Capitolo 7 "Addio mamma"

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Per tutto il giorno non mi ha rivolto la parola nemmeno una sola volta. Si è solamente limitato a guardarmi. Ogni quarto d'ora si girava per qualche secondo poi ritornava composto.

Anche al suono della campanella si limitó a guardarmi uscendo dall'aula senza dire nulla.

Non lo capisco. La sera prima dormiamo insieme e ora mi tratta come se fossi una specie di allieno.

Penso troppo a lui. Non va bene. Ora l'unico mio pensiero deve essere quello di tornare a casa.

Mia madre sarà furiosa.

Nessuna chiamata, nessun messaggio. Niente di niente e la cosa è preoccupante.

Di solito è sempre molto possessiva nei miei confronti. Vuole che tutto sia fatto come vuole lei. Nessuno può commentare. Solo mio padre le tiene testa. L'unico di tutta la famiglia.

Verrà oggi papà a prendermi o dovrò cavarmela da sola?

Meglio chiamarlo.

Cerco disperatamente il telefono nella borsa. Dove sarà?

Cavoli.

Ma dove l'avrò messo?

"Tieni! Credo che questo sia tuo!" Sento dire da una voce dietro di me.

Mi giro.

Rakel?...

Guardo cosa mi porge. Il mio telefono. Ma dove l'avrà preso?

"Dove l'hai trovato?" Chiedo prendendoglielo dalle mani.

"Sotto il tuo banco. Ti sarà caduto senza che te ne accorgersi" risponde tranquillamente.

Non mi aspettavo fosse cosi. Sembra una tipa apposto ora come ora o è tutta una recita? Persone come lei ne ho conosciute abbastanza. Fin troppe.

"Ah. Ok!" Dico solamente.

Non ho voglia di parlare con lei. Non ho voglia di parlare con nessuno.

"Mmh già!" Mormora sottovoce.

Cerco tra i contatti il numero di mio padre in speranza che, vedendomi indaffarata se ne vada. Rakel non mi sta proprio a genio. Non ci ho mai parlato ma dalla faccia sembra una di quelle che trovi agli angoli della strada pronta per farti qualche favoretto in cambio di cash.

Schiaccio il tasto verde e metto il telefono all'orecchio. Spero che mio padre risponda. Mi manca sentirlo. Lui è l'unico che mi capisce, che sa come prendermi.

Nessuna risposta. Strano. Mi sto seriamente preoccupando.

Chiamiamo mamma ora, lei risponderà di certo.

Uno, due, tre squilli e ancora nessuna risposta.

Finalmente al quinto squillo risponde.

"Pronto?"

"Mamma" dico dolcemente aspettandomi che mi gridasse contro.

"Alexa, tesoro, sei uscita da scuola?" Chiede lei altrettanto dolcemente.

"Mmh si, volevo sapere se viene papà a prendermi oppure..."

"No. Non può. Vieni con il pullman." Mi informa lei bruscamente.

"Ehm... Va bene" la informo.

"Ciao" dice chiudendomi il telefono in faccia per la seconda volta.

Qui qualcosa puzza e non è l'eccessivo profumo di Rakel che continua a guardarmi e a non dire nulla.

"Hai bisogno di un passaggio? Ti accompagno io se vuoi" mi informa tirando fuori dalla borsa le chiavi della sua auto.

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