Capitolo 7: Problemi e Soluzioni

79 3 0
                                    

Latios POV

Joy aveva appena finito di controllarmi.
Nonostante ero rimasto in quella macchina infernale per tanto tempo, non avevo riscontrato danni veri e propri, mi aveva solo consigliato di non affaticarmi troppo, ma per il resto stavo bene.
Lasciai gli altri di sotto, e mi diressi da Angi, visto che lo avevamo lasciato per troppo tempo senza muoversi, e oltretutto non volevo lasciarlo da solo, avevo paura che potesse farsi male, per cui volevo restare sempre al suo fianco.

Mi avvicinai alla porta, entrai e lo vidi sdraiato, con la testa sotto le "pinne", e buona parte della coperta addosso. Diamine, era abbastanza buffo, ed era difficile per me trattenermi dal non ridere. Sembrava un po' maldestro, vedevo chiaramente che stava avendo difficoltà col suo nuovo corpo, ma non si scoraggiava, e anzi cercava di comprendere meglio la sua situazione, e questo mi rendeva fiero di lui. Lui si accorse di me e cominciò a muoversi cercando di liberarsi, solo per incastrarsi di più, e io non riuscii più a trattenermi e iniziai a ridere. Lui mi guardò e si imbarazzò, arrossendo mentre mi guardava, e diventò invisibile per non farsi vedere, nonostante era avvolto dalla coperta e quindi non serviva a niente.
"Ti sei aggrovigliato di nuovo?"
"Ehm..... può darsi?" Mi rispose, con una faccia da "non sono stato io", per poi tornare visibile. Iniziai a sorridere, e mi avvicinai per liberarlo, di nuovo.
"Come devo fare con te, piccolo Latios?" E a quel punto arrossì completamente, cercando di coprirsi la faccia con le zampe.
"Non chiamarmi piccolo Latios, per favore. Va bene che sono piccolo in confronto a te, e anche di parecchio, ma ho comunque quasi 13 anni"
A quel punto lo guardai interdetto, un po' stupito dalle sue parole.
"Angi, quanti anni pensi che io abbia?"
"Beh, sei giovane, non posso sapere bene la tua età precisa,ma mi aspetto che hai almeno una 30 di anni, se non di più. Può essere che voi Lati invecchiate più lentamente degli umani. Dopotutto siete i Guardiani della città, avete due statue dedicate, i vostri anni li avrete."
Io lo guardai stupito, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Lui arrossì di nuovo, lo stavo imbarazzando un po' troppo forse, ma mi piaceva vedere la sua faccia in queste occasioni, sembrava troppo adorabile.
"Angi, ho 14 anni. È vero che noi invecchiamo più lentamente, e potremmo vivere molto più a lungo degli umani, ma fino a un certo periodo abbiamo una crescita pari alla loro, che rallenta man mano che passano gli anni."
Lui mi guardò incredulo.
"Quindi sei di poco più grande di me! Ma allora Latias quanti anni ha?"
"Lei ha compiuto da poco 12 anni, quindi è più piccola di te" gli risposi. Lui annuì, dopo aver capito bene le nostre età.
"Ma allora le statue? Come fanno ad esserci delle statue se avete a malapena 14 anni?
"Beh, è semplice. Noi non siamo gli unici Guardiani di Altomare. Prima di noi c'è ne sono stati molti altri. Ormai penso che i primi Guardiani risalissero a 1000 anni fa, o giù di lì, e da loro è nata una discendenza, e noi, dunque, siamo i loro discendenti."
Lui mi guardò, con una faccia decisamente stupita e scioccata.
"Perché, non ho lo sapevi? Pensavi che conoscevi il futuro e il passato del nostro mondo."
"Si, lo conosco, ma non il passato. O meglio, non completamente. Questo cambia tutta la mia visione di Altomare. Ho bisogno che mi spieghi tutto."
"Volentieri, ma non adesso, è un argomento molto lungo. Te lo spiegherò quando avremo più tempo, quindi pazienta un po'."

"Comunque, cambiamo argomento. Vuoi che ti insegno a volare?"
Lui mi guardò con una faccia felice e iniziò a gioire "Si, si, si. Per favore insegnami Latios. Mi sono stancato di essere qui sdraiato." mi disse, continuando ad esultare.
"Va bene, te lo insegno. Per prima cosa, fai un bel respiro, ti aiuterà a liberare la mente. Poiché noi non voliamo muovendo le ali, ma levitando, è necessario che, almeno all'inizio, ti concentri sul continuare a levitare" nel mentre glielo spiegavo mi avvicinai a lui, e gli misi la zampa sopra al collo, invitandolo a fare lo stesso con me.
"Bene, adesso immagina di volerti alzare, di non voler più rimanere a terra. Di volerti librare nel cielo."
Mentre parlavo, lo vidi fare una faccia strana, si stava concentrando fin troppo, e mi stavo un po' preoccupando.
"Io. Posso. Volare!" Disse, e in quel momento iniziò ad alzarsi pian piano dal letto. Ero fiero di lui. Imparava in fretta, ed era molto curioso, ma anche sveglio.
"Angi, guarda, c'è l'hai fatta!" Gli dissi. Lui guardò sotto di sé e se ne accorse, iniziando ad esultare, per poi abbracciarmi ringraziandomi, e io feci lo stesso. A quel punto tolsi la zampa da sopra il suo collo, ma rimasi comunque vicino. Non l'avessi mai fatto. Quando gli spiegai come muoversi avanti, indietro e lateralmente, fece uno scatto in avanti, rischiando di andare a sbattere sulla parete, fortunatamente lo presi da dietro, fermandolo.
"Direi che per il momento resti aggrappato a me, che dici?" Gli dissi, in maniera che sembrava più un ordine che un consiglio, mentre lui era leggermente spaventato.
"Scusa, ma è stato assurdo. Non mi aspettavo di andare così veloce."
"Imparerai a controllare meglio la levitazione, devi semplicemente prenderci la mano. Dopo ti porto fuori, adesso in questa stanza è complicato insegnartelo."
Avemmo qualche problema ad attraversare la porta, viste le dimensioni, ma ci riuscimmo alla fine.
"Comunque, prima di scendere di sotto, dobbiamo andare in bagno, devi fare un altro esame." Gli dissi, poiché doveva fare l'esame delle urine, e Joy mi aveva chiesto se riuscivo a convincerlo, visto ciò che era accaduto con il prelievo poco prima. Lui si imbarazzò parecchio.
"Ma quindi, tu vieni con me?" Mi chiese, e io annuii.
"Ne approfitto per insegnarti come funziona fisicamente il tuo nuovo corpo.
Tranquillo che mi girò, non ti guarderò tutto il tempo". Gli dissi, ma lui si imbarazzò di più.

Against Destiny (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora