Capitolo 13: Emozioni

51 2 0
                                    

Angelo POV

Mi svegliai la mattina seguente, dopo una nottata infernale, non ero riuscito a chiudere occhio, oltretutto quando ero riuscito ad addormentarmi, sognai di essere invaso nel pensiero, di perdere completamente la volontà. Aprii gli occhi, erano umidi, e c'era una tenue luce. Era l'alba, e mi ero appena svegliato da una nottata tremenda. Poi mi girai, e vidi Storm accoccolato vicino alla mia faccia, alla mia destra, mentre Ruby stava alla mia sinistra, e la cosa mi sorprese molto.
Mi alzai, cercando di non svegliarli, e mi diressi verso il mio luogo preferito, la fontana della Cuorugiada. Quella pietra era diventata la mia confidente, e mi aveva reso ciò che sono ora, ma io non ne ero più degno, non ne ero mai stato degno. Avevo abusato del mio potere, volevo restituirlo, ma immaginavo che non fosse possibile. Mi sedetti lì vicino, iniziando a piangere. Non riuscivo a reggere il mio fallimento, il mio errore, il mio peccato.
"Angi...." Mi disse Ruby, avvicinandosi a me.
"Vattene Ruby, non mi merito di stare con voi."
"In realtà, sono io che non dovrei stare con te. Mi dispiace per come ti ho trattato ieri, ma mi sono resa conto di averti continuato a trattare allo stesso modo. Mi sono comportata da ipocrita quando sono venuta a consolarti, non merito il tuo perdono."
Mi disse, ma io mi avvicinai, dandole un bacio sulla guancia, consolandola.
"Ruby, io ti perdono. Ho provato rancore nei tuoi confronti, ma mi ero reso conto fin dall'inizio che non pensavi veramente quelle cose. Mi sono lasciato controllare dall'odio, per ben due volte. Sono io che non merito voi." Gli dissi, ma lei mi abbracciò a sua volta. Percepii le sue emozioni nuovamente, ed era sinceramente pentita e intenzionata a darmi una mano, ma non voleva essere perdonata, pensava di non meritarselo.
Proprio per questa io la perdonai, era veramente pentita, e lei scoppiò a piangere.
"In realtà voi vi meritate a vicenda." Ci disse Storm, raggiungendoci, e abbracciandoci.
"I miei due fratellini, è di famiglia intristirsi per i fallimenti, eh?" Ci chiese, continuando ad abbracciarci, e noi lo abbracciammo a nostra volta.
Poi si sedette vicino a me, io ero l'unico ancora intristito.
"Angi, sappiamo entrambi che sei ancora pensieroso per ieri. Nessuno qui ha paura di te, e nessuno ti ritiene un assassino. Perché quindi sei triste?"
"Perché non so se sono pentito."
Lui mi guardò, sorpreso, e anche Ruby si stupì.
"Spiegati meglio."
"Io non volevo fare quello che ho fatto.
Il problema è che.... ritengo sia giusto."
Loro mi guardarono con delle facce stupite.
"Adesso vi spiego. Non mi interessa se sono morte o ridotte ad un vegetale, se lo meritavano."
"Beh, ritengo sia giusto anche io, certe persone meritano punizioni migliori di una semplice prigione, stai tranquillo che probabilmente le avrei uccise io, se avessero continuato." Mi disse Storm, e io annuii.
"Il problema è...che sono stato io a farlo quello. Sono d'accordo, se fosse successo normalmente non mi sarei affatto dispiaciuto, o sentito male. Il problema è che mi sento male per averle distrutte mentalmente, non ho saputo controllarmi, mi sono lasciato dominare dal mio odio. Ho i sensi di colpa di essermi comportato esattamente come loro." Mi misi nuovamente a piangere, lasciando tutto il mio risentimento.
"Tuttavia, mi sento sporco, ma al tempo stesso, se dovessi rifare quella scelta...la rifarei. È QUESTO IL PROBLEMA!"  Urlai, singhiozzando nel mentre. Storm mi abbracciò più forte, e Ruby fece lo stesso.
"Angi, ascoltami. Posso capire che ti senti in colpa, è normale, non avresti emozioni se no. Ma devi sapere un'altra cosa: noi dobbiamo proteggere la città, a qualunque costo, perfino se implica uccidere chi la sta attaccando. Purtroppo per salvare una vita, a volte è necessario abbandonarne un'altra. Non possiamo obbiettivamente proteggere la città e non fare del male a chi la attacca, le due cose non possono combaciare." Poi mi si avvicinò ancora di più, dandomi un bacio sulla fronte, nonostante continuavo a lacrimare.
"Angi, tu sei triste perché le tue emozioni ti hanno fatto compiere questo. Stai tranquillo, non ha alcun senso rinnegarle, sono parte di te, volente o nolente devi capire che non è stata colpa tua, non eri cosciente quando lo hai fatto, quindi non puoi autocommiserarti. Rialzati, troveremo una soluzione per loro se la cosa ti farebbe sentire meglio, ma basta incolparsi. Non è questo l'Angi che conosco." Concluse, abbracciandomi nuovamente, e io iniziai a piangerli addosso, e lui mi strinse forte sul petto, consolandomi. Anche Ruby mi abbracciò, e si avvicinò con la testa vicino alla mia. Loro mi volevano bene, nonostante il mio gesto. Grazie a Storm, stavo capendo il mio errore, promettendomi di controllarmi la prossima volta. Tuttavia, ancora dentro di me non riuscivo a fare pace, da una parte ero pentito e dall'altra pronto a rifarlo nuovamente, per quanto non fossi d'accordo, loro meritavano quello e anche di peggio.
Storm, come se mi lesse nel pensiero, riprese a parlare.
"Ascolta Angi, capisco il tuo dualismo interiore. Purtroppo, questa è una cosa in cui non so aiutarti. Devi essere tu a trovare la risposta a questa domanda, io non posso aiutarti." Mi disse, abbracciandomi nuovamente. Avevamo passato le prime luci dell'alba cercando di risolvere il mio problema, e Bianca e Lorenzo si erano appena svegliati, così ci dirigemmo a mangiare. Io però non mangiai molto, anzi mi allontanai poco dopo, per sedermi nuovamente vicino alla fontana. Ero intento a rimuginare quando mi sentii osservato, ma non ci feci caso, pensavo fosse dovuto ai sensi di colpa.
"È proprio bello questo posto, non credi?" Mi disse Bianca, che si avvicinò a me, sedendosi per terra accanto a me.
Io annuii, ma non ero intenzionato a parlare, non riuscivo.
"Angi, capisco il tuo problema. O meglio, in realtà no, ma posso immaginare."
"Fidati, Bianca. Non hai la minima idea di quanto sia tremendo. Il loro sguardo vuoto. La consapevolezza che sei stato tu a compiere il gesto. Non sono pronto a questo, non merito di essere trattato come se nulla fosse da voi. Devo pagare per le mie azioni." Gli dissi, ma lei mi si avvicinò ancora di più, abbracciandomi e accarezzandomi la faccia. Io la assecondai, e la lasciai fare, ma ero ancora un po' triste, e non mi stavo godendo le coccole. Lei se ne accorse, e smise di accarezzarmi, invece mi abbracciò più forte. Io non stavo capendo.
"Angi, è vero, io non so nulla del dolore che provi, e non credo che potrò mai capirlo. Tuttavia, posso aiutarti a sentirti meglio. So che sei arrabbiato con te stesso, ma sappi che nessuno è arrabbiato con te. Sei stato impulsivo, ma decisamente non lo hai fatto intenzionalmente, non eri tu in quel momento, quindi non puoi prendertela con te stesso. Oltretutto, hai mai pensato al fatto che se lo meritavano?"
"È il mio più grande problema. Una parte di me è soddisfatta a pensare a ciò che ho fatto, pure io penso che è giusto, ma mi sono macchiato comunque dj un crimine, per quanto giusto possa essere."
"Angi, hai mai pensato a vendicarti?"
Io la guardai stranita, come poteva dire una cosa del genere?
"Aspetta, non fraintendere. Non ti sto dicendo di fare del male a chiunque si mette in mezzo sul tuo cammino e ti blocca. Ti sto dicendo di non subire e di non autocommiserarti ogni volta che reagisci. Non puoi vivere in queste condizioni ogni volta, non riusciresti a goderti più nulla, perché avresti continuamente i sensi di colpa. Certe volte, ripagare gli altri con la stessa moneta è una cosa più che logica e giusta, senza abbassarsi al loro livello."
Poi mi abbracciò ancora più forte, e io scoppiai nuovamente a piangere, mentre lei iniziò a consolarmi, poggiando la mia testa sulla sua spalla, e arrossendo leggermente.
"Angi, sei un persona fantastica, non puoi assumerti le responsabilità per ogni cosa. Vivi la tua vita non pensando a queste cose." Mi disse, poi si accorse che stavo arrossendo, e mi diede un bacio sulla guancia, facendomi diventare rosso. Lei scoppiò a ridere, e io feci lo stesso, e mi resi conto di aver di nuovo sorriso, poiché non stavo più pensando alle mie azioni. Bianca mi aveva dato un consiglio prezioso, che non avevo mai seguito: fregarmene delle mie azioni, loro se lo meritavano, non importava nient'altro.
Poi lei si alzò, invitandomi a fare lo stesso. Avevo ancora qualche dubbio, ma ero grato a lei per avermi aiutato, mi stava supportando molto. Anche se non capivo perché arrossivo quando ero vicino a lei, mi aveva coccolato tante volte, e non ero mai arrossito mentre lo faceva, ma non ci feci caso.
Poi mi diressi verso la città, per pattugliarla. Volare mi calmò istantaneamente, era ciò che mi aiutava a riflettere. Appresi, ascoltando dagli abitanti di Altomare, che Annie e Oakley erano state trovate prive di sensi. I medici parlavano di un leggero collasso cerebrale, non se lo spiegavano neanche loro. Quando le avevano trovate erano come bloccate, però adesso muovevano le palpebre e le punte delle dita, quindi si sarebbero riprese nel giro di qualche mese, e poi sarebbero probabilmente state ricondotte in prigione. Mi rasserenai, non le avevo bloccate a vita, per fortuna, ma comunque ero ancora pensieroso. Se le avevo bloccate temporaneamente per sbaglio cosa avrei potuto fare se fossi stato consapevole. Storm mi si avvicinò da dietro, senza che me ne accorsi. Avvicinò la sua guancia alla mia, e io mi accorsi di lui, accoccolandomi a mia volta vicino a lui.
"Sentito la bella notizia? Non le hai paralizzate a vita. Spero che non hai ancora i sensi di colpa."
"Si e no. Da una parte so di non averle fatto niente, ma so anche che le ho ridotte così inconsciamente, cosa avrei potuto fare se lo avessi fatto di mia volontà?"
"Angi, ti capisco, ma adesso sei più tranquillo, e questo mi fa piacere.
Ma adesso vorrei farti un discorso, per cui rispondi sinceramente. Cosa ne pensi degli umani?"
Io lo guardai, era una domanda particolare.
"Io.....odio gli umani. Odio gli umani che non meritano nulla, che calpestano gli altri, che li estraneano dalla società, che si riuniscono e ridicolizzano il prossimo, ritenendolo inferiore. Odio questo tipo di persone, umani o Pokémon che siano. Ma soprattutto, odio coloro che sono neutrali in tutto questo. Odio tutto questo."
"Abbiamo lo stesso modo di pensare vedo. Anche io odio le persone così, più gli umani perché il più delle volte sono loro a comportarsi così, e la penso come te. Per questo ritengo che sia giusto punire questo tipo di persone, che non meritano niente di ciò che possiedono, neanche la vita stessa. Tuttavia, lascerò a te scegliere se ucciderle o no. Non mi voglio intromettere." Io mi fermai, sapevo benissimo cosa fare.
"Storm, per ora le lascio stare, ma se lo faranno di nuovo, se la vedranno con me, e non avrò pietà." Lui annuì, contento della mia scelta. Poi continuammo a pattugliare la città insieme, tornando al Giardino poco dopo.
Appena arrivati gli altri ci raggiunsero, ci stavano dicendo di Annie e Oakley, ma noi già sapevamo tutto.
Lorenzo poi mi chiamo per chiedermi se volevo farmi un altro giro del museo prima di riaprirlo, per fare l'inventario. Io annuii, e mi diressi con lui e Bianca verso il museo, mentre i miei fratelli rimasero nel Giardino a dormire.

Against Destiny (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora