Capitolo 8: Nuove scelte

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Angelo POV

"Dai Angi, vieni. Si vede lontano un miglio che non stai più nella pelle di imparare ad essere un Latios. Adesso ti ambienterai ancora di più col tuo corpo." Mi disse Latios, mentre volava piano piano vicino a me, per evitare che finissi a sbattere come rischiavo di fare in casa.
"Dammi un attimo, Latios. C'è qualcosa che devo fare." Gli risposi, nel mentre mi dirigevo verso la fontana della Cuorugiada.
"Angi...." Mi disse Latios, mentre mi si avvicinava. Eravamo davanti ad essa, e nell'aria era calato un silenzio scenico, magico. Allungai la zampa verso la Cuorugiada, immergendola nell'acqua e toccando la pietra. Poi sorrisi.
"Grazie, grazie mille. Se non fosse stato per te, non so dove avrei trovato la forza di salvare tutti." Le dissi, continuando a sorridere.
"Aspetta, per caso ti riferisci a ieri sera, quando hai dato fondo a tutte le tue forze? Ti confesso che hai fatto cose che io non credo di riuscire a fare, davvero."
In quel momento arrossii. Non ero un tipo abituato ai complimenti, oltretutto ero timido, quindi sentirmi tutte queste lodi mi faceva sentire un po' in soggezione.
"Bhe, esatto. È stata lei a concedermi quei poteri."

Flashback del giorno prima, tarda sera

Ero vicino alla fontana della Cuorugiada. Avevo chiesto il permesso ai due Guardiani, e loro me lo avevano concesso. Era ormai da più di un'ora che stavo rimuginando sul piano. Volevo capire se ci fossero delle falle, e in caso ci fossero come tapparle. Più ci pensavo, e più mi sentivo insicuro, perché prendevo in considerazione sempre più variabili. Non volevo fallire, e non sapevo come fare.
Poi mi girai verso la fontana, e mi sentii quasi chiamato dalla Cuorugiada. Mi avvicinai, e la toccai con la mano, sperando che i due Guardiani non si arrabbiassero.
"Devo proteggere te, e tutta Altomare. Non penso di avere la forza di farlo. Visto che hai già salvato la città una volta, ho bisogno di te, dammi un incoraggiamento, un segno, qualcosa. Oppure basterebbe che Latios mi parlasse sinceramente." Conclusi.
Poi le parole mi vennero di getto, e iniziai a dialogare con la Cuorugiada come se fosse un consulente, o come se potesse ascoltarmi.
"Ascolta, io non so se posso fidarmi ancora di Latios. Posso capire che tecnicamente è tuo figlio, e non dovrei dirti ste cose, ma ho come la sensazione che ancora non si fidi di me. E fa bene ad essere diffidente, sono arrivato qui insinuando di salvare tutti, quando non so neanche come fare. Non voglio fallire, non me lo perdonerei mai, e non me lo perdonerebbero mai loro. E poi, da solo cosa potrei fare?" Conclusi. Mi ero di nuovo intristito, ma poi la Cuorugiada brillò, accecandomi per un attimo, e venni inondato da quella luce. Il tutto durò un attimo, e la luce sparì subito dopo, e la Cuorugiada cominciò a pulsare leggermente. Io mi avvicinai in risposta, toccandola nuovamente.
"Cosa vorresti dirmi, di non mollare? "
Una pulsazione di risposta.
"Mi dovrei veramente fidare di Latios, anche se lui non si fida di me?"
Un'altra pulsazione. La guardai e sorrisi.
"Eh va bene, mi fido di te. Ma spero di non sbagliare." le dissi.
Lei pulsò nuovamente in risposta, e io sorrisi, sentendomi quasi diverso.

Fine Flashback

"Questo spiega cos'era quel boost energetico del museo." Mi disse Latios.
"Già, se non fosse per lei, a quest'ora........non so, non sarei stato capace di far nulla." Dissi. Lui si avvicinò a me, accoccolandosi vicino alle guance.
"Io non credo. È vero che quella forza te l'ha data lei, ma la tua volontà, la tua energia, quelle le hai sempre avute tu. Il piano lo hai pensato tu. Sei stato tu l'unico che mi è corso incontro quando mi avevano catturato. Quindi non fare così, hai fatto più di chiunque altro, sei stato tu a salvarmi. Quindi non deprimerti, non serve a niente, anche perché non c'è nessun motivo."
"Tu pensi che ti avrei salvato comunque, anche senza quel potere?" Gli risposi, mentre continuava a guardarmi.
"Esatto, ci saresti riuscito a prescindere. Ed è per questo che sei speciale, non dimenticartelo, perché c'è ne siamo accorti che tendi a sottovalutarti. Non farlo Angi, perché sei un ragazzo fantastico." Mi disse, mentre iniziavo ad arrossire.
"Angi, te lo devo dire. Una forma di Latios ti calza a pennello, è più che meritata per te. Se ti fa sentire meglio, sei l'umano, anzi, sei colui che più di tutti, di tutte le persone e Pokémon del mondo si merita un potere del genere."
E la iniziai a piangere, mi stavo commuovendo. Latios mi abbracciò, stavolta era lui a consolare me, e mi tirò un grosso bacio in fronte, facendomi arrossire.
"Angi, smettila di sottovalutarti. Stavolta non ci sei solo tu a credere in te stesso. Ci siamo tutti noi. Chiaro?" Mi disse.
Io annuii, mentre lui mi asciugava le lacrime con gli artigli. Poi mi ritornò il sorriso, e guardai nuovamente Latios, e lo abbracciai.
"Coraggio, è questo l'Angi che voglio vedere." Mi disse, spronandomi, e abbracciandomi di nuovo.
Poi ci dirigemmo tra gli alberi, lontano dagli altri, e ci fermammo vicino a un laghetto.
"Latios, cosa dovrei imparare prima?" Gli chiesi. È vero che non stavo più nella pelle, ma non sapevo da dove iniziare, molte cose le avevo già imparate di mio.
"Innanzitutto dimmi come ti trovi col tuo corpo. Ho visto che riesci a volare senza troppi problemi, come va col resto?"
"Beh, abbastanza bene. Ora riesco a volare con tranquillità, come hai già detto, certo preferisco andare piano e non troppo veloce. Per il resto fisicamente mi devo ancora del tutto abituare, ma va già decisamente meglio."
Lui mi guardò e annuì contento, per poi farmi cenno di continuare a seguirlo
"Allora continuiamo su questa scia, impara prima a controllare a pieno il tuo corpo, poi passiamo ai tuoi poteri. Per prima cosa bisognerebbe aiutarti a migliorare il volo, ma siccome già ti sai muovere, passiamo allo step successivo: ti insegno a volare con le braccia richiuse." Mi disse, nel mentre si avvicinò a me, e mi aiutò a infilare le zampe all'interno delle rientranze, facendole 'compattare' col mio corpo.
"Come ti senti?" Mi chiese.
"Strano, non riesco a muoverle." Gli risposi, non essendo abituato a non avere le mani, o le zampe in questo caso.
"Ti ci abituerai, adesso voglio che fai 30 giri del giardino, senza fermarti." Mi ordinò, e io lo guardai arrabbiato.
"Ma sei pazzo, è stradifficile! Non possiamo iniziare da qualcosa di più semplice?"
"Angi, se non inizi a muoverti ora, i giri diventano 40." Mi rispose.

Against Destiny (Ita)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora