Capitolo 23: Relax

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Angelo POV (Il giorno dopo il loro ritorno)

La vita ad Altomare proseguiva tranquilla. Gli abitanti passeggiavano per le strade, i bambini giocavano coi Pokémon, i turisti si godevano le meraviglie culturali, Lorenzo era al lavoro tranquillo nel suo museo, Ruby stava pattugliando tutta la città da sola, e Bianca dormiva beata nel suo letto.
E io? Io ero sdraiato sul prato del Giardino, con un paio di occhiali da sole e una bevanda fresca, insieme al mio fratellone, entrambi pronti a goderci un po' di meritato riposo. Non fare niente era veramente il massimo, non ero più abituato a prendermi del tempo a rilassarmi, pattugliare la città occupava gran parte del mio tempo, e nel mese in cui stetti fuori mi allenavo continuamente. Tutto questa atmosfera venne però interrotta dalla mia ragazza, che evidentemente si era svegliata da un po'. Ci vide entrambi e sorrise, per poi sdraiarsi in mezzo a noi due e abbracciarmi intorno al collo, sfilandomi gli occhiali da sole e indossandoli.
"Non pensate di star oziando un po' troppo?"
"Che vuoi dire? Non dovremmo prenderci una vacanza anche noi?" Gli chiese Storm, anche lui con gli occhiali da sole, mentre beveva un po' di the.
"Non pensate di star esagerando? Domani finisce la pacchia, quindi rilassatevi finché potete, ma vi avviso che se Ruby vi vede così si arrabbierà moltissimo" ci rispose, nel mentre si sistemava gli occhiali da sole. La presi tra le mie zampe e la riempii di bacetti in fronte, per poi passarle un altro paio di occhiali da sole, che avevo preso per Ruby, e glielo sostituii al mio, per poi reindossarlo a mia volta e continuare a coccolarci insieme, con Storm che ci guardava sorridendo.
"Ti diamo fastidio fratellone? Preferiresti che ci coccoliamo quando siamo soli?"
"State tranquilli. State solo dimostrando il vostro amore, non c'è nulla da nascondere." Ci rispose, continuando a sorriderci per poi abbracciarci. Poi ci separammo dall'abbraccio e rimanemmo sdraiati un altro po'.
"Quindi, dopo sei libero faccia piumata?" Mi chiese Bianca, e io la guardai in maniera abbastanza stranita.
"Faccia piumata? Perché questo soprannome?"
"È un nomignolo carino, l'ho pensato in questi giorni, visto che ti fai sempre accarezzare in testa e sulle guance ho pensato che ti sarebbe piaciuto faccia piumata. Posso chiamarti così?"
"Mh.....va bene. Non mi fa impazzire però se ti piace lo accetto." Gli risposi, mentre lei mi abbraccio contenta, e Storm ci guardò sghignazzando.
"Ottimo faccia piumata, sono contenta. Comunque preparati, ti aspetta una giornata impegnativa oggi. Mi hai promesso che avresti fatto un giro per la città con me. E guarda caso oggi sei libero. Andiamo?" Mi chiese, provando a tirarmi su, non riuscendoci.
"Aspetta ancora un po', mi stavo giusto giusto iniziando a rilassare."
"Dai su alzati! Ma perché pesi così tanto?" Mi chiese, sforzandosi mentre provava ad alzarmi.
"Così mi sento offeso. Peso circa 60kg, mi fai sentire grosso così."
"Angi, non bisogna mai fare aspettare una signora. Specialmente Bianca, conoscendola da molto tempo."
"Lo so fratellone, purtroppo l'ho imparato a mie spese. Bianca sa essere molto persuasiva e insistente quando vuole."
"Che volete dire? Che sono fastidiosa?!?" Ci chiese, arrabbiandosi e provando a fare la dura.
"No no, scherzavo tranquilla. Ti voglio bene anche così." Risposi, mentre provavo a farla calmare
"Visto? È una tipa tosta. Sa imporsi quando vuole." Mi rispose Storm, mentre mi alzavo e la abbracciavo, per poi incamminarci mentre mio fratello ci augurava di divertirci.
"Angi, prima di uscire sai cosa fare. Non mi piace averti accanto a me invisibile, ti voglio vedere camminare."
"Uffa. Ricordati sempre che lo faccio per te." Gli risposi, per poi assumere forma umana e sorriderle mentre mi abbracciava.
"Non è così male, penso che ogni tanto sia piacevole camminare invece che levitare?" Mi chiese Bianca, mentre continuava ad abbracciarmi.
"Non credo. Sono decisamente più abituato a volare, e inoltre richiede molto meno sforzo rispetto a mantenere attiva l'illusione di avere un corpo umano, e poi..." Risposi, per poi osservare Bianca che mi guardava annoiata.
"Devi essere sempre così tecnico nelle tue spiegazioni? A volte sei proprio noioso."
"Che ci posso fare? Mi piace essere preciso. Qualcuno dei due deve essere intelligente o sbaglio?" Risposi, tranquillizzando subito Bianca prima che si arrabbiasse, per poi scoppiare insieme a ridere. Avevamo intenzione di lasciare il Giardino Segreto per poi dirigerci verso il museo, per andare a salutare Lorenzo e poi andare in città. Prima di incamminarci però Bianca mi chiese di andare verso la nostra casa, per poi portarmi in camera sua, dove fui contento di notare il peluche che avevo vinto per lei sul suo letto. Mentre mi guardavo in giro lei si avvicinò e posizionò uno specchio di fronte a me.
"Quindi, che cosa devo fare? Perché mi hai messo uno specchio di fronte?"
"C'è una cosa che non hai mai fatto, e mi piacerebbe che tu facessi." Mi rispose, lasciandomi abbastanza perplesso ma immaginando che riguardasse lo specchio, e quindi come apparivo.
"Ovvero? Non tenermi sulle spine, potrei leggerti i pensieri, piccola."
"Ok ok, ora ti dico. Ti sei trasformato poche volte, e non ti sei mai curato del tuo aspetto fisico. E con aspetto fisico intendo il tuo vestiario. Ogni volta indossi sempre le stesse cose, che tra l'altro stai indossando adesso: felpa blu, jeans, scarpe ginniche e i tuoi occhiali. E permettimi di dirlo, non hai molta fantasia in quanto a stile. Per questo mi voglio divertire con te oggi. Ti aiuto io a sceglierti un vestiario interessante, voglio che il mio ragazzo sia bellissimo in ogni forma che possiede, e poi sarà divertente poiché è un modo di fare shopping e provare vestiti senza essere in un negozio. Spero solo che tu sia collaborativo, sei un ragazzo e quindi mi dovrò adattare." Concluse, e nel mentre parlava io provavo a sgattaiolare via quando non mi guardava. Purtroppo non mi piaceva tanto provare i vestiti, specialmente adesso che ero diventato un Latios ritenevo abbastanza inutile cambiare i vestiti che indossavo in forma umana, non li avrei di certo dovuti lavare. Bianca si accorse di me e mi afferrò cercando di tirarmi indietro, e alla fine mollai la presa e accettai di lasciarmi vestire. E per più di mezz'ora Bianca mi sistemò completamente. Per prima cosa mi arruffò i capelli, per poi dargli la forma di un ciuffo davanti. Poi mi propose di cambiare i miei occhiali, e scelsi una montatura con le stecche blu e il resto nero. Passammo poi ai vestiti, e poiché si stava avvicinando l'estate decidemmo di optare per un look leggero, adatto a molte situazioni e a un clima variabile. Partimmo dall'idea di una maglietta bianca, e mi imposi per mantenere la felpa di colore blu, per poi cambiare i pantaloni da dei jeans a un pantalone sportivo. Dopo aver deciso il mio nuovo look Bianca uscì dalla stanza, per darmi il tempo di cambiare il mio aspetto, e dopo essermi trasformato avvisai la mia ragazza che poteva rientrare. Lei mi guardò, per poi abbracciarmi e baciarmi, e mi lasciai spingere verso il muro mentre continuavamo a dimostrarci il nostro amore.
"Vedi che stai meglio così? Basta poco per farti sembrare più bello. Questo nuovo look ti dona un casino, il blu unito al bianco ricorda molto i colori della tua forma Latios, e poi gli occhiali risaltano i tuoi occhi rossi." Mi disse, mentre continuava a darmi dei bacetti sulla guancia. Finito di coccolarci ci dirigemmo verso il museo, e mentre camminavamo avvisai Bianca che dovevo parlarle.
"Bianca, non conosco i tuoi amici, ma per sicurezza eviterei di presentarmi come il tuo fidanzato, evitiamo le smancerie e i bacetti per un po'. Oltretutto cosa avresti intenzione di dirgli?"
"Ti introdurrei come un nuovo membro della mia famiglia, dicendo che io e Lorenzo abbiamo adottato te e i tuoi fratelli. Comunque la penso come te, per oggi evitiamo le coccole davanti a tutti. Non sarebbe un buon modo di farti conoscere." Mi rispose, per poi raggiungere il museo mentre continuavamo a parlare tra di noi. Arrivati da Lorenzo ci dirigemmo nel suo ufficio, dove lo trovammo intento a sistemare alcuni documenti su uno scaffale. Si girò e ci vide, e Bianca corse ad abbracciarlo, per poi venire raggiunta da me.
"Buongiorno ragazzi. Angi, che sorpresa vederti in forma umana, non ci sono abituato."
"Neanche io ci sono abituato a essere sincero." Risposi ironicamente, per poi sederci intorno alla sua scrivania.
"Allora, che programmi avete per oggi?"
"Ho intenzione di portare Angi a farci un giro per Altomare, e poi ho intenzione di fargli conoscere i miei amici. Vorrei che si ambientasse di più con la città."
"Ma io sono già ambientato."
"Intendo umanamente parlando. Volare attraverso la città non conta come ambientamento." Mi rispose, per poi avvicinarsi con la sedia e abbracciarmi.
"Beh, divertitevi allora. Tenete un po' di soldi, ma non sperperateli." Ci rispose Lorenzo dandoci un po' di Pokédollari, che Bianca si mise in tasca.
"Grazie nonno. Ci vediamo a casa per cena probabilmente."
"Va bene ragazzi, passate una buona giornata. A proposito Angi, domani dobbiamo parlare della gestione del museo, e mi servirà la tua assistenza." Ci rispose Lorenzo, per poi salutarci mentre tornava a lavoro. Lasciammo il museo dall'entrata sopraelevata, per poi lasciarmi guidare da Bianca in mezzo alla strada. Per prima cosa mi portò direttamente al corso di pittura, per salutare i suoi amici che non vedeva da un mese. Raggiunta la bottega in cui si esercitava suonò il campanello, per poi venire aperta da un uomo alto, abbastanza robusto e con una capigliatura corta, una barba ben curata con un bel paio di baffi. I vestiti erano sporchi di tempera, con macchie di colore ovunque, e aveva dei pennelli legati ad una cintura da lavoro, quindi si intuiva che lavorasse anche lui lì.
Appena vide Bianca la abbraccio contento, e lei lo abbracciò a sua volta, mentre io li guardavo e mi sentivo strano. Ero contento per la mia ragazza, ma al tempo stesso speravo che quell'uomo smettesse subito di abbracciarla. Che fossi geloso? Non ne ero certo, ma di certo non era così improbabile come pensiero, anche se conoscendomi mi sembrava strano.
"Bianca, è un piacere rivederti. Come stai? È da più di un mese che non ti facevi viva." Gli disse l'uomo, dopo aver terminato di abbracciarsi.
"Va tutto bene. Scusa se non mi sono fatta sentire, ma ero fuori città per un lavoro per conto di mio nonno. Oh, a proposito, non vi ho ancora presentati." Rispose, per poi guardare sia me che l'uomo.
"Lui è Angelo, è un ragazzo che io e mio nonno abbiamo deciso di adottare insieme ai suoi due fratelli."
"Angelo, lui invece è Francesco. È il proprietario di questa bottega, dove vengo a esercitarmi ogni tanto. È una brava persona, quindi spero che andrete d'accordo." Mi rispose, mentre Francesco allungava il braccio verso di me.
"È un piacere conoscerti." Mi disse, e ci stringemmo entrambi le mani.
"Il piacere è tutto mio."
"Allora, cosa vi porta qui?"
"Stavo portando Angi a fare un tour della città. E inoltre era da un po' che non ci vedevamo, ed ero venuto a fare un saluto. Sta il mio gruppo per caso?" Gli chiese Bianca, e Francesco ci lasciò entrare, e mentre la mia ragazza si fiondò di corsa dentro la bottega io rimasi all'entrata con lui.
"Quanti anni hai?"
"Quasi 13."
"Davvero? Eppure ne dimostri molti di più."
"Lo so, neanche io mi sento un tredicenne. Sono dovuto crescere in fretta purtroppo."
"Immagino come ci si senta. Se hai bisogno di una mano non esitare a chiamarmi." Mi rispose, avvicinandosi e dandomi una pacca sulla spalla, mentre io gli sorrisi. Feci una rapida scansione mentale per capire se era sincero o se era solo una frase di circostanza. Mi accorsi subito che, pur quanto non mi conoscesse, era disposto a darmi una mano, e la cosa mi rese molto felice, avevo trovato fino ad ora molte persone volenterose di aiutare il prossimo. Continuammo un po' a chiacchierare, per poi venire interrotti da Bianca, che mi afferrò e mi porto di corsa dentro la bottega, dove vidi dei ragazzi intenti a dipingere o a chiacchierare.
"Ragazzi, lui è Angelo. Io e mio nonno lo abbiamo adottato insieme ai suoi fratelli."
"Salve." Risposi salutandoli con la mano mentre mi guardavano.
Un ragazzo biondo con gli occhi chiari mi si avvicinò, stringendomi la mano, mentre gli altri si dirigevano verso Bianca per salutarla.
"Piacere, mi chiamo Antonio. Spero ti troverai bene qui. Sei interessato al corso?"
"No, non mi interessa l'arte, non è una mia passione. Sto facendo compagnia a Bianca." Gli risposi, mentre guardavo con la coda dell'occhio i suoi amici abbracciarla. In totale c'erano quattro ragazze e due ragazzi oltre ad Antonio. Vidi ognuno di loro abbracciare Bianca calorosamente, provocando in me reazioni di semiantipatia nei loro confronti. Finita la rimpatriata Bianca si riavvicinò a me e mi portò fuori dalla stanza, dicendo agli altri che doveva farmi vedere altre zone della bottega. Mi portò in una stanzetta vuota e mi spinse al muro, bloccandomi per non farmi muovere.
"Che ti succede? Perché ti stai comportando così?" Mi chiese.
"Che vuoi dire? Mi sto comportando come sono abituato a fare con gli sconosciuti. Devo prima prendere confidenza."
"Sicuro che non ci sia qualcos'altro? Non mi servono dei poteri psichici per capire che sei sovrappensiero. Che cosa ti dà fastidio?"
"Non lo so, mi fa strano vederti così a tuo agio con loro."
"Andiamo, sono miei amici. Aspetta..non mi dire che sei geloso?" Mi rispose sghignazzando.
"No, come potrei mai esserlo? Sai che voglio semplicemente che tu sia felice, nulla di più." Gli risposi, però non ero completamente sicuro della mia risposta. Forse ero davvero geloso, non volevo che nessuno avesse a che fare con la mia ragazza per troppo tempo, come se me la potessero togliere. Sapevo che era impossibile che succedesse una cosa del genere, eppure...

Against Destiny (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora