di quota, anzi si alzò leggermente.
"Angi, c'è qualche problema?"
"Ti ricordi cosa ti dissi? Quando ti portai la Pokéball e tu me la dipingesti, perché ti dissi che sarei voluto partire con Ash?"
"Si mi ricordo, ma questo cosa c'entra?"
"C'entra per me. Quando mi feci un giro ad Altomare, solo con lui, ci facemmo una promessa a vicenda. Ci promettemmo entrambi di diventare più forti, così da essere l'uno degno per l'altro. E io non mi sento ancora abbastanza forte per stare al suo fianco. E oltretutto, ad Altomare abbiamo altri problemi. Dobbiamo spiegare agli altri della nostra relazione, e poi dobbiamo difendere la città dal Team Rocket. Non posso proprio partire con Ash, Altomare ha bisogno di me, e io ho bisogno di voi. Quando sarà il momento tornerà lui da me, ma ora non è ancora il momento. Per ora, voglio restare al tuo fianco, per proteggerti, e per proteggere tutta la mia famiglia." Concluse, guardandomi negli occhi, con una faccia molto seria. Non mi sarei aspettato tutta questa determinazione. Da quando era diventato un Pokémon era molto più responsabile in queste circostanze, e metteva sempre i suoi doveri prima di ogni altra cosa. Dopo un po' sorrisi, e mi aggrappai al suo collo, accarezzandolo con le mie mani.
"Wow. Non so cosa dire. Mi mette in imbarazzo pensare che vuoi proteggerci fino a questo punto, mettendo da parte le tue promesse solo per noi. Non so come ricambiare un amore del genere, davvero."
"Non devi cercare un metodo per ricambiare il mio amore. Il semplice fatto che ora mi stai abbracciando è prova del tuo amore per me. E poi, è normale che io ti voglia proteggere. Mi hai accettato per tutto ciò che ero e che sono, e non hai rifiutato il mio amore, e anche quando hai dubitato di te ti sei comunque dimostrata intenzionata a migliorare e ad imparare. Questo mi basta e avanza, non ho bisogno di altro" mi disse, per poi girarsi, afferrarmi con le zampe e portarmi davanti a se, tenendomi sospesa a gambe all'aria, mentre mi aggrappavo con tutte le mie forze al suo collo, e lui mi teneva al sicuro nel suo abbraccio.
"Non potrei mai lasciarti andare, perché ti amo. Non potrei mai pensare ad altro se non te. Voglio proteggerti per il resto della mia vita, senza mai lasciarti sola. Vuoi permettermi di farlo, piccola?" Mi chiese, avvicinandosi col muso fino a toccarmi la faccia. Non risposi a parole, invece lo baciai, per dimostrargli quanto il nostro amore fosse forte e quanta fiducia nutrissi in lui. Dopo poco ci separammo, e lui mi risistemò sul suo dorso con la Telecinesi, per poi ripartire, non prima di aver dato un ultimo sguardo al gruppo di Ash. Per un istante sembrava che ci stessero guardando, ma il tutto fu rapido e sfuggente, perché ripartimmo subito ad alta velocità, lasciando che Biancavilla scomparisse dietro di noi, e mostrando all'orizzonte un'enorme distesa di acqua.
L'enorme mare che separava Biancavilla e la regione di Kanto dall'isola Cannella. Stavolta Angi aveva deciso di fare il percorso via mare, invece di attraversare la regione come facemmo all'andata, spiegandomi che avremmo accorciato un po'. Mentre volavamo vedevo stormi di Pokémon volare accanto a noi, e tutti ci guardavano inchinandosi per poi riprendere il viaggio.
"Perché si comportano tutti così?"
"È dovuto al fatto che sono un Pokémon Leggendario, e quindi gli altri Pokémon mi trattano con molto rispetto, forse anche troppo rispetto. E questa cosa mi dà sui nervi. Non mi piace essere trattato così, alla fine sono un Pokémon come loro, solo perché noi Latios abbiamo una leggenda dietro non vuol dire che siamo divinità, e non mi piace che si inchinino come si fa coi sovrani."
"Invece io penso il contrario. È giusto che lei riceva il rispetto che meriti, Vostra Altezza." Gli risposi, chinando il capo e sghignazzando.
"Non ti ci mettere pure tu!" Mi rispose, arrossendo mentre mi guardava.
"Mi perdoni Vostra Maestà. La prego, possa perdonare la mia trasgressione."
"Ufff! Sei noiosa quando fai così." Mi rispose sbuffando, e io non potei fare a meno di ridere. Mentre continuavamo a volare sentivo il vento scorrere tra i miei capelli, e mi faceva rilassare. Non avevo mai provato un'esperienza del genere, avevo già cavalcato Storm, ma non mi aveva mai fatto fare un giro che non fosse dentro al Giardino, per evitare di rivelarsi ad Altomare. In quel momento stavo sperimentando una libertà che non avevo mai provato, ma al tempo stesso non ero completamente libera, perché non ero io a muovermi, bensì mi fidavo di Angi, e lasciavo a lui decidere dove andare e dove portarmi, e proprio per questo stava condividendo la sua libertà, mostrandomi le emozioni che provava ogni volta che volava, e la cosa non faceva che rendermi felice.
"Angi, potremmo abbassarci di quota?"
"Ai tuoi ordini Bianca. Tieniti forte."
Angi si tuffò diretto verso la superficie del mare, mentre io mi aggrappai al suo collo. Arrivati all'altezza del mare frenò al volo, facendomi leggermente sbilanciare, per poi riprendere a muoversi. Rimasi incantata a guardare l'acqua, perché rifletteva perfettamente l'immagine di me e Angi ma al tempo stesso era limpidissima, a tal punto da riuscire a vedere il fondale nonostante fosse molto profondo.
"Ti stai divertendo?"
"Un sacco. Sono contento di poter essere qui con te, mi stai facendo vivere esperienze che non avrei mai potuto immaginare."
"Sono contento nel sentirtelo dire. Pensavo ti saresti annoiata stando così tanto tempo solo con un Pokémon. Ma adesso tocca a me divertirmi un po'." Mi rispose, per poi mettere la zampa a pelo d'acqua e schizzarmi, mentre cercavo di scansarmi per non farmi prendere.
"Smettila stupido! Così mi inzuppi di acqua!" Gli risposi, mentre lui sghignazzava contento, per poi fermarsi.
Poi provai ad abbassarmi, per toccare con la mano la superficie dell'acqua e schizzare Angi a mia volta, generando risate da parte sua. Quando riabbassai lo sguardo verso il mare vidi un banco di Finneon e di Lumineon nuotare sotto la superficie, e io rimasi affascinata dalla loro bellezza, non li avevo mai visti e nella regione di Kanto era difficile trovarli. Abbassai la mano, provando a toccare uno di loro che si trovava a pelo d'acqua, e gli accarezzai un po' la schiena, provando un leggero brivido per la temperatura dell'acqua troppo bassa. A un tratto mi sbilanciai, rischiando di cadere dalla groppa di Angi, ma lui mi bloccò con la Telecinesi, con la faccia a pochi centimetri dalla superficie dell'acqua.
"Cerca di stare più attenta. Potrebbe capitare che a volte io non ci sia, oppure che stia facendo altre cose, e nessuno potrebbe salvarti dal farti un bel bagno. Oltre che potresti prenderti un bel raffreddore."
"Si scusa, la prossima volta prometto di stare più attenta. Anche se, farci un bel bagno non sarebbe una brutta idea." Gli dissi, facendo un sorrisino ad Angi, che arrossì leggermente mentre mi guardava. Poi riprendemmo il viaggio e Angi salì di quota, aumentando la velocità e iniziando a sorvolare la costa. E così passo un'ora. Poi due. Poi le ore divennero tre, e così via, fino ad arrivare a sei ore totali di volo senza una pausa. Avevamo mangiato qualcosa mentre volavamo, e ci intrattenevamo parlando del più e del meno e coccolandoci, ma la stanchezza stava cominciando a prendere il sopravvento. Passarono altre due ore, ed erano ormai le sette di sera, e alla nostra sinistra si stagliava il sole che tramontava, e illuminava l'area coi suoi colori. Normalmente avrei fatto un quadro del momento, ma ero esausta, o meglio stanca di non fare niente e di stare ferma. Le palpebre si facevano man mano pesanti, e senza pensarci mi poggiai col busto e la faccia sul collo di Angi, abbracciandolo e usandolo come cuscino, e in poco tempo mi addormentai, non prima che il mio ragazzo mi desse un bacetto in fronte.

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